E SECRETARIATUPRO FORMATIONE ET STUDIIS1. Festa della Pontificia Università Antonianume del Gran Cancelliere1. CronacaVenerdì, 15 gennaio, si è celebrata la Festadell’Università e del Gran Cancelliere,quest’anno <strong>2010</strong> anticipata di un giorno, essendola data scelta per l’Atto Accademico il16 gennaio, ossia la festa liturgica dei ProtomartiriFrancescani, significativamente sceltadal venerabile Pio XII nel 1946 per firmare laLettera apostolica Exulta, Lusitania felix; o felixPadua, gaude con cui iscrisse sant’Antonionell’albo dei dottori della Chiesa universalecon il titolo di Doctor evangelicus.In questo contesto si è svolta una giornatadi studio sulla Chiesa in Cina, per celebrare ilVII Centenario dell’ordinazione episcopale diFr. Giovanni da Montecorvino, primo vescovoin terra di Cina, in quanto nominato arcivescovodi Khambaliq – attuale Beijiing, ossia Pechino– e Patriarca dell’Estremo Oriente. Larecita in cinese, da parte dello studente cineseFr. Didacus ofm, della preghiera per la beatificazionedi Giovanni da Montecorvino hadato inizio all’incontro in cui sono intervenutiil prof. Francesco D’Arelli, con la relazioneAlla corte dei Mongoli: cristianità e francescaninella Cina dei secoli XII-XIV, e il prof.p. Wilhelm K. Müller, svd, il quale ha trattatoil tema: Viva è la Parola di Dio ed efficace:attualità della Chiesa in Cina. Al termine Fr.José Rodríguez Carballo, Ministro generale eGrande Cancelliere della Pontificia UniversitàAntonianum, ha presentato il ruolo dei francescaninell’evangelizzazione della Cina.Il prof. D’Arelli ha iniziato il suo interventoricordando l’importanza di Sinica Franciscana,una collana indispensabile per chiunquevoglia studiare la storia del cristianesimo e inparticolare del francescanesimo in Cina; tuttaviaper gli inizi di tale avventura ha indicatocome un’ottima sintesi il libro di Pacifico Sella,Il Vangelo in Oriente. Giovanni da Montecorvino,frate minore e primo Vescovo in terradi Cina (1307-1328) (Edizioni Porziuncola,Assisi 2008). Proprio da questi studi emergeche la storia della evangelizzazione della Cinae dell’Asia in generale è stata sempre avvincente,affascinante a motivo anche dei problemi,persecuzioni e tensioni che ha dovutoaffrontare.L’impulso alla presenza francescana nelcontinente asiatico è stato dato dallo stessosan Francesco, a cui segue Giovanni da Piandel Carpine, inviato come legato presso i tartari,i quali, sotto la guida di Gengis Khan,erano giunti fino a Kiev, ma anche ai confinidella Polonia e persino della penisola italiana.Il papa Nicolò IV inviò Giovanni da Pian delCarpine presso i Tartari per farne conoscenza,proporre la conversione al cristianesimo echiedere la pace. Il Gran Khan rispose con unalettera ancora conservata oggi in cui introduceuno dei problemi ancora oggi presenti nel rapportocon i popoli dell’Estremo Oriente, ossial’idea di un primato sul resto del mondo.I primi segni del cristianesimo in Cina sonodel secolo VII con la presenza di cristiani siroorientali,comunemente denominati nestoriani,ricordati anche da una stele ritrovata. Nellefonti cinesi non c’è abbondanza di notizie suicristiani, che sono unificati sotto una unicadefinizione, senza distinguere tra nestoriani ocattolici romani.Giovanni da Montecorvino scrisse al Papache i cristiani erano accusati di essere deimaghi, capaci di corrompere gli uomini e farimpazzire la gente. Tali accuse vengono rilanciateanche a distanza di secoli, compresi i nostrigiorni.Accanto ai Frati Minori vi sono i mercantiveneziani che sono compagni e finanziatori diqueste missioni francescane. Come evidenziatonel libro di Pacifico Sella, Giovanni daMontecorvino è il primo vescovo in terra diCina. Le persone convertite in quel periodo inmaggioranza non erano cinesi perché il potereera in mano ai Mongoli, detti pure Tartari,tuttavia egli presenta un metodo di evangelizzazionepopolare con immagini cristiane accompagnateda didascalie.Il P. Wilhelm K. Müller, della Congregazionedei Verbiti, ha ricordato che alla fine delsecolo XIX i verbiti giunti in Cina trovaronoin un villaggio dei cristiani che si vantavano diessere discendenti dell’evangelizzazione fatta
80 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1secoli prima da Giovanni da Montecorvino.Quindi possiamo affermare che viva ed efficaceè la Parola di Dio, come dimostra anchela vicenda del venerabile Fr. Gabriele Allegrache fondò l’attuale studio biblico di HongKong.La Cina sta vivendo oggi un momento dievoluzione in cui le situazioni cambiano a secondadei luoghi, dei tempi e dei modi di vederela realtà.Attualmente la Chiesa e la religione sonodiventate realtà accettabili in Cina, con studiosi,pubblicazioni, istituti e professori che si occupanodel cristianesimo. La Cina non è mai statacosì aperta al cristianesimo come oggi, come dimostranodiverse attività educative e i seminaripresenti nel territorio. In questa realtà emergono,tuttavia, dei problemi quali la formazionedei giovani, soprattutto preti, religiosi e suore;infatti l’ateismo e il materialismo sono presentiovunque e anche nei giovani cattolici. Mancala profondità della spiritualità, così come sisente la mancanza di generazioni di sacerdoti e,pertanto, quando si deve scegliere dei candidatiall’episcopato o sono troppo anziani o troppogiovani. Per questo si cerca di inviare i giovanisacerdoti a formarsi a Roma o altrove. Si percepisceanche un calo delle vocazioni, dovuto allapolitica del figlio unico. Altra questione apertaè la separazione della Chiesa: infatti anche setutti sono fedeli al Papa e ai dogmi della fede,c’è la presenza opprimente dell’AssociazionePatriottica che crea problemi. Davanti a tuttociò si può dire che c’è speranza per la Cina e perla Chiesa in Cina.Al termine Fr. José Rodríguez Carballo haricordato che la missione francescana è stataun continuo espandersi: dall’Umbria alla presenzatra i saraceni, in India, in Cina. Ripercorrendole tappe principali della presenza francescanain Cina, le sintetizza in cinque momenti:le vie umane percorse dai missionari, accantoa mercanti ed esploratori; la promozione umanae culturale con attenzione alla lingua e allacultura cinese, alla cura dei lebbrosi, dellebambine e degli orfani, l’annuncio esplicitodel Vangelo, le diffusione del libro sacro, attraversotraduzioni – come mostra la vicendadel venerabile Gabriele Allegra –, la testimonianzadel martirio. L’evangelizzazione dellaCina presenta anche delle sfide, quali l’inculturazionecon la conseguente implantatio <strong>Ordinis</strong>,la creazione di strumenti di collaborazionee di riconciliazione, prima di tutto nellaChiesa in Cina, seguendo le indicazioni dellaLettera di Benedetto XVI, l’attività sociale, lacollaborazione con le altre realtà francescane,quali le Suore Francescane Missionarie di Mariae l’Ordine Francescano Secolare.Concludendo ha affermato che se bello è ilpatrimonio francescano in Cina, altrettanto èla responsabilità missionaria per l’Ordine.La giornata si è conclusa con l’assegnazionedel Premio San Francesco rispettivamentea Benedik H. Mertens per il suo volume Solitudoseraphica e a Luca Parisoli per l’operaLa Summa fratris Alexandri e la nascita dellafilosofia politica francescana.Fr. Fulvio, Guardiano della fraternità diMontecorvino Rovella (Salerno), paese nataledi frate Giovanni, ha fatto dono all’UniversitàAntonianum di un quadro raffigurante il missionariofrancescano, mentre l’icona di Giovannida Montecorvino, frate minore e primovescovo in terra di Cina, dipinta da Fr. AntonioBaù, ofm, ha presieduto l’intero incontro.Fr. Pietro Messa2. Discorso del Ministro generale e GranCancelliereRoma, Aula S. Antonio (PUA), 15.01.<strong>2010</strong>I FRATI MINORIIN CINASono ancora ben presenti in noi i momentidi riappropriazione della “grazia delle origini”che abbiamo appena celebrato in occasionedell’VIII centenario dell’approvazione dellaprima “forma vitae” di san Francesco da partedel Papa Innocenzo III. Agli inizi, Francescoebbe la rivelazione fondamentale che per esserefedele discepolo del Signore doveva vivereil Vangelo integralmente e poi andare adannunciarlo alla gente del suo tempo. Come ciha ricordato il Capitolo generale di Pentecostedel 2009, «Francesco e i suoi fratelli della primaora furono particolarmente colpiti dai testievangelici dell’invio in missione dei discepoli,che ispirarono il loro andare per il mondosprovvisti di quanto poteva dar loro sicurezza»1 .La chiamata ad essere annunciatori edevangelizzatori, Francesco e i suoi Frati lacompresero come un atto dovuto di restituzioneal Signore del dono del Vangelo ricevuto.L’ultimo Capitolo di Pentecoste descrive iFrati Minori come coloro che sanno «impararead ascoltare la parola di Gesù e a restituirlaagli uomini e alle donne di oggi, nello spiri-