Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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anticipati, supportati e seguiti da innovazioni delle<br />
pratiche manageriali, delle forme organizzative e<br />
delle competenze delle persone, col risultato che<br />
spesso l’impatto sulla competitività è inferiore a<br />
quello potenzialmente ottenib<strong>il</strong>e” 30 . Questo a<br />
dimostrazione di come la competitività di un paese<br />
dipenda dalla solidità e dalla qualità dei singoli<br />
attori, sia di natura pubblica che privata, e sia<br />
imprescindib<strong>il</strong>e dalla capacità di questi di porsi in<br />
relazione, scambiare conoscenze e cooperare<br />
attivamente in modo sistemico.<br />
Nonostante <strong>il</strong> quadro desolante, l’Italia può<br />
vantare punte di eccellenza che, se inserite in un<br />
sistema, potrebbero rappresentare un volano per<br />
l’intero Paese e innescare un processo virtuoso di<br />
crescita. Volendo ridisegnare la “geografia”<br />
dell’innovazione in Italia oggi, possiamo individuare<br />
un sistema costituito da i seguenti poli principali:<br />
- Il settore pubblico che include tutte le<br />
università e gli enti pubblici di ricerca, come <strong>il</strong><br />
Cnr (<strong>il</strong> Consiglio Nazionale delle Ricerche),<br />
l’Enea (Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia<br />
e l’Ambiente), l’Istituto Nazionale di Fisica<br />
Nucleare, l’Agenzia Spaziale italiana. Un<br />
universo che coinvolge circa 90m<strong>il</strong>a ricercatori<br />
e che sostiene quasi la metà degli investimenti<br />
totali in ricerca e sv<strong>il</strong>uppo.<br />
- Le imprese, all’interno delle quali troviamo:<br />
• grandi imprese, con i loro centri di<br />
ricerca autonomi sia esterni ( Centro<br />
Ricerche Fiat, EniTecnologie, Telecom<br />
Italia Lab) che interni (Pirelli,<br />
Finmeccanica, StMicroelectronics);<br />
• medie imprese, che operano in settori<br />
classici del made in italy, capaci di<br />
affrontare con successo la<br />
competizione globale, innestando<br />
l’innovazione in processi e prodotti<br />
tradizionali, oppure ut<strong>il</strong>izzando le<br />
proprie tecnologie di base per<br />
diversificare e conquistare nuovi<br />
mercati in espansione;<br />
• start‐up/spin off 31 ad alto contenuto<br />
tecnologico, cresciuti in aree<br />
30 Ibidem<br />
31 “Vengono identificate come “spin‐off” quelle imprese operanti in<br />
settori high‐tech costituite da (almeno) un professore/ricercatore<br />
universitario che abbia effettuato attività di ricerca su un tema<br />
specifico, oggetto di creazione dell’impresa stessa. Per “start up” si<br />
intendono invece quelle imprese costituite con qualche forma di<br />
sostegno da parte dell’Università e che magari sono localizzate<br />
presso un incubatore universitario, ma che non presentano i requisiti<br />
sopra esposti”. Definizione tratta da “La valorizzazione della ricerca<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 84<br />
caratterizzate da una forte<br />
concentrazione di centri di<br />
conoscenza, come università, centri di<br />
ricerca, parchi tecnologici.<br />
Particolarmente r<strong>il</strong>evante in questa<br />
categoria è <strong>il</strong> contributo degli spin‐off<br />
universitari che, secondo gli ultimi dati<br />
del rapporto Netval (Network per la<br />
Valorizzazione della Ricerca<br />
Universitaria), sono in costante<br />
crescita sia dal punto di vista<br />
numerico – se ne contavano 589 alla<br />
fine del 2007 – che economico, con<br />
una cinquantina di aziende che<br />
raggiungono un fatturato di circa 5<br />
m<strong>il</strong>ioni di euro 32 . La loro distribuzione<br />
territoriale è abbastanza omogenea,<br />
con una lieve supremazia del nord<br />
Italia.<br />
- I cosiddetti Centri per l’Innovazione e <strong>il</strong><br />
Trasferimento Tecnologico, ossia strutture<br />
pubbliche, private o a capitale misto che si<br />
occupano di promuovere <strong>il</strong> trasferimento<br />
tecnologico dal mondo della ricerca alle<br />
imprese. Questi centri giocano un ruolo molto<br />
importante, soprattutto se si considerano le<br />
caratteristiche del sistema produttivo italiano,<br />
composto, come già detto, da imprese di<br />
medie e piccole dimensioni specializzate in<br />
settori a bassa tecnologia e, quindi, meno<br />
propense ad investire in r&s. In questa<br />
categoria rientrano i Parchi scientifici e i Poli<br />
Tecnologici, le Aziende Speciali e i Laboratori<br />
di Analisi delle Camere di Commercio, i Centri<br />
Tematici, le Agenzie di sv<strong>il</strong>uppo per <strong>il</strong><br />
territorio 33 .A fronte di questo sistema, <strong>il</strong><br />
seguente lavoro vuole tracciare una mappa<br />
dell’innovazione italiana, identificando quei<br />
settori in cui più spiccata è la capacità del<br />
Paese di produrre conoscenza e avanzamento<br />
tecnologico. Un’analisi che incrocia <strong>il</strong> mondo<br />
delle imprese, quello della ricerca pubblica,<br />
delle tante sinergie nate fra questi due poli e<br />
che si concentra sui seguenti comparti:<br />
meccanica, tess<strong>il</strong>e e aerospaziale per <strong>il</strong><br />
nelle università italiane. Sesto rapporto annuale” realizzato da<br />
Netval, Network per la valorizzazione della ricerca universitaria, 2008<br />
32 La valorizzazione della ricerca nelle università italiane. Sesto<br />
rapporto annuale” realizzato da Netval, Network per la valorizzazione<br />
della ricerca universitaria, 2008<br />
33 Classificazione IPI – Istituto per la Promozione Industriale – in<br />
Indagine sui centri per l’innovazione e <strong>il</strong> trasferimento tecnologico in<br />
Italia, 2005