Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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Germania, Regno Unito e Francia. Nel caso della<br />
frutta si aggiunge la Spagna. La Germania ed <strong>il</strong><br />
Regno Unito, assieme alla Svizzera, attraggono<br />
anche la produzione nazionale di frutta secca ed in<br />
guscio.<br />
Gli stessi comparti rappresentano anche le<br />
componenti più r<strong>il</strong>evanti dell’import (oltre 880<br />
meuro per gli ortaggi e 95 meuro per la frutta); nel<br />
biennio 2006‐2007 <strong>il</strong> tasso di crescita delle vendite<br />
supera, per entrambe le produzioni, quello<br />
registrato dagli acquisti sui mercati esteri. I Paesi di<br />
riferimento per gli ortaggi trasformati sono Francia,<br />
Spagna e Cina; la domanda nazionale è<br />
concentrata, oltre che sul pomodoro, sugli ortaggi<br />
congelati, lessati ed essicati. L’acquisto di frutta<br />
fresca viene prevalentemente effettuato, invece,<br />
da Ecuador, Costa Rica e Colombia, assieme a<br />
Francia e Spagna.<br />
3.3.5. Latte<br />
Nel panorama dell’Ue‐27, l’Italia è <strong>il</strong> quinto Paese<br />
produttore di latte ma si colloca al vertice della<br />
graduatoria europea per quanto riguarda <strong>il</strong> volume<br />
di produzione certificata con denominazione Dop e<br />
Igp, nonché la quantità di prodotti Dop e Igp<br />
esportati. Il 40% del latte italiano è destinato alla<br />
produzione di Dop e Igp (nel 2007 si tratta di 5,5<br />
m<strong>il</strong>ioni di tonnellate); per la Francia, se pur al<br />
secondo posto dopo l’Italia, la stessa quota è<br />
inferiore al 20%. La produzione di Dop è inoltre in<br />
costante crescita; nel 2007 si registra un<br />
incremento del 2% , con un contributo maggiore<br />
dei formaggi bufalini e del comparto ovicaprino.<br />
La produzione totale di latte ammonta nel 2007 a<br />
12,4 m<strong>il</strong>ioni di tonnellate, un volume più o meno<br />
stab<strong>il</strong>e e guidato dal comparto del latte vaccino ‐ <strong>il</strong><br />
più r<strong>il</strong>evante e corrispondente a circa <strong>il</strong> 93% del<br />
latte prodotto. Incrementi, se pur differenziati, si<br />
registrano invece per la produzione del latte da<br />
altre specie animali.<br />
Per quanto riguarda la componente della<br />
trasformazione industriale, essa mantiene <strong>il</strong><br />
primato in termini di incidenza sul fattore totale<br />
dell’agroalimentare italiano: 12,7%, seguito dalla<br />
f<strong>il</strong>iera vitivinicola (con un peso del 9,4%). Il trend di<br />
crescita del 2007 (+0,5%) non conferma tuttavia la<br />
dinamica molto positiva registrata nel 2006 ed è<br />
comunque inferiore a quello complessivo<br />
dell’industria agroalimentare. L’industria lattiero‐<br />
casearia resta infine caratterizzata da una bassa<br />
propensione all’export.<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 40<br />
Sul versante del commercio estero, si registra un<br />
aumento (+3%) del deficit della b<strong>il</strong>ancia<br />
commerciale (nel 2007: ‐1587 meuro) della f<strong>il</strong>iera,<br />
con <strong>il</strong> contributo di tutti i comparti ad eccezione di<br />
quello dei formaggi e latticini (con una contrazione<br />
del deficit del 28%). Il peso dell’export lattiero‐<br />
caseario sull’export totale agroalimentare resta<br />
comunque r<strong>il</strong>evante (6,6%) e di nuovo in crescita<br />
nel 2007, dopo un lieve calo nel 2006.<br />
Fig. 9 ‐ F<strong>il</strong>iera latte. Esportazioni. Var. % '05‐06 e '06‐'07<br />
Fonte: elaborazione Coldiretti su dati Ismea<br />
Il valore delle vendite all’estero di latte e derivati<br />
ammonta a oltre 1,5 m<strong>il</strong>iardi di euro, in crescita,<br />
nel 2007, del 14%. Il trend positivo è riconducib<strong>il</strong>e<br />
principalmente al comparto formaggi e latticini (più<br />
di 1,3 mld euro, con una crescita del 7%). In<br />
particolare, i prodotti freschi e latticini assorbono<br />
una quota del 35%, in crescita rispetto al 2006 del<br />
2,3% (in volume). Sempre in termini di volumi<br />
raggiunti, all’export di formaggi e latticini, segue<br />
quello di burro (37 meuro), di latte in polvere e<br />
condensato (20 meuro) e, infine, di latte e yogurt<br />
(nel caso del latte si passa nel 2006‐2007 da 5 a 12<br />
meuro). Per quanto riguarda i mercati di sbocco<br />
della produzione lattiero‐casearia, quattro Paesi<br />
assorbono, da soli, oltre la metà delle vendite<br />
nazionali: Germania, Francia, Usa e Regno Unito. A<br />
Spagna e Svizzera sono invece destinate quote del<br />
7%. Tutti i Paesi, ad eccezione della Germania,<br />
hanno potenziato, nel 2007, <strong>il</strong> loro ruolo di<br />
acquirenti verso l’Italia. Il comparto dei formaggi e<br />
latticini ha <strong>il</strong> peso più r<strong>il</strong>evante (44%) anche<br />
sull’import della f<strong>il</strong>iera, con 1,3 m<strong>il</strong>iardi di euro su<br />
un totale di 3 m<strong>il</strong>iardi. Si registra comunque una