Scarica il documento - Fondazione toscana sostenibile
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investimenti in ricerca e sv<strong>il</strong>uppo, nel 2005, veniva<br />
realizzato da imprese con almeno 500 addetti 21 . Lo<br />
stessa dicasi per la quantità di brevetti registrati,<br />
che vede le grandi imprese fare la parte del<br />
leone 22 .<br />
Altro problema non trascurab<strong>il</strong>e è la quantità di<br />
risorse umane dedicate. Anche questo parametro<br />
denota <strong>il</strong> ritardo dell’Italia rispetto all’Europa. Nel<br />
nostro Paese, infatti, solo 4 occupati su m<strong>il</strong>le sono<br />
impiegati in attività di r&s nelle imprese, contro i<br />
12 della Francia, gli 11 della Germania e una media<br />
europea pari a 8,6 23 . C’è poi anche <strong>il</strong> fattore<br />
capitale umano, elemento indispensab<strong>il</strong>e allo<br />
sv<strong>il</strong>uppo di nuova conoscenza. Da questo punto di<br />
vista, l’Italia registra un numero sempre crescente<br />
di persone con elevati livelli istruzione, ma la<br />
composizione per disciplina del numero dei<br />
laureati evidenzia una carenza nelle aree tecnico‐<br />
scientifiche 24 .<br />
Al di là di questi risultati poco br<strong>il</strong>lanti, l’Italia<br />
rimane comunque un paese in grado di esprimere<br />
creatività e innovazione, anche senza investire in<br />
ricerca. Un risultato<br />
paradossale, questo, che si<br />
spiega con <strong>il</strong> peso che<br />
l’innovazione “informale” ha<br />
all’interno delle imprese<br />
italiane. In un sistema a forte<br />
vocazione manifatturiera,<br />
composto principalmente da<br />
piccole e medie imprese, la<br />
“<br />
ricerca formalizzata rappresenta solo una parte<br />
delle attività innovative alla base della<br />
competitività tecnologica e della capacità di<br />
introdurre nuovi prodotti. “In questi settori, le<br />
attività non formalizzate diffic<strong>il</strong>mente misurab<strong>il</strong>i<br />
come <strong>il</strong> design, la progettazione, l’introduzione di<br />
nuovi materiali e nuove prestazioni nei prodotti<br />
stessi, possono ricoprire un ruolo addirittura più<br />
importante della ricerca di laboratorio” 25 . Esiste di<br />
fatto un’innovazione di routine che non sempre<br />
lascia traccia nei b<strong>il</strong>anci sotto la voce “spese di<br />
ricerca”. A tale proposito, l’economista<br />
statunitense W<strong>il</strong>liam Baumol, nel libro “La<br />
21<br />
Libro verde sull’innovazione, di <strong>Fondazione</strong> Cotec, Edizioni Sole 24<br />
ore, 2007<br />
22<br />
Osservatorio Unioncamere Brevetti e Marchi, Retecamere Scrl,<br />
2008<br />
23<br />
Dati Ocse in Libro verde sull’innovazione, di <strong>Fondazione</strong> Cotec,<br />
Edizioni Sole 24 ore, 2007<br />
24<br />
Dati Eurostat in Libro verde sull’innovazione, di <strong>Fondazione</strong> Cotec,<br />
Edizioni Sole 24 ore, 2007<br />
25<br />
Rapporto su Ricerca e Innovazione in Italia, Centro Studi<br />
Confindustria, 2003<br />
Nel nostro Paese si fa tanta<br />
ricerca “informale”, basata su<br />
attività non codificate, frutto<br />
più del saper fare quotidiano<br />
che di specifiche attività di<br />
laboratorio<br />
ITALIA –Geografie del nuovo made in Italy ‐ 83<br />
macchina dell’innovazione”, sottolinea come siano<br />
proprio piccole migliorie e modifiche tecniche di<br />
prodotti e processi preesistenti a spiegare<br />
l’aumento della produttività delle imprese, mentre<br />
i radicali avanzamenti dell’innovazione hanno un<br />
ruolo importante, ma non esclusivo 26 . Sembra<br />
quindi che in Italia si faccia tanta ricerca nel<br />
“sottoscala”, come confermato anche dal rapporto<br />
Censis che parla di una propensione<br />
all’innovazione delle aziende italiane basata su<br />
“attività non codificate, frutto più del saper fare<br />
quotidiano che di specifiche attività di<br />
laboratorio” 27 . Se è vero, quindi, che i dati<br />
nazionali ed internazionali restituiscono l’immagine<br />
di un paese in affanno, è altrettanto vero che<br />
questi dati non riescono a cogliere l’esistenza di<br />
processi di sv<strong>il</strong>uppo impliciti in molte imprese<br />
italiane di piccole dimensioni, specie in quelle che<br />
operano nei settori tradizionali del made in italy.<br />
Un indicatore ut<strong>il</strong>e a “leggere” la capacità<br />
innovativa del sistema Italia, al di là di quella<br />
evidenziata dai parametri usuali, è la percentuale<br />
di nuovi prodotti sul fatturato.<br />
Come evidenziato anche da<br />
Confindustria:“considerando<br />
questo elemento, <strong>il</strong> modello<br />
di innovazione italiano appare<br />
più evidente. Emerge<br />
chiaramente come la nostra<br />
competitività si basi su una<br />
forte capacità di innovare che<br />
non si identifica e non trova origine nella spesa per<br />
ricerca, come r<strong>il</strong>evato dagli indicatori<br />
tradizionali” 28 . Non a caso, fra gli aspetti positivi<br />
segnalati dal rapporto Cotec 2008 c’è proprio la<br />
crescita di quelle piccole e medie imprese che<br />
affrontano la competizione del mercato globale<br />
soprattutto incrementando la qualità dei prodotti ‐<br />
<strong>il</strong> 71%, contro <strong>il</strong> 64% della media europea ‐ e che<br />
ottengono, in media, <strong>il</strong> 12% del loro fatturato<br />
dall’immissione sul mercato di prodotti e servizi<br />
innovativi. Un risultato, questo, migliore di quello<br />
ottenuto da Germania, Spagna e Francia 29 ”<br />
. Il<br />
problema è che, continua la <strong>Fondazione</strong> Cotec, “ la<br />
scarsa integrazione con le attività di ricerca di base<br />
e la bassa propensione alla cooperazione fanno sì<br />
che questi processi siano spesso isolati e non<br />
26<br />
W<strong>il</strong>liam Baumal, “La macchina dell’innovazione. Tecnologia e<br />
concorrenza nel capitalismo”, Università Bocconi, 2004<br />
27<br />
41° Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese,<br />
<strong>Fondazione</strong> Censis<br />
28<br />
Rapporto su Ricerca e Innovazione in Italia, Centro Studi<br />
Confindustria, 2003<br />
29<br />
Rapporto annuale sull’innovazione 2008, <strong>Fondazione</strong> Cotec