Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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Non è un caso che Torino sia la sede del Castello di<br />
Rivoli, <strong>il</strong> primo museo d’arte contemporanea<br />
d’Italia e quello che gode di una maggiore fama a<br />
livello internazionale. Rispetto al sistema museale<br />
della città, come detto sopra, l’amministrazione<br />
comunale è stata la prima ad aver sperimentato un<br />
nuovo modello di governance, con l’istituzione di<br />
una <strong>Fondazione</strong> per la gestione dell’intero<br />
patrimonio civico museale. Da quindici anni Torino<br />
ospita inoltre Artissima, la fiera d’arte<br />
contemporanea più sensib<strong>il</strong>e alle nuove emergenze<br />
artistiche del Paese, punto di riferimento per le<br />
gallerie giovani e di ricerca. La città ha investito<br />
molto sul piano della visib<strong>il</strong>ità internazionale,<br />
ospitando eventi di grande risonanza come le<br />
Olimpiadi, e giocando un ruolo da protagonista su<br />
ambiti decisivi estremamente vicini al mondo<br />
culturale, come quello del design. Basti pensare<br />
alla nomina di prima World Design Capital ottenuta<br />
nel 2005 dall’International Counc<strong>il</strong> of Societies of<br />
Industrial Design.<br />
Altro esempio di best practice nella valorizzazione<br />
del territorio attraverso l'arte e la cultura<br />
contemporanea è <strong>il</strong> Trentino Alto Adige. Oltre ad<br />
aver dato vita a due grossi importanti musei d’arte<br />
contemporanea con progetti architettonici<br />
importanti ‐ <strong>il</strong> Mart di Rovereto e <strong>il</strong> Museion di<br />
Bolzano ‐, la Regione sostiene realtà di dimensioni<br />
più piccole ma non meno significative in termini di<br />
sperimentazione, sia dal punto di vista della ricerca<br />
artistica che della gestione, come la galleria Civica<br />
d’Arte Contemporanea di Trento, divenuta<br />
anch’essa <strong>Fondazione</strong> in grado di attirare l’ingresso<br />
di alcuni privati. La Regione si è dimostrata<br />
particolarmente sensib<strong>il</strong>e rispetto al tema del<br />
dialogo con <strong>il</strong> territorio, riuscendo così ad ospitare<br />
un evento internazionale importante, quale<br />
Manifesta, la Biennale d’arte contemporanea<br />
Europea, attenta alle nuove emergenze.<br />
Al di fuori di questi sistemi territoriali, vi sono<br />
alcuni musei di riconosciuta fama per essersi<br />
affermati come importanti centri produttivi d’arte<br />
contemporanea, quali la Galleria Civica di Modena,<br />
curata da Angela Vattese e la Gamec – Galleria<br />
d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo,<br />
curata da Giacinto di Pietrantonio, promotore,<br />
inoltre, di AMACI – Associazione Musei d’Arte<br />
Contemporanea Italiani. Quest’ultima è<br />
un’organizzazione non profit nata nel 2003 con lo<br />
scopo di fondare una vera cultura istituzionale<br />
dell’arte moderna e contemporanea in Italia, che<br />
oggi riunisce 24 tra i più importanti musei d’arte<br />
contemporanea del nostro Paese.<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 138<br />
Spostando l’attenzione verso l’Italia del Sud,<br />
purtroppo le esperienze significative sono molto<br />
meno numerose. Realtà di r<strong>il</strong>ievo è quella di<br />
Napoli, città in cui nello stesso anno, <strong>il</strong> 2005, sono<br />
stati aperti due centri di arte contemporanea di<br />
r<strong>il</strong>ievo: <strong>il</strong> MADRE ‐ Museo d'arte contemporanea<br />
DonnaREgina Napoli, e <strong>il</strong> PAN – Palazzo delle Arti<br />
Napoli. Mentre la ricchezza degli eventi proposti da<br />
questi due soggetti è indiscussa e le opere esposte<br />
in questi spazi appartengono ai più affermati artisti<br />
contemporanei, la sfida per questi centri di cultura<br />
è quella di non finire per assomigliare alle tanti<br />
cattedrali nel deserto succedutesi nel territorio<br />
campano e, più in generale nel Sud del Paese. Le<br />
difficoltà sono legate al fatto di essere inserite in<br />
un territorio dove la “rivoluzione culturale” è frutto<br />
di una politica calata dall’alto, che non ha saputo<br />
coinvolgere <strong>il</strong> territorio. Di fatto <strong>il</strong> rinnovamento<br />
culturale napoletano degli ultimi anni sta venendo<br />
strozzato da problemi sociali ed economici che la<br />
cittadinanza considera delle priorità molto più<br />
importanti dello sv<strong>il</strong>uppo culturale, proprio perché<br />
è mancata alla base una politica che ponesse al<br />
centro la cultura come strumento di<br />
riqualificazione per combattere l’esclusione<br />
sociale. Questa sfida è ancora più difficoltosa per <strong>il</strong><br />
CAM ‐ Contemporary Art Museum di Casoria. Un<br />
luogo che funge da incubatore per giovani talenti<br />
scoperti e coltivati con cura dal protagonista di<br />
questa incredib<strong>il</strong>e avventura: <strong>il</strong> direttore Antonio<br />
Manfredi, a sua volta scultore e fotografo<br />
globetrotter che del talent scouting ha fatto la sua<br />
missione. Nel 2005 <strong>il</strong> CAM nasceva dalla<br />
ristrutturazione di uno spazio comunale. Il progetto<br />
è proseguito anche dopo che, a sei mesi<br />
dall’accordo firmato con <strong>il</strong> Comune di Casoria, i<br />
finanziamenti pubblici sono stati sospesi in seguito<br />
allo scioglimento per inf<strong>il</strong>trazioni camorristiche<br />
della stessa amministrazione comunale. Da allora,<br />
nessun altro finanziamento pubblico è stato<br />
impegnato: né per iniziativa del Comune, né della<br />
Regione, né della Provincia. Tutto questo non ha<br />
fermato le attività, tanto che dopo pochi anni <strong>il</strong><br />
CAM può vantare una delle più cospicue collezioni<br />
di arte multimediale, così come di arte orientale,<br />
oltre ad aver costruito la più completa collezione di<br />
artisti napoletani contemporanei dal secondo<br />
dopoguerra ad oggi, grazie soprattutto a donazioni<br />
<strong>il</strong>lustri di privati.<br />
Per quanto riguarda invece <strong>il</strong> Centro Italia,<br />
qualcosa comincia a muoversi in Toscana, attorno a<br />
quello che è <strong>il</strong> secondo museo d’arte<br />
contemporanea fondato in Italia: <strong>il</strong> Centro Luigi