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L’obbiettivo di rendere comunicab<strong>il</strong>i anche ad un<br />

pubblico non di settore temi da sempre considerati<br />

per soli addetti ai lavori continua ad essere una<br />

scelta vincente, come dimostrano manifestazioni<br />

con un’età anagrafica molto inferiore. È <strong>il</strong> caso, ad<br />

esempio, del Festival dell’Economia di Trento,<br />

giunto alla sua terza edizione nel 2008. Grazie alla<br />

partecipazione diretta dei protagonisti del mondo<br />

dell'impresa, della ricerca, dei media e della<br />

politica, che si confrontano sui temi caldi<br />

dell’economia, in pochi anni si sono raggiunte le<br />

70.000 presenze (dati riferiti all’edizione del<br />

2007) 170 . Di recente è stata presentata la ricerca<br />

realizzata da Mariangela Pranch, professore<br />

ordinario di marketing presso la Facoltà di<br />

Economia dell’Università di Trento, che, oltre al<br />

Festival dell’Economia, prende in considerazione<br />

anche <strong>il</strong> F<strong>il</strong>m Festival della Montagna. I dati dello<br />

studio dimostrano come, a fronte di un<br />

investimento da parte dall’amministrazione locale<br />

di circa un m<strong>il</strong>ione di euro, solo per la rassegna sui<br />

temi economici, <strong>il</strong> ritorno per la città è stato di<br />

circa 2.300.000 euro. Gli incassi hanno cioè<br />

doppiato la spesa.<br />

Di grande r<strong>il</strong>evanza sono poi quei progetti che<br />

lavorano sulla comunicazione del linguaggio<br />

contemporaneo. L’esperienza di Xing è<br />

emblematica. I professionisti che ne fanno parte<br />

hanno saputo declinare <strong>il</strong> loro spirito creativo<br />

rispondendo all’esigenza di un determinato<br />

bisogno di immagine delle imprese. Il contesto in<br />

cui questa realtà prende forma è quello della città<br />

di Bologna, territorio particolarmente adatto per la<br />

convergenza di alcuni fattori, quali la presenza del<br />

Dams, di numerosi studi di comunicazione e per<br />

l’adiacenza con la Romagna, luogo in cui si sono<br />

sv<strong>il</strong>uppate diverse competenze relative<br />

all’economia del turismo e dell’intrattenimento. La<br />

professionalità maturata dai membri di questo<br />

network è cresciuta attorno ad un’esperienza<br />

significativa della passata produzione culturale del<br />

territorio: <strong>il</strong> Link Project, nato come centro sociale<br />

e divenuto un esperimento di politica culturale.<br />

Nell’arco di soli 6 anni <strong>il</strong> successo raggiunto è stato<br />

clamoroso sotto vari punti di vista: nel 2000 un<br />

centinaio di persone lavoravano in questo spazio, <strong>il</strong><br />

giro d’affari si aggirava attorno a 2.500.000 euro e<br />

70.000 tesserati. 171 In corrispondenza degli stessi<br />

anni, in modo piuttosto evidente <strong>il</strong> progetto<br />

170 http://turismotrentino.wordpress.com/2008/05/15/festival‐<br />

economia‐a‐trento.<br />

171<br />

Aldo Bonomi e Enzo Rullani, Il lavoro al tempo del capitalismo<br />

personale, Enaudi, 2005, pag. 201.<br />

ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 141<br />

originario mostrava grosse contraddizioni e<br />

fallimenti sotto altri punti di vista, soprattutto in<br />

relazione al non verificarsi delle condizioni adatte<br />

per lo sv<strong>il</strong>uppo di un dialogo propositivo con le<br />

istituzioni e con <strong>il</strong> territorio. Lo spazio ha<br />

continuato a vivere per alcuni anni sotto diverse<br />

forme nel tempo, ma le fratture interne tra i suoi<br />

collaboratori si erano già consumate. Dal 2000 <strong>il</strong><br />

settore visual e performativo del Link Project è<br />

confluito in una nuova esperienza di imprenditoria<br />

privata: <strong>il</strong> network culturale Xing, ossia una rete<br />

informale tra soggetti accomunati dalla volontà di<br />

lavorare sulla comunicazione del linguaggio<br />

contemporaneo, impegnato nella progettazione ed<br />

organizzazione di eventi, produzioni e<br />

pubblicazioni, contraddistinti da uno sguardo<br />

interdisciplinare sulla cultura contemporanea. La<br />

prima grande esperienza ha preso avvio nel 2001<br />

con la prima edizione del festival audiovisivo<br />

Netmage a Bologna, oggi affermatosi come uno dei<br />

punti di riferimento mondiali per quel campo<br />

indefinib<strong>il</strong>e che è l’immagine in movimento, al<br />

confine tra le sperimentazioni più estreme di<br />

cinema, arte, suono, installazione, elettronica, live<br />

media. Dopo Netmage sono venuti F.I.S.Co sullo<br />

spettacolo contemporaneo (sempre a Bologna),<br />

Flora a Firenze sui live media e Art Fall a Ferrara.<br />

Infine, altra esperienza che continua ad essere<br />

innovativa, nonostante i suoi 22 anni di vita, è Time<br />

in Jazz, rassegna musicale ideata dal trombettista<br />

Paolo Fresu. Fin dagli esordi la manifestazione si<br />

afferma per <strong>il</strong> suo spirito originale, in grado di<br />

mettere assieme musica, paesaggio e ambiente, in<br />

un formidab<strong>il</strong>e mix di arte e natura. Da sempre la<br />

rassegna ha scelto di essere luogo di confronto in<br />

grado di misurarsi sui grandi temi, sogni o desideri.<br />

Attorno al soggetto prescelto si costruiscono<br />

eventi, invitando musicisti e artisti, chiamati a<br />

partecipare ad un festival happening,<br />

caratterizzato da imprevisti e sorprese che<br />

rendono lo spettacolo un evento unico. Forte è la<br />

sensib<strong>il</strong>ità del festival e del suo direttore artistico<br />

nei confronti delle tematiche ambientali: l’impegno<br />

ecologico si concretizza sia con la presenza, nei<br />

diversi luoghi in cui si svolge la rassegna, di appositi<br />

“Green corner”, sia attraverso la partecipazione al<br />

progetto “Clean planet”, con interventi di<br />

azzeramenti di Co2 prodotta durante <strong>il</strong> festival.<br />

Per quanto riguarda <strong>il</strong> comparto musicale, la prima<br />

difficoltà che emerge nell’analisi consiste<br />

nell’impossib<strong>il</strong>ità di fornire una stima relativa alla<br />

produzione, non solo per la mancanza, cui si

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