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I T A Premessa: L’Italia può battere la crisi<br />
L I A<br />
Ci troviamo nel pieno della più grave crisi<br />
economica mondiale dai tempi della crisi del ’29. Il<br />
Fondo Monetario Internazionale e l’OCSE hanno<br />
appena r<strong>il</strong>asciato previsioni per <strong>il</strong> 2009 molto<br />
negative con cadute dei PIL che vanno dal 3‐4%<br />
per alcuni Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Gran<br />
Bretagna, la Francia, la Spagna e la stessa Italia<br />
fino ad oltre <strong>il</strong> 5‐6% per altri come la Germania e <strong>il</strong><br />
Giappone.<br />
Le Banche non hanno ancora pienamente<br />
“ripulito” i loro b<strong>il</strong>anci e <strong>il</strong> problema dei titoli<br />
“tossici” non è ancora stato risolto efficacemente.<br />
Anche le economie emergenti sono state<br />
pesantemente colpite dalla crisi finanziaria e del<br />
commercio mondiale ed hanno cessato di essere<br />
delle “locomotive” per la crescita del mondo. Due<br />
comparti strategici per lo sv<strong>il</strong>uppo economico<br />
come l’ed<strong>il</strong>izia e l’auto soffrono di una pesante<br />
situazione di saturazione‐sovracapacità a livello<br />
mondiale che richiederà tempi lunghi per essere<br />
superata. I tassi di espansione economica globale<br />
a cui ci eravamo abituati negli ultimi anni<br />
sembrano ormai solo un ricordo.<br />
Ma non dobbiamo farci prendere dallo sconforto.<br />
L’Italia, in particolare, possiede dei punti di forza<br />
che le possono consentire di far fronte con<br />
successo alle conseguenze di questa profonda crisi<br />
economica planetaria, anche se le nostre stesse<br />
esportazioni sono state pesantemente colpite dal<br />
crollo del commercio internazionale.<br />
I motivi di fiducia che ci devono confortare<br />
traggono origine non solo dal basso livello di<br />
indebitamento delle famiglie italiane e dalla bassa<br />
esposizione del nostro sistema bancario alle<br />
turbolenze finanziarie innescate dallo scoppio<br />
della bolla immob<strong>il</strong>iare e dalla diffusione dei titoli<br />
“tossici”. La forza dell’Italia risiede soprattutto<br />
nella sua economia “reale”, nel suo sistema<br />
socioeconomico dinamico e diffuso sul territorio,<br />
che coniuga tradizione ed innovazione, varietà e<br />
qualità nel’offerta di prodotti e servizi apprezzati<br />
in tutto <strong>il</strong> mondo. Un’economia poco<br />
“finanziarizzata”, che in questi ultimi anni,<br />
caratterizzati da una folle crescita del debito<br />
privato in molti Paesi, ha invece tenuto i piedi ben<br />
saldi per terra, senza rincorrere le “bolle” della<br />
speculazione finanziaria e del settore immob<strong>il</strong>iare;<br />
una economia costruita sui punti di forza<br />
dell’acronimo ITALIA: Industria, Turismo,<br />
Agricoltura, Localismo e sussidiarietà, Innovazione<br />
e ambiente, Arte e cultura. Da questi punti di<br />
forza, quando verrà la ripresa dell’economia<br />
mondiale, l’Italia è pronta a ripartire per<br />
riaffermare la sua capacità di intraprendere e di<br />
primeggiare nello scenario competitivo globale.