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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 19clusivo di questo grande santo ed eccellenteteologo: «Uomo buono, affabile, pio e misericordioso,colmo di virtù, amato da Dio e dagliuomini... Dio infatti gli aveva donato una talegrazia, che tutti coloro che lo vedevano eranopervasi da un amore che il cuore non potevacelare» (cfr J. G. Bougerol, Bonaventura, inA. Vauchez (a cura), Storia dei santi e dellasantità cristiana. Vol. VI. L’epoca del rinnovamentoevangelico, Milano 1991, p. 91).Raccogliamo l’eredità di questo santo Dottoredella Chiesa, che ci ricorda il senso dellanostra vita con le seguenti parole: «Sullaterra… possiamo contemplare l’immensitàdivina mediante il ragionamento e l’ammirazione;nella patria celeste, invece, mediantela visione, quando saremo fatti simili a Dio,e mediante l’estasi ... entreremo nel gaudio diDio» (La conoscenza di Cristo, q. 6, conclusione,in Opere di San Bonaventura. OpuscoliTeologici, 1, Roma 1993, p. 187).Benedetto XVI[L’Osservatore Romano, 4 marzo <strong>2010</strong>, p. 1]8. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 10.03.<strong>2010</strong>LA CHIESA PROGREDISCETRA NOVITÀ E CONTINUITÀCari fratelli e sorelle,la scorsa settimana ho parlato della vita edella personalità di san Bonaventura da Bagnoregio.Questa mattina vorrei proseguirnela presentazione, soffermandomi su una partedella sua opera letteraria e della sua dottrina.Come già dicevo, san Bonaventura, tra i varimeriti, ha avuto quello di interpretare autenticamentee fedelmente la figura di san Francescod’Assisi, da lui venerato e studiato congrande amore. In particolar modo, ai tempi disan Bonaventura una corrente di Frati minori,detti “spirituali”, sosteneva che con san Francescoera stata inaugurata una fase totalmentenuova della storia, sarebbe apparso il “Vangeloeterno”, del quale parla l’Apocalisse,che sostituiva il Nuovo Testamento. Questogruppo affermava che la Chiesa aveva ormaiesaurito il proprio ruolo storico, e al suo postosubentrava una comunità carismatica di uominiliberi guidati interiormente dallo Spirito,cioè i “Francescani spirituali”. Alla base delleidee di tale gruppo vi erano gli scritti di unabate cistercense, Gioacchino da Fiore, mortonel 1202. Nelle sue opere, egli affermava unritmo trinitario della storia. Considerava l’AnticoTestamento come età del Padre, seguitadal tempo del Figlio, il tempo della Chiesa. Visarebbe stata ancora da aspettare la terza età,quella dello Spirito Santo. Tutta la storia andavacosì interpretata come una storia di progresso:dalla severità dell’Antico Testamentoalla relativa libertà del tempo del Figlio, nellaChiesa, fino alla piena libertà dei Figli di Dio,nel periodo dello Spirito Santo, che sarebbestato anche, finalmente, il periodo della pacetra gli uomini, della riconciliazione dei popolie delle religioni. Gioacchino da Fiore avevasuscitato la speranza che l’inizio del nuovotempo sarebbe venuto da un nuovo monachesimo.Così è comprensibile che un gruppo diFrancescani pensasse di riconoscere in sanFrancesco d’Assisi l’iniziatore del tempo nuovoe nel suo Ordine la comunità del periodonuovo – la comunità del tempo dello SpiritoSanto, che lasciava dietro di sé la Chiesa gerarchica,per iniziare la nuova Chiesa dello Spirito,non più legata alle vecchie strutture.Vi era dunque il rischio di un gravissimofraintendimento del messaggio di san Francesco,della sua umile fedeltà al Vangelo e allaChiesa, e tale equivoco comportava una visioneerronea del Cristianesimo nel suo insieme.San Bonaventura, che nel 1257 divenneMinistro Generale dell’Ordine Francescano,si trovò di fronte ad una grave tensioneall’interno del suo stesso Ordine a causa appuntodi chi sosteneva la menzionata correntedei “Francescani spirituali”, che si rifaceva aGioacchino da Fiore. Proprio per risponderea questo gruppo e ridare unità all’Ordine, sanBonaventura studiò con cura gli scritti autenticidi Gioacchino da Fiore e quelli a lui attribuitie, tenendo conto della necessità di presentarecorrettamente la figura e il messaggio del suoamato san Francesco, volle esporre una giustavisione della teologia della storia. San Bonaventuraaffrontò il problema proprio nell’ultimasua opera, una raccolta di conferenze aimonaci dello studio parigino, rimasta incompiutae giuntaci attraverso le trascrizioni degliuditori, intitolata Hexaëmeron, cioè una spiegazioneallegorica dei sei giorni della creazione.I Padri della Chiesa consideravano i sei osette giorni del racconto sulla creazione come

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