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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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6 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1zione per tutte le Chiese» (2Cor 11,24-25.26-28). La testimonianza di Paolo raggiungerà ilculmine nel suo martirio quando, proprio nonlontano da qui, darà prova della sua fede nelCristo che vince la morte.La dinamica presente nell’esperienza di Paoloè la stessa che troviamo nella pagina delVangelo che abbiamo appena ascoltato. I discepolidi Emmaus, dopo aver riconosciuto ilSignore risorto, tornano a Gerusalemme e trovanogli Undici riuniti insieme con gli altri. IlCristo risorto appare loro, li conforta, vince illoro timore, i loro dubbi, si fa loro commensalee apre il loro cuore all’intelligenza delleScritture, ricordando quanto doveva accaderee che costituirà il nucleo centrale dell’annunciocristiano. Gesù afferma: «Così sta scritto:il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzogiorno, e nel suo nome saranno predicati a tuttii popoli la conversione e il perdono dei peccati,cominciando da Gerusalemme» (Lc 24,46-47). Questi sono gli eventi dei quali renderannotestimonianza innanzitutto i discepoli dellaprima ora e, in seguito, i credenti in Cristo diogni tempo e di ogni luogo. È importante, però,sottolineare che questa testimonianza, alloracome oggi, nasce dall’incontro col Risorto,si nutre del rapporto costante con Lui, è animatadall’amore profondo verso di Lui. Solo chiha fatto esperienza di sentire il Cristo presentee vivo – «Guardate le mie mani e i miei piedi:sono proprio io!» (Lc 24,39) –, di sedersia mensa con Lui, di ascoltarlo perché facciaardere il cuore, può essere Suo testimone! Perquesto, Gesù promette ai discepoli e a ciascunodi noi una potente assistenza dall’alto, unanuova presenza, quella dello Spirito Santo, donodel Cristo risorto, che ci guida alla veritàtutta intera: «Ed ecco, io mando su di voi coluiche il Padre mio ha promesso» (Lc 24,49). GliUndici spenderanno tutta la vita per annunciarela buona notizia della morte e risurrezionedel Signore e quasi tutti sigilleranno la loro testimonianzacon il sangue del martirio, semefecondo che ha prodotto un raccolto abbondante.La scelta del tema della Settimana di preghieraper l’unità dei cristiani di quest’anno,l’invito, cioè, ad una testimonianza comunedel Cristo risorto secondo il mandato che Egliha affidato ai discepoli, è legata al ricordo delcentesimo anniversario della Conferenza missionariadi Edimburgo in Scozia, che vieneconsiderato da molti come un evento determinanteper la nascita del movimento ecumenicomoderno. Nell’estate del 1910, nella capitalescozzese si incontrarono oltre mille missionari,appartenenti a diversi rami del Protestantesimoe dell’Anglicanesimo, a cui si unì unospite ortodosso, per riflettere insieme sullanecessità di giungere all’unità per annunciarecredibilmente il Vangelo di Gesù Cristo. Infatti,è proprio il desiderio di annunciare agli altriil Cristo e di portare al mondo il suo messaggiodi riconciliazione che fa sperimentare la contraddizionedella divisione dei cristiani. Comepotranno, infatti, gli increduli accogliere l’annunciodel Vangelo se i cristiani, sebbene si richiaminotutti al medesimo Cristo, sono in disaccordotra loro? Del resto, come sappiamo,lo stesso Maestro, al termine dell’Ultima Cena,aveva pregato il Padre per i suoi discepoli:«Che tutti siano una sola cosa perché il mondocreda» (Gv 17,21). La comunione e l’unità deidiscepoli di Cristo è, dunque, condizione particolarmenteimportante per una maggiore credibilitàed efficacia della loro testimonianza.Ad un secolo di distanza dall’evento diEdimburgo, l’intuizione di quei coraggiosiprecursori è ancora attualissima. In un mondosegnato dall’indifferenza religiosa, e persinoda una crescente avversione nei confronti dellafede cristiana, è necessaria una nuova, intensa,attività di evangelizzazione, non solo tra i popoliche non hanno mai conosciuto il Vangelo,ma anche in quelli in cui il Cristianesimo si èdiffuso e fa parte della loro storia. Non mancano,purtroppo, questioni che ci separano gliuni dagli altri e che speriamo possano esseresuperate attraverso la preghiera e il dialogo,ma c’è un contenuto centrale del messaggiodi Cristo che possiamo annunciare assieme: lapaternità di Dio, la vittoria di Cristo sul peccatoe sulla morte con la sua croce e risurrezione,la fiducia nell’azione trasformatricedello Spirito. Mentre siamo in cammino versola piena comunione, siamo chiamati ad offrireuna testimonianza comune di fronte alle sfidesempre più complesse del nostro tempo, qualila secolarizzazione e l’indifferenza, il relativismoe l’edonismo, i delicati temi etici riguardantiil principio e la fine della vita, i limitidella scienza e della tecnologia, il dialogo conle altre tradizioni religiose. Vi sono poi ulterioricampi nei quali dobbiamo sin da ora dareuna comune testimonianza: la salvaguardia delCreato, la promozione del bene comune e dellapace, la difesa della centralità della personaumana, l’impegno per sconfiggere le miseriedel nostro tempo, quali la fame, l’indigenza,

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