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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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22 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 19. Discorso all’Udienza Generale del mercoledìCittà del Vaticano, Aula Paolo VI, 17.03.<strong>2010</strong>L’AMORE VEDEDOVE LA RAGIONE NON VEDECari fratelli e sorelle,questa mattina, continuando la riflessionedi mercoledì scorso, vorrei approfondirecon voi altri aspetti della dottrina di sanBonaventura da Bagnoregio. Egli è un eminenteteologo, che merita di essere messoaccanto ad un altro grandissimo pensatore,suo contemporaneo, san Tommaso d’Aquino.Entrambi hanno scrutato i misteri dellaRivelazione, valorizzando le risorse dellaragione umana, in quel fecondo dialogo trafede e ragione che caratterizza il Medioevocristiano, facendone un’epoca di grande vivacitàintellettuale, oltre che di fede e di rinnovamentoecclesiale, spesso non sufficientementeevidenziata. Altre analogie li accomunano:sia Bonaventura, francescano, siaTommaso, domenicano, appartenevano agliOrdini Mendicanti che, con la loro freschezzaspirituale, come ho ricordato in precedenticatechesi, rinnovarono, nel secolo XIII, laChiesa intera e attirarono tanti seguaci. Tuttie due servirono la Chiesa con diligenza, conpassione e con amore, al punto che furonoinvitati a partecipare al Concilio Ecumenicodi Lione nel 1274, lo stesso anno in cui morirono:Tommaso mentre si recava a Lione,Bonaventura durante lo svolgimento del medesimoConcilio. Anche in Piazza San Pietrole statue dei due Santi sono parallele, collocateproprio all’inizio del Colonnato partendodalla facciata della Basilica Vaticana: unanel Braccio di sinistra e l’altra nel Braccio didestra. Nonostante tutti questi aspetti, possiamocogliere nei due grandi Santi due diversiapprocci alla ricerca filosofica e teologica,che mostrano l’originalità e la profonditàdi pensiero dell’uno e dell’altro. Vorreiaccennare ad alcune di queste differenze.Una prima differenza concerne il concettodi teologia. Ambedue i dottori si chiedono sela teologia sia una scienza pratica o una scienzateorica, speculativa. San Tommaso riflettesu due possibili risposte contrastanti. La primadice: la teologia è riflessione sulla fede escopo della fede è che l’uomo diventi buono,viva secondo la volontà di Dio. Quindi, loscopo della teologia dovrebbe essere quello diguidare sulla via giusta, buona; di conseguenzaessa, in fondo, è una scienza pratica. L’altraposizione dice: la teologia cerca di conoscereDio. Noi siamo opera di Dio; Dio sta al di sopradel nostro fare. Dio opera in noi l’agire giusto.Quindi si tratta sostanzialmente non del nostrofare, ma del conoscere Dio, non del nostrooperare. La conclusione di san Tommaso è: lateologia implica ambedue gli aspetti: è teorica,cerca di conoscere Dio sempre di più, ed èpratica: cerca di orientare la nostra vita al bene.Ma c’è un primato della conoscenza: dobbiamosoprattutto conoscere Dio, poi segue l’agire secondoDio (Summa Theologiae Ia, q. 1, art. 4).Questo primato della conoscenza in confrontocon la prassi è significativo per l’orientamentofondamentale di san Tommaso.La risposta di san Bonaventura è molto simile,ma gli accenti sono diversi. San Bonaventuraconosce gli stessi argomenti nell’unae nell’altra direzione, come san Tommaso, maper rispondere alla domanda se la teologia siauna scienza pratica o teorica, san Bonaventurafa una triplice distinzione – allarga, quindi,l’alternativa tra teorico (primato della conoscenza)e pratico (primato della prassi), aggiungendoun terzo atteggiamento, che chiama“sapienziale” e affermando che la sapienzaabbraccia ambedue gli aspetti. E poi continua:la sapienza cerca la contemplazione (come lapiù alta forma della conoscenza) e ha comeintenzione “ut boni fiamus” - che diventiamobuoni, soprattutto questo: divenire buoni (cfrBreviloquium, Prologus, 5). Poi aggiunge: “Lafede è nell’intelletto, in modo tale che provocal’affetto. Ad esempio: conoscere che Cristo èmorto “per noi” non rimane conoscenza, madiventa necessariamente affetto, amore” (Proemiumin I Sent., q. 3).Nella stessa linea si muove la sua difesadella teologia, cioè della riflessione razionalee metodica della fede. San Bonaventura elencaalcuni argomenti contro il fare teologia, forsediffusi anche in una parte dei frati francescanie presenti anche nel nostro tempo: la ragionesvuoterebbe la fede, sarebbe un atteggiamentoviolento nei confronti della parola di Dio,dobbiamo ascoltare e non analizzare la paroladi Dio (cfr Lettera di san Francesco d’Assisia sant’Antonio di Padova). A questi argomenticontro la teologia, che dimostrano i pericoliesistenti nella teologia stessa, il Santo risponde:è vero che c’è un modo arrogante di fare teologia,una superbia della ragione, che si pone

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