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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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36 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1sta? Per aiutarci a dare una risposta positiva, inquesto tempo di Natale, la parola di Dio ci presental’esempio dei pastori e dei magi. I primi,considerati ufficialmente peccatori, nella loropovertà sanno accogliere la manifestazione diDio nella piccolezza dei segni (cf. Lc 1,15-20).I secondi, i magi, uomini saggi, mettono la lorointelligenza a servizio della ricerca del “redei Giudei che è nato” (Mt 2,1).L’atteggiamento dei pastori e dei magi contrastaapertamente con l’atteggiamento di Erode,dei sommi sacerdoti e gli scribi del popolo.Erode era troppo distratto nel cercare i modi dipiacere agli ebrei che non lo accettano perchéera straniero e vassallo dei romani. Era “re diGiudea”, della terra che possiede, ma non è “redei giudei”, delle persone che vi abitano. Perquesto si turba, ha paura che un ebreo vengaa togliergli il potere (Mt 2,3). D’altra parte, isacerdoti e gli scribi erano troppo sicuri delleloro certezze sul Messia. Questi sapevanodove doveva nascere il Messia, ma non eranodisposti a porsi di nuovo la domanda “dove?”,né a mettersi in cammino per trovare il Messia.Interrogano le Scritture, ma non si lasciano interrogareda esse. Anzi, coscientemente o no,pongono il loro sapere a servizio di chi cerca ilneonato “Re dei giudei” per ucciderlo.Questi atteggiamenti impediscono di trovareil Signore e riconoscerlo nel Bambino.Invece i pastori videro e tornano “glorificandoe lodando il Signore per tutto quello cheavevano udito e visto” (Lc 2,20). I Magi, daparte loro, videro il Bambino “e prostrati loadorano” (Mt 2,11). Finito il cammino esteriore,con l’adorazione comincia quello interiore.Tre volte si dice nel testo del Vangelo appenaascoltato “adorare” (Mt 2,2.8.11). L’adorazioneè il dono di sé a colui che già si è donato.L’adorazione è la risposta del credente allamanifestazione (=epifania) del Signore, luceper le genti, che viene a salvare tutta l’umanità,rappresentata nel racconto evangelicodai Magi. I Magi riconoscono nel Bambino ilMessia di Israele e per questo gli aprono i lorotesori (Mt 2,11). Per Matteo il tesoro è il cuoredell’uomo. I Magi aprono il loro cuore e offronociò che contiene: l’oro, ricchezza visibile,rappresenta ciò che uno ha; l’incenso, invisibilecome Dio, rappresenta ciò che uno desidera;la mirra, unguento che cura le ferite e preservadalla corruzione, rappresenta ciò che uno è. Inquesto modo i Magi offrono i loro averi, i lorodesideri e le loro penurie. E Dio entra nel cuoredei Magi, e nel cuore di coloro che apronoil loro cuore al Signore. D’ora in poi qui, nelcuore dell’uomo, è il “dove”si trova o si rifiutail Signore. In questo senso grande è la nostravocazione: la carne del nostro cuore diventamadre del Signore Gesù. Dando ciò che sono,i Magi ricevono colui che è, e diventano essistessi simili a lui: “A quanti però lo hanno accolto,ha dato potere di diventare figli di Dio”(Gv 1,12). Dio nasce nell’uomo, e l’uomo inDio. Qui si compie il cammino.Cari pellegrini saliti a questa Basilica checustodisce come pregiato tesoro l’Effigie delBambino Gesù, o Bambino di Aracoeli, l’Epifaniaè “il natale dell’anima”: la nascita delcredente in Dio e di Dio nel credente. Ma persperimentare questa nascita è necessario cercarlo,con cuore sincero, con cuore da piccoli,come lo cercarono i Magi. Chi vuole trovare“il Re dei Giudei che è nato”, deve, inoltre, farein prima persona l’itinerario dei Magi, conla fatica di un cammino nella notte, anche nellanotte dello spirito, pieno di fascino ma anchedi paure, di desideri e di dubbi, di speranze e diincertezze, sotto la guida di una nobile stella,la fede e la ragione, che però appare e scompare.Dio si manifesta nell’ordinarietà della vita:“trovarono il bambino con Maria sua madre”.Tutto sembra insignificante, ma loro “prostratisilo adorarono”. Il mistero di Gesù apparenella piccolezza. Solo chi diventa piccolo lopuò riconoscere.È questa la fatica di ogni credente: cercarechi è già presente in mezzo a noi, anzi, in noi,ma sempre attraverso segni insignificanti. Èl’amore per la verità che ci pone in cammino.S. Agostino dice che “l’anima è più presentedove ama che nel corpo dove abita”. Quellodei Magi è il cammino dell’amore che, attraversola ricerca e la rivelazione, la gioia el’adorazione, giunge al dono di sé.Cari fratelli e sorelle, la celebrazionedell’Epifania di Cristo non può essere trattatacome una pia leggenda, utile per fare un po’di festa straordinaria, più commerciale che religiosa.Il Signore si manifesta, noi lo riconosciamo,gli offriamo i nostri doni, raccolti nelcuore, e diventiamo epifania di Cristo. Ecco ilsenso profondo dell’Epifania: essere collaboratoried interpreti della continua Epifania delSignore, con le nostre parole e la nostra vita. Èquesto un impegno fondamentale del battezzato:riconoscere Cristo, vivere in Cristo, presentareCristo al mondo.S. Leone Magno (Papa 440-461), nellesue omelie ai fedeli di Roma in occasione

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