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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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AD CHRONICAM ORDINIS 159li dell’Europa. Questo progetto, inoltre, devesottolineare il ruolo che i laici sono chiamati aportare avanti nella trasmissione del carisma edei valori francescani. La missione condivisacon i laici è, oggi, un’esigenza più forte chemai, che germoglia da una corretta concezionedella Chiesa stessa e «come un atto di autenticarestituzione del Vangelo» (PdV, 25).Alcune esigenze del Progetto EuropaRifondare la nostra vita, per rifondare lanostra missione evangelizzatriceIl primo obiettivo del Progetto Europa, inbase alla decisione capitolare, è «dare vita anuove forme di evangelizzazione» che ci portinoad essere portatori del dono del Vangelonella società secolarizzata europea. Poichél’evangelizzazione significa testimonianza ela missione è inseparabile dalla vita, le nuoveforme di evangelizzazione e di missione devononecessariamente partire da una rifondazionedella nostra vita, la quale è possibile se,come Francesco, ci lasciamo cambiare e trasformaredal Vangelo (cf. PdV 5), coscienti delfatto che solo una vita «segnata dal dinamismodel Vangelo» si trasforma «in passione incontenibileper il Regno» (PdV 28).In questa prospettiva il documento capitolaregiustamente dice: «Affermiamo laconvinzione che tra le priorità e la missioneevangelizzatrice deve stabilirsi una dinamicacircolare di alimentazione reciproca, all’internodella quale si iscrivano i nostri progetti. Inquesta ampia prospettiva, l’evangelizzazionesi presenta come l’orizzonte di tutto il camminodi conversione del Frate Minore e, quindi,della formazione permanente. La missioneevangelizzatrice non è semplicemente la dimensione‘esterna’ della nostra vita. Di fattola stessa vita consacrata, sotto l’azione delloSpirito Santo []diventa missione, come lo èstata tutta la vita di Gesù» (PdV 28; cf. VC 72).«Vino nuovo in otri nuovi» (Mt 9,17). Inquesto momento difficile ma anche pieno dipotenzialità che l’Europa sta attraversando,per i francescani europei è urgente porsi in unatteggiamento di discernimento permanente edi verifica costante della propria vita, che sfociin una vera rifondazione (cf. Il Signore ci parlalungo il cammino = Spc 35).Gli ultimi documenti dell’Ordine, specialmenteil documento finale del Capitolo generale2009, ci offrono alcuni elementi importantie imprescindibili nel momento in cui dobbiamopensare alla rifondazione della nostra vita.Tra gli altri si possono segnalare i seguenti:– Collocare Dio al centro, come principiointegratore della nostra esistenza (cf. PdV12); comporta un’autentica esperienzadi Dio, l’unica capace di metterci in movimento(cf. PdV 11) e di permetterci, apartire dall’audacia evangelica, di «iniziarecammini inediti di presenza e di testimonianza»(Spc 33); comporta, inoltre,un’esperienza di fede che sia «vera sorgente[] della nostra testimonianza al mondo»(Spc 18). Si tratta, in definitiva, di fare dellasantità in fraternità l’impegno di tutti edi ciascuno dei francescani d’Europa (cf. IlSignore ti dia pace = Sdp 42-45).– Creare Fraternità profetiche radicate nelVangelo (cf. PdV 6); Fraternità umane ricreate«dalla comunione, la muta comunicazione,il calore e la verità nelle relazionireciproche» (PdV 27); «Fraternità-segnoche sa leggere i segni dei tempi e incarnareil Vangelo in maniera concreta e comprensibilealla cultura del proprio tempo»(PdV 8).– Rivedere la formazione, iniziale e permanente,alla luce dell’evangelizzazione edella missione (cf. CapGen/2009, Mandati17) in Europa. Per questo si rende necessarioe urgente investire in una formazioneeuropea, come obiettivo strategico, chefavorisca la crescita di una coscienza europeae la responsabilità per l’evangelizzazioneeuropea, dotando i nostri giovani diun’identità forte e evangelizzata.– Verificare la stessa missione evangelizzatrice.Essa, come afferma il Capitolo generale2009, deve essere «sostenuta da unaforte esperienza di Dio», fatta «in Fraternitàe con la testimonianza della vita fraterna»,poiché «nessun progetto di evangelizzazioneè iniziativa né patrimonio personale dinessuno; è sempre la fraternità che evangelizza»(PdV 27); deve fare in modo di avereun «carattere di inter gentes, di itineranza,di presenza in zone sconosciute, difficili,rischiose e di vicinanza ai più poveri», facendonostra la sorte dei nostri popoli, affinchéil Vangelo sia «oggi più che mai generatoredi speranza» (PdV 4), senza girarele spalle «al divenire del mondo» (PdV 29);lasciandoci sedurre dai «chiostri dimenticatie disumani» (Sdp 37), abbracciandocon maggior decisione l’essere in frontieradella vita religiosa e abitando la marginali-

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