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Acta Ordinis 2010 N.1 - OFM

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48 AN. CXXIX – IANUARII-APRILIS <strong>2010</strong> – N. 16.5. En cuanto tendrá que saber administraralgunas tensiones, el Ministro o Custodio:• Ha de ser una persona abierta, flexible, conmucha capaz de reflexión y de autoevaluación.Ser Ministro o Custodio no es tarea fácil enestos días. Pero desde mi experiencia puedodecir que resulta menos difícil cuando se sabenconjugar verbos como: Ver (capacidad deanálisis), escuchar (a Dios, a los hermanos, alos signos de los tiempos), interpretar (frutode la reflexión y de la oración) y actuar, condecisión, pero siempre movidos por el amor.Fr. José Rodríguez Carballo, ofmMinistro general6. Omelia a conclusione dell’incontro con iMinistri provinciali e CustodiRoma, chiesa S. Maria Mediatrice, 29.01.<strong>2010</strong>ABBIATE FIDUCIA! IL SEMEGERMOGLIERÀ E CRESCERÀ1Sm 11,1-4.5-10.13-17; Sal 50; Mc 4, 26-34Cari fratelli Ministri e Custodi:il Signore vi dia la pace!Nell’antifona al Vangelo, la Chiesa ci invitavacon le parole dell’Apostolo Giacomo:“Accogliete docilmente la parola che è stataseminata in voi” (Gc 1,21). Abbiamo ascoltatocon attenzione la Parola, ora, con un cuoreaperto, vogliamo accoglierla in modo tale chesia “luce sul nostro cammino” (Sal 119,105).Nel capitolo IV del suo Vangelo, Marcocolloca tre parabole chiamate comunemente di“contrasto”: quella del seminatore, quella delseme che cresce da solo, e quella del granellodi senape. Le tre sono collegate tra loro da unaimmagine comune, il seme, e servono per illustrarela stessa realtà, quella del regno di Dio,considerato da tre punti di vista distinti. C’è unaltro elemento comune alle tre parabole: tutteci proiettano non verso il futuro, ma verso ilpresente. Il regno di Dio è qui, anche se nascosto(seme interrato) o come una presenza quasiinvisibile (granello di senape). In ogni caso èin atto. Quello che oggi non si vede o è quasiimpercettibile, domani crescerà e si farà benvisibile (in questo consiste proprio il contrasto).Bisogna avere fede sugli inizi, il risultatoè già contemplato negli inizi, anche se sonosolo in germe. Non possiamo fermarci alle apparenze,ci dicono le tre parabole.Nel testo del Vangelo di oggi possiamo distingueredue protagonisti chiaramente indicati:l’uomo che semina, e la semente che cresce.L’uomo semina con la fiducia che il suo lavoronon sarà infecondo. Ciò che da senso al lavorodell’agricoltore, tante volte pieno di fatica, èla fiducia nella forza del seme e nella bontàdel terreno. Dopo la semina non si può fare altroche aspettare e mantenere viva la fiducia.Dall’altra parte c’è il seme debole, poiché èminuto, ma, allo stesso, pieno di vita, capacedi rompere il terreno, uscire alla luce del sole,e crescere, fino a produrre frutto o dare rifugio,sotto i suoi rami, agli uccelli del cielo. Alcuniparlano di “debolezza e forza della semente.Vulnerabilità e potenza”. Io preferisco parlarein altri termini: “la debolezza è la forza del seme.La vulnerabilità è la sua potenza”.Seminatore e seme, apparentemente sono idue unici protagonisti delle parabole del Vangelodi oggi. C’è, però, un altro protagonista,anzi è l’unico e vero protagonista: colui che facrescere il seme. Usando un genere letterarioproprio della letteratura biblica, anche senzanominarlo, l’autore sta indicando che si trattadi Dio. Gli ascoltatori, tutti familiari alla letteraturarabbinica, lo capivano molto bene. Inquesto modo entrambe le parabole affermano lapriorità assoluta di Dio, e pongono sotto scaccoqualsiasi pretesa di efficientismo religiosoo pastorale che possa farci pensare che ciò chefa crescere il seme, regno di Dio, è la propriaattività, il saper fare l’agricoltore, ragionandosecondo i criteri del mondo che regolano le relazionidi produzione. Le parabole ascoltate simuovono in un’altra direzione: dopo la faticadella semina non c’è altro da fare che mantenereviva la speranza e aspettare: “State tranquilli”,sembra dire oggi il Signore anche a noi,come ai suoi giorni disse al popolo di Israele: iosono YHWE, colui che agisce (cf. Es 14,14). Inquesto contesto, un famoso maestro dello spiritodirebbe: “Agisci come se tutto dipendesse date, sapendo che in realtà tutto dipende da Dio”.Quando avremo fatto quello che dovevamo fare,diremo: “Siamo servi inutili” (Lc 17,10).Cari fratelli Ministri: non credo di forzare iltesto se dico che la lettura evangelica di oggici offre alcuni punti molto importanti da tenerepresenti nel nostro ministero di animazione deifratelli. A noi tocca seminare, annunciare, animare,con la fiducia che il seme germoglierà,non tanto per la bravura del seminatore, ma perla forza del seme e “dell’impulso” che gli dacolui che lo fa crescere: Dio. Il nostro lavoro è

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