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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 53volte lo Spirito del Signore ci spingerà ad andarefino ai confini del mondo. È la missionead gentes, espressione piena della missione intergentes, che “mette in singolare evidenza ilmomento iniziale della fede” (PdV 18), e allaquale l’Ordine non può rinunciare, poiché inessa si gioca la fedeltà ad una delle sue caratteristichefondanti (cf. Rb 12). E tutto questo inFraternità, prima forma di evangelizzazione,consapevoli che “nessun progetto di evangelizzazioneè iniziativa o patrimonio personaledi nessuno: è sempre la Fraternità che evangelizza”(PdV 27). Si rende urgente la creazionedi Fraternità profetiche, di Fraternità segno(PdV 8).In docilità allo Spirito, unendo le caratteristichedella missione inter gentes e della missionead gentes, leggendo i segni dei luoghi, ea partire dalla nostra condizione di minori tra iminori della terra, a qualsiasi altro luogo dobbiamopreferire di abitare le frontiere, lasciandocisedurre dai chiostri dimenticati e inumani(cf. Sdp 37). Per questo il documento del Capitolo2009 ci invita a decentrarci e ad esseremeno autoreferenziali (cf. PdV 14). S’impone,cari fratelli e sorelle, che allarghiamo lo spaziodelle nostre tende (cf. Is 54,2) dell’immobilismoe dello stallo che minacciano di paralizzareil nostro dinamismo evangelizzatore (cf.PdV 12).Cari fratelli e sorelle: molte volte abbiamomanifestato la preoccupazione per la distanzache solitamente esiste tra ciò che diciamo opredichiamo e la nostra vita reale. Non possiamocontinuare costatando semplicementeil fatto. È ora di testimoniare il Vangelo, dauna profonda esperienza di fede, in fraternitàe minorità, e inseriti nella realtà. È ora di metterciin movimento, di attraversare le frontiereantropologiche e geografiche, di percorrere icammini del mondo, essendo meno campanilisti,meno provincialisti. Il mondo ha piùbisogno che mai del Vangelo. Non possiamodefraudarlo! È ora di partire!In dialogo con il mondo“Andate per il mondo intero” (Mc 16,15).Gesù, inviato dal Padre, invia anche noi suoidiscepoli. Il campo della missione dei FratiMinori è inter gentes, ossia nelle piazze enelle strade, nei luoghi dove gli uomini e ledonne s’incontrano, vivono, lavorano, soffronoe godono. Non possiamo accontentarci soloaspettando coloro che vengono. È necessariometterci in cammino. È necessario andare incontroagli uomini e alle donne per annunciareloro il Vangelo, con fantasia e creatività evangeliche,benché ciò non sia privo di difficoltà.Il mondo è il nostro chiostro, ripetiamocon un certo orgoglio. Tuttavia, se vogliamoche sia una piattaforma valida per restituire ildono del Vangelo dobbiamo amarlo, sentiresimpatia ed entrare in dialogo con esso, “gettandouno sguardo positivo sui contesti e sulleculture in cui siamo immersi, scoprendovi leinedite opportunità di grazia che il Signore cioffre” (PdV 15). La cultura secolarizzata nondeve essere vista solo come una minaccia, maanche come una nuova e affascinante opportunitàper annunciare il Vangelo, come una sfidateologica e pastorale. Il mondo così non è soloun campo di battaglia, ma soprattutto un luogopreparato per seminare il buon seme. Nonpossiamo evangelizzare ciò che non amiamo.Perché non assumere la secolarizzazione comeuno dei segni dei tempi da leggere e interpretarealla luce del Vangelo? Il nostro è il tempoche Dio ci offre per annunciare la BuonaNotizia. Il Frate Minore non può rinunciare aproporre, con la vita e con la parola, la forzaliberatrice del Vangelo. È possibile individuare,tra le realtà negative e di crisi, i sogniemergenti degli uomini e delle donne per aprirecanali nella loro vita e anticipare il Regnoproclamato e vissuto da Gesù.Essere missionario nel mondo significa, anche,dialogare con la cultura del frammento,rivedere il linguaggio che utilizziamo, andarefino alla periferia e aprirsi ai nuovi aeropaghi.Questo è il senso profondo del ridimensionamentodel quale parliamo tanto. Questo nonconsiste solo nel chiudere le presenze e le opere.A volte non c’è che da chiudere per aprirci aquesti nuovi aeropaghi.Rifondare e rinnovare le nostre presenzeTutto questo processo si situa in quell’atteggiamentoal quale ci invitava già il documentofinale del Capitolo generale straordinariodel 2006: entrare in un processo costante didiscernimento (cf. Spc 35), rivedere seriamentela nostra missione e osare per sperimentarecammini inediti di presenza e testimonianza(cf. Spc 33).Da questo discernimento e da tale revisionenessuna Entità e nessun Frate può considerarsiesente. È urgente fare una sosta nel camminoper discernere dove stiamo, verso dove andia-

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