21.06.2013 Views

Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile

Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile

Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

5.2.2 Il nanotech<br />

Un altro settore in cui l’Italia sta crescendo è quello<br />

delle nanotecnologie, espressione, spesso abusata,<br />

con la quale si indica <strong>il</strong> complesso insieme di<br />

tecniche per manipolare la materia a livello<br />

molecolare e atomico. E’ un ramo della scienza<br />

che coinvolge diversi campi, capace di applicare la<br />

tecnologia microscopica alla costruzione di<br />

materiali e prodotti con particolari caratteristiche<br />

fisiche, ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i in diversi settori. Al di là delle<br />

definizioni, le nanotecnologie fanno ormai parte<br />

della nostra vita quotidiana, anche se spesso non<br />

ne siamo consapevoli: dalle marmitte catalitiche ai<br />

farmaci antibatterici, dai semiconduttori con cui<br />

navighiamo in rete alle protesi biomedicali. Si<br />

tratta di un universo pieno di risorse, una nuova<br />

frontiera di ricerca che potrà portare contributi<br />

sempre più avanzati. Non a caso anche l’Unione<br />

Europea ha incluso le nanotecnologie fra le aree<br />

scientifiche chiave su cui investire risorse ed<br />

energie nei prossimi anni. Seppure in ritardo<br />

rispetto al resto dell’Europa, anche le<br />

nanotecnologie “made in italy” si stanno<br />

muovendo: nel nostro Paese vi è un’intensa attività<br />

che mob<strong>il</strong>ita sia <strong>il</strong> settore pubblico che quello<br />

privato, anche se <strong>il</strong> quadro rimane ancora<br />

frammentario e richiede sforzi per incrementare le<br />

risorse e ottimizzare i risultati. Si tratta comunque<br />

di un comparto in crescita, come dimostra <strong>il</strong><br />

secondo censimento del centro studi Nanotech‐<br />

Airi effettuato nel 2006. Secondo i dati raccolti, i<br />

soggetti che operano in questo ambito sono 169, di<br />

cui <strong>il</strong> 60% appartenente al settore pubblico e <strong>il</strong><br />

restante 40% ad imprese private. Gli addetti alla<br />

ricerca sono passati dai 1330 r<strong>il</strong>evati nel primo<br />

censimento (2003), a circa 4300 53 . Lo spettro di<br />

attività è piuttosto variegato: si va dalla nano<br />

elettronica e micro macchine alle nano particelle,<br />

dai sistemi medicali/life science alla fotonica di<br />

punta, dai nano materiali foto catalitici ai<br />

trattamenti superficiali per ed<strong>il</strong>izia, ceramica,<br />

tess<strong>il</strong>e e metalli. In un sistema a forte vocazione<br />

manifatturiera come quello italiano, le<br />

nanotecnologie offrono la possib<strong>il</strong>ità di inserire<br />

nuove soluzioni nei cicli produttivi o di ricercare<br />

nuove applicazioni, elevando <strong>il</strong> livello tecnologico<br />

delle pmi dei distretti industriali tradizionali.<br />

Per quanto riguarda la ricerca pubblica, la mappa<br />

italiana si snoda a partire dall’Infm, l’Istituto<br />

53 Dati Airi (Associazione italiana per la ricerca industriale) – Nanotech<br />

It “Secondo censimento delle nanotecnologie italia”, 2006<br />

ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 94<br />

Nazionale di Fisica dei Materiali, e dai suoi quattro<br />

centri di eccellenza distribuiti sul territorio: <strong>il</strong> Nest<br />

di Pisa per la fisica nano metrica, <strong>il</strong> laboratorio<br />

Tasc di Trieste per i nano materiali, S3 di Modena<br />

per le nano strutture e le superfici, e <strong>il</strong> Nnl di Lecce<br />

per la nano elettronica e la bioelettronica. Da soli<br />

questi laboratori danno lavoro a circa la metà di<br />

tutti i ricercatori nano tecnologici dell’istituto. C’è<br />

poi <strong>il</strong> Cnr, al quale afferiscono circa 280 ricercatori<br />

che si occupano, a vario titolo, di nanotecnologie,<br />

all’interno di diverse strutture, fra cui: l’Ifn, Istituto<br />

per la Fotonica e le Nanotecnologie, l’Ismn,<br />

l’Istituto per lo Studio dei Materiali Nano<br />

Strutturati e l’Istm, l’Istituto per le Scienze e le<br />

Tecnologie Molecolari. Di recente istituzione è<br />

invece <strong>il</strong> Consorzio Interuniversitario Nazionale per<br />

la Scienza e la Tecnologia dei Materiali che mette<br />

in rete 44 università italiane all’interno delle quali<br />

viene svolta attività di ricerca sui materiali. Fra i<br />

centri citati, particolarmente interessante è<br />

l’attività svolta dal Laboratorio Nazionale di<br />

Nanotecnologie di Lecce, istituito nel 2004 grazie a<br />

un investimento complessivo di otto m<strong>il</strong>ioni di euro<br />

provenienti sia dal pubblico ‐ Cnr, Ministero<br />

dell´Università e della Ricerca e Università del<br />

Salento ‐ sia dal privato. Il laboratorio, in cui<br />

lavorano chimici, biologi, fisici, chimici e ingegneri,<br />

è un centro all’avanguardia per lo studio sui led e<br />

sulle celle solari di nuova generazione basate su<br />

polimeri e molecole organiche. Si tratta di un f<strong>il</strong>one<br />

di ricerca che ha ricadute industriali immediate,<br />

soprattutto per quello che riguarda l'<strong>il</strong>luminazione<br />

a basso consumo. Gli studi condotti sui materiali<br />

elettroluminescenti hanno permesso di sv<strong>il</strong>uppare<br />

delle pellicole luminose, micro e nano ottiche, che<br />

potranno sostituire le tradizionali lampade,<br />

“<br />

In questo ambito sono 169, di<br />

cui <strong>il</strong> 60% appartenente al<br />

settore pubblico e <strong>il</strong> restante<br />

40% ad imprese private. Gli<br />

addetti alla ricerca sono<br />

passati dai 1330 r<strong>il</strong>evati nel<br />

primo censimento (2003), a<br />

circa 4300<br />

”<br />

consentendo di avere superfici luminose a basso<br />

costo e a basso consumo. Di questo prodotto, che<br />

viene dalla nanotecnologia, sono già stati realizzati<br />

alcuni prototipi e brevetti che hanno richiamato<br />

l’attenzione di alcune imprese di arredamento. Un<br />

altro f<strong>il</strong>one di ricerca che si è sv<strong>il</strong>uppato in ambito<br />

pubblico, ma che ha avuto ricadute industriali e

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!