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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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156 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1luci e le sue ombre, in mezzo a sfide e opportunità.Visto che l’ho vista nascere e l’ho accompagnatain tutti questi anni, confesso chela amo e, la considero necessaria per il futurodel francescanesimo in Europa, dal momentoche oggi più che mai ne vedo la necessità.Dato che la società europea si è organizzatafino a formare una “unione”, “L’Unione Europea”,noi francescani di questo continente nonpossiamo affrontare separati il futuro. L’UF-ME, nacque con la volontà di crescere insiemee di rispondere insieme, come Frati Minori, allesfide che ci lancia l’Europa. Quando in Europasono caduti tanti muri, noi francescani europeinon possiamo non sentirci chiamati ad attraversareogni tipo di “frontiere” che potrebberosepararci: frontiere culturali e frontiere antropologiche.Tra noi la diversità è forte, ma questanon può mai essere vista come una minaccia,ma come una manifestazione ed epifania diDio sempre fecondo. Il nostro presente e, piùancora, il nostro futuro stanno nel camminareinsieme, nel pensare presenze e opere insieme,nell’unire le nostre energie fino a creare unasinergia tale che ci permetta di riqualificare,rinnovare e rilanciare la nostra vita evangelica,rendendola significativa, ossia comprensibile eprovocativa per l’uomo d’oggi. Oltre alle attivitàche realizziamo insieme – penso all’incontrodei giovani <strong>OFM</strong> di Budapest e Firenze, comeai due meeting dei giovani francescani celebratiad Assisi e a Santiago – dobbiamo darci la manoper costruire insieme un futuro per il francescanesimoeuropeo.Diciamo che il nostro continente è profondamentesecolarizzato, ed è vero. Ciò non èsolo una difficoltà, è anche un’opportunità cheabbiamo di fronte per rinnovare l’ardore missionarioe seminare la Parola di Dio in questeterre di antica tradizione cristiana. L’Europa habisogno di uomini che diano il proprio tempo,amore e l’intera vita al Signore e al Vangelo.L’Europa ha bisogno di frati che traggano forzadalle proprie povertà e debolezze, ma sempreaperti alla grazia del Signore. L’Europa habisogno di Frati Minori appassionati di Cristoe dell’umanità “affamata” del pane del Vangelo.L’Europa ha bisogno di apostoli che nonagiscano come “solisti”, come individui isolatie come Entità “isole”, ma come “corale”, nel“noi” dell’UFME. Dobbiamo saper coniugare“l’io” dentro il “noi”, e armonizzare le esigenzedelle persone – che sono sempre esseri inrelazione – e delle Entità – sempre appartenentialla Fraternità universale – con le esigenzedell’Ordine in Europa. In altre parole, “l’io”di ogni frate ed il “mio” di ogni Entità non puòessere compreso isolatamente, ma dentro al“noi”. L’Europa ha bisogno di un segno forte,di una fraternità che superi le frontiere dellastessa Unione Europea. L’Europa ha bisognodi missionari ed evangelizzatori che rendanoporose le nostre differenze per permettere ilflusso dell’intercomunione e dell’intercomunicazione.Celebriamo oggi la nostra giornata, la Giornatadella Vita Consacrata. In questo giornoringraziamo Dio per la nostra vocazione diconsacrati. E mentre preghiamo per le vocazionialla vita consacrata, in modo particolareper le Province dell’Europa, rinnoviamo, dalpiù profondo del nostro cuore, il nostro donarciper Cristo, a fondo perduto. Quando la culturaambientale non aiuta a fare scelte definitive ea prendersi impegni per tutta la vita, e quandola sistemazione nel provvisorio e nell’effimerorende difficile imbarcare la propria esistenzain un donarsi senza ritorno, noi, partendo dallafede e fiducia in Colui che rimane semprefedele, rinnoviamo la nostra consacrazione aColui che ci si presenta come il tutto: il bene, ilsommo bene, la bellezza, la ricchezza a sazietà.Dalla nostra povertà, ci apriamo al misterodi Dio perché egli “invada” la nostra esistenza,prendendo possesso personale e amichevole dicoloro dei quali Egli era già signore come creatore.“Se la tua vita è Cristo, manifestalo”, recitaun verso che considero molto appropriatoper noi, Frati Minori d’Europa, in quest’ora digrazia che stiamo vivendo. Nella celebrazionedella festa della luce si manifesta la nostravocazione e missione: essere luce nelle tenebre,comunicare con la nostra vita e le nostreparole colui che è “luce per illuminare tutte lenazioni”, come confessa il vecchio Simeone;parlando del “bambino”, come faceva Anna,a quanti hanno fame della pienezza, fame diDio. “Non sono più io che vivo, ma Cristo vivein me” (Gal 2,20). La vita di Paolo, la vitadi Francesco, la vita di tanti nostri fratelli, fututta per Cristo e Cristo fu il loro vivere, riempiendola loro esistenza di senso e significato.Tutto un programma di vita per noi consacratiin questo terzo millennio, se vogliamo che lanostra vita sia piena di senso per noi stessi esia significativa per gli altri: vivere per Cristo,vivere di Cristo.Con la presentazione di Gesù al tempio,si compie il tempo predetto da Daniele, che

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