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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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3. Le fonti<br />

Volume LXV n. 1 – Gennaio-Marzo 2011<br />

Le notizie sulla popolazione considerata del Veneto sono quelle del Censimento<br />

Asburgico del 1857, pubblicate nel 1862 a cura del Ministero <strong>di</strong> Agricoltura,<br />

Industria e Commercio del Regno d’Italia. Le informazioni sulla popolazione del<br />

Regno d’Italia al censimento del 1871 e del 1881 provengono dalle pubblicazioni<br />

dello stesso Ministero, rispettivamente e<strong>di</strong>te del 1875 e 1883.<br />

Il censimento del 1857 fornisce, per ciascuno dei 59 <strong>di</strong>stretti veneti, la<br />

popolazione ripartita per genere nelle classi <strong>di</strong> età 0–4, 5–9 e poi per classi<br />

decennali. Al censimento 1871, la popolazione residente non fu pubblicata. Il<br />

valore è stato ricavato sommando alla popolazione presente con <strong>di</strong>mora stabile<br />

anche la popolazione assente. Questo censimento fornisce i dati per genere e<br />

singolo anno <strong>di</strong> età solo sulla popolazione delle province. Il censimento del 1881,<br />

invece, offre dati sulla popolazione <strong>di</strong> ogni <strong>di</strong>stretto, per genere e singolo anno <strong>di</strong><br />

età fino a 10 anni e poi per classi quinquennali. Inoltre, riporta la popolazione per<br />

genere e singolo anno <strong>di</strong> età nei sette comuni capoluogo considerati.<br />

4. I dati del censimento asburgico del 1857<br />

La <strong>di</strong>stribuzione della popolazione dei <strong>di</strong>stretti veneti nel 1857 per classi <strong>di</strong> età,<br />

spesso si <strong>di</strong>scosta notevolmente da quella prevista per una popolazione in fase<br />

iniziale <strong>di</strong> transizione, che ci si dovrebbe aspettare (Cassata, 1992). Fa pensare <strong>di</strong><br />

più ad una popolazione in cui gli effetti <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà ha già<br />

mo<strong>di</strong>ficato la struttura per età, restringendo la base della piramide. Circa il 45% dei<br />

<strong>di</strong>stretti presentano queste anomalie per le popolazioni maschili e più del 40% per<br />

le popolazioni femminili. Ad esempio, nelle Figure 1, 2, 3 e 4 sono riportate le<br />

pirami<strong>di</strong> delle età relative ai <strong>di</strong>stretti <strong>di</strong> Piove <strong>di</strong> Sacco, Conselve, Occhiobello e<br />

Bardolino. Naturalmente, a livello provinciale le alterazioni strutturali si attenuano.<br />

Per giustificare queste irregolarità, vari stu<strong>di</strong> condotti sui <strong>di</strong>stretti hanno messo<br />

in evidenza <strong>di</strong>vergenze nei livelli <strong>di</strong> mortalità infantile, <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> nuzialità<br />

(Rossi, 2004). Le principali variabili che spiegano tali <strong>di</strong>fformità appaiono: la<br />

collocazione territoriale (montagna, collina, pianura), la presenza più o meno<br />

consistente <strong>di</strong> braccianti, la presenza più o meno <strong>di</strong>ffusa <strong>di</strong> donne in agricoltura e la<br />

<strong>di</strong>stinzione tra ambiente rurale e urbano. Il movimento migratorio sembra invece<br />

poco rilevante, dato che i movimenti nel territorio veneto, in quel periodo, sono<br />

abbastanza scarsi e temporanei (Lazzarini, 1981).<br />

Con riguardo ai bambini, inoltre, è proprio nell’800 che inizia un cambiamento<br />

<strong>di</strong> atteggiamento nei riguar<strong>di</strong> dell’infanzia (Rosina e Tannini, 2004): matura una<br />

nuova cultura del bambino come bene vulnerabile bisognoso <strong>di</strong> protezione e cura.

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