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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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158 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 1ti casi, di «missione ad gentes» (cf. EiE 46),per la Chiesa una cosa è chiara: l’Europa deveritrovare la sua anima, l’Europa ha bisognodi essere evangelizzata. Un’evangelizzazioneche «in varie parti d’Europa» comporterà «unprimo annuncio del Vangelo» (EiE 46), e che«in tutto il mondo» comporta «un nuovo annuncioanche ai battezzati» (EiE 47).Questo compito è «un impegno e una responsabilitàdi tutti» (EiE 33). Gli 8.000 Fratiminori che vivono e lavorano in Europa nonpossono restare al margine o “a guardare daspettatori”. L’Europa ci chiama e si aspettache ci sentiamo protagonisti/fermento nell’incantevolecompito dell’evangelizzazione dellacultura e dell’inculturazione del Vangelonel nostro vecchio continente (cf. EiE 58-65);l’Europa ci chiama e si aspetta che noi rispondiamoannunciando il vangelo della speranza,il vangelo della riconciliazione; l’Europa cichiama e si aspetta da noi un progetto alternativoa quello offerto dalla nostra società.In questo servizio di evangelizzazione nonpartiamo da zero. Nella società in cui dovettevivere, Francesco propose un progetto di vitaalternativo a quello che dominava allora. Inuna società molto religiosa che, però, si trovavamolto lontana dal vivere i valori evangelici,Francesco visse e propose un progettoalternativo di vita e missione, testimoniandoun Dio vicino, un Dio di amore, un Dio di misericordia,perdono e riconciliazione; in unasocietà profondamente divisa visse e proposeun progetto di vita in fraternità, dove tutti sisentissero fratelli e uguali; in una società violentavisse e propose un progetto di pace e diriconciliazione; in una società ferita dalle disuguaglianzevisse e propose un progetto di vitain minorità, dove tutti si sentissero «servi» ditutti, compresi i «nemici» di allora, i «saracenie gli altri infedeli».Sono trascorsi ottocento anni da quando ilPenitente di Assisi, Francesco di Bernardone,rispose con creatività e fantasia evangelica aisegni dei tempi e dei luoghi, come diremmooggi. L’amore che mise in cammino i discepolidi Gesù e li portò ad annunciare «al mondointero» e ad «ogni creatura» ci spinge adannunciare a tutti «che non c’è nessun altroonnipotente eccetto lui» (LOrd 9). L’amoreche spinse Francesco sulle strade dell’Europaci sta chiamando ad uscire dalle nostre paure(motivate spesso dalla nostra poca fede),dai nostri chiostri ristretti (il provincialismo,la comodità del proprio lavoro, l’imborghesimento)per gridare che «l’amore non è amato»e perché «in parole ed opere» lo testimonianocome «unico Dio, il bene, tutto il bene, il sommobene, la bellezza, la sicurezza..., la nostragioia, la nostra speranza e allegria, la nostraricchezza a sufficienza» (LodAl 1ss).Il Progetto EuropaPer rispondere a questa chiamata dell’Europal’Ordine, nell’ultimo Capitolo di Pentecoste,ha approvato, come già abbiamo detto,il cosiddetto Progetto Europa, che nascecon una duplice vocazione: «dar vita a nuoveforme di evangelizzazione» (CapGen/2009,Mandati 26), condividendo in questo modola preoccupazione della Chiesa per le sorti delVangelo nel mondo occidentale e specialmentein Europa (cf. EiE 61), e, allo stesso tempo,rivitalizzare e rilanciare il francescano in questocontinente dalle profonde radici cristianee francescane, come si deduce dal Documentodel Capitolo generale 2009, Portatori deldono del Vangelo (PdV). Il Progetto Europaprevede, inoltre, il rafforzamento della presenzafrancescana nella Chiesa greco-cattolica inUcraina.Ma, mentre resta da percorrere un camminoper delineare e concretizzare il progetto,determinare gli obiettivi e le metodologie, itempi e le verifiche, identificare i compiti e leresponsabilità – cammino che deve essere percorsocongiuntamente dal Definitorio generalee dall’Unione dei Frati Minori d’Europa(UFME), passando attraverso le Province e leConferenze europee – non esito ad affermareche si tratta di un cammino provvidenziale perassicurare in futuro una presenza francescanain Europa che sia evangelicamente significativae, in questo modo, stimolare un camminodi rinnovamento del modello attuale di vitaconsacrata, meno preoccupato delle opere edevangelicamente più centrato sull’essenziale,più aperto alle necessità degli uomini e delledonne del nostro continente, oltre che più profetico.D’altra parte, mi risulta molto chiaro cheil Progetto Europa non può essere ridotto adun semplice ridimensionamento delle opere odelle presenze già esistenti, né all’accoglienzadi fratelli da altri continenti. Senza scartareil fatto che alcuni fratelli, mossi dallo Spirito,vengano in Europa quale terra di missione adgentes, il Progetto Europa si riferisce, innanzitutto,alla rivitalizzazione endogena dei fratel-

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