Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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L’Italia dispone di un patrimonio culturale<br />
d’eccellenza. Tuttavia, risulta diffic<strong>il</strong>e avere un<br />
panorama complessivo delle opportunità e della<br />
ricchezza che questo riesce a generare nel Paese<br />
perché, a differenza della<br />
“<br />
maggior parte dei paesi<br />
dell’Unione Europea, in Italia<br />
non esistono ricerche ed<br />
approfondimenti a livello<br />
nazionale sull’industria<br />
culturale e creativa. Questo<br />
vuoto rischia di non riuscire a<br />
valorizzare adeguatamente le risorse del nostro<br />
Paese, dovendo ricorrere a criteri di misurazione<br />
sv<strong>il</strong>uppati sulla base di contesti socio‐economici<br />
estremamente differenti dal nostro o troppo ampi<br />
per poter cogliere la specificità della realtà<br />
nazionale. Questa mancanza è stata r<strong>il</strong>evata solo in<br />
tempi recenti dalle istituzioni italiane. Nel 2006, <strong>il</strong><br />
Ministro dei Beni e delle Attività Culturali ha dato<br />
vita ad una commissione ministeriale ad hoc per<br />
l’elaborazione di un “Rapporto sulla Creatività e<br />
Produzione di Cultura in Italia”, di prossima<br />
pubblicazione. La definizione di industria culturale<br />
e creativa adottata in questo rapporto è ampia.<br />
All’interpretazione di stampo anglosassone fondata<br />
sulla produzione di contenuti, sulla loro protezione<br />
intellettuale e sulle nuove tecnologie della<br />
comunicazione, si aggiunge una componente che<br />
mette in primo piano <strong>il</strong> valore culturale delle<br />
industrie design‐based, ossia quelle attività<br />
economiche in cui la qualità, la tradizione e la<br />
cultura materiale svolgono un ruolo di primo piano.<br />
Sulla base di questa impostazione si riconosce un<br />
modello di Creatività per la Qualità Sociale, in cui<br />
creatività e produzione di cultura servono come<br />
input per la coesione e l’inclusione sociale,<br />
favorendo lo sv<strong>il</strong>uppo della progettualità del<br />
singolo. Diversa è invece la Creatività per<br />
l’Innovazione che, insistendo sugli aspetti<br />
tecnologici, ha come elementi fondanti la ricerca<br />
scientifica, i mercati, <strong>il</strong> business, la<br />
commercializzazione dei prodotti e dei servizi<br />
creativi. Mentre quest’ultima impostazione è tipica<br />
dei paesi nord‐europei e nord‐americani, per gli<br />
autori del “Libro Bianco sulla Creatività” <strong>il</strong> modello<br />
della Creatività per la Qualità Sociale è più consono<br />
a descrivere i processi creativi dei paesi del<br />
Mediterraneo, africani, latinoamericani ed asiatici.<br />
In questo quadro, l’Italia occupa un interessante<br />
posizione di intermediazione tra chi punta<br />
sull’innovazione tecnologica e gioca un ruolo di<br />
primo piano per <strong>il</strong> raggiungimento di nuovi successi<br />
L’Italia è tra quei paesi<br />
europei in cui <strong>il</strong> settore<br />
culturale e creativo ha fornito<br />
<strong>il</strong> maggiore contributo al PIL<br />
nazionale, rispetto a tutti i<br />
settori presi in esame<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 109<br />
in questo campo e chi vuole che <strong>il</strong> progresso della<br />
creatività sia modellato dalle ragioni etiche e dalla<br />
qualità estetica e sociale del vivere comune.<br />
Secondo questo rapporto, <strong>il</strong> sistema delle industrie<br />
culturali in Italia è un<br />
macrosettore trasversale e<br />
intersettoriale, che vale 9,31%<br />
del PIL e impiega più di 2,8<br />
m<strong>il</strong>ioni di addetti. 79 Se si<br />
restringe <strong>il</strong> campo d’indagine<br />
alle sole fasi di concezione e<br />
produzione della f<strong>il</strong>iera<br />
(escludendo tutte le attività inerenti alla<br />
distribuzione), le attività delle industrie culturali e<br />
creative in Italia rappresentano <strong>il</strong> 4,46% del PIL e <strong>il</strong><br />
5,66% dell’occupazione. 80 Gran parte dei dati presi<br />
in esame provengono dall’Istituto Guglielmo<br />
Tagliacarne 81 , salvo per alcuni settori 82 ”<br />
. L’approccio<br />
adottato dall’Istituto è vicino a quello fatto proprio<br />
dalla Commissione Ministeriale presieduta da<br />
Walter Santagata. Di fatto, sim<strong>il</strong>e è l’obbiettivo<br />
perseguito da entrambi i lavori: far emergere <strong>il</strong><br />
ruolo di un insieme di aziende trasversali<br />
all’economia, potenzialmente collegab<strong>il</strong>i al<br />
patrimonio culturale presente sul territorio,<br />
quantificandone <strong>il</strong> peso in termini di valore<br />
aggiunto prodotto ed occupazione. Tale vicinanza<br />
di prospettive rappresenta un ulteriore conferma<br />
di quanto gli studi sulle industrie culturali e<br />
creative siano fortemente influenzati dal contesto<br />
socio‐economico di riferimento.<br />
79 Valore maggiore di altri settori quali, ad esempio, quello dei<br />
Trasporti (7,66%), Poste e Telecomunicazioni (2,31%), Energia<br />
(2,01%), Libro Bianco sulla Creatività, Commissione sulla Creatività e<br />
Produzione di Cultura in Italia presieduta da Walter Santagata, 2009,<br />
pag. 22. Il valore qui considerato è significativo, perché l’ampia<br />
definizione del settore culturale adottata nel rapporto finisce per<br />
includere un ampio spettro di attività: dalla Cultura Materiale (che<br />
abbraccia tutto <strong>il</strong> mercato dei beni e dei servizi alla persona, quali la<br />
Moda, <strong>il</strong> Design Industriale e Artigianato, l’Industria del Gusto), si<br />
passa all’Industria dei Contenuti (che si articola in Software, Editoria,<br />
TV e Radio, Pubblicità e Cinema) e alle attività connesse alla<br />
valorizzazione del Patrimonio Storico e Artistico (oltre alla gestione di<br />
musei, monumenti e aree archeologiche, qui si include anche<br />
l’Architettura, l’Arte Contemporanea, la Musica e lo Spettacolo dal<br />
vivo).<br />
80 Ibidem, pag 24.<br />
81 Le attività economiche collegate alla valorizzazione del patrimonio<br />
culturale, realizzato dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne per <strong>il</strong><br />
Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 2007.<br />
82 Sono esclusi i dati inerenti i sottosettori: Arte Contemporanea,<br />
Patrimonio Culturale e Industria del Gusto.