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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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Volume LXV n. 1 – Gennaio-Marzo 2011<br />

Si sviluppano interventi statali ed ecclesiastici: dall’istruzione elementare affidata<br />

ai parroci, all’introduzione degli asili per l’infanzia, dai richiami affinché i neonati<br />

non siano battezzati in chiesa il giorno stesso della nascita in qualsiasi stagione<br />

(Toaldo, 1787), ai tentativi <strong>di</strong> migliorare le con<strong>di</strong>zioni al parto. A partire dal<br />

Settecento, tra l’altro, erano state create anche le prime scuole <strong>di</strong> ostetricia per<br />

levatrici e lo stato asburgico aveva reso obbligatoria la presenza in ogni comune <strong>di</strong><br />

una “levatrice istruita”. Ma forse questa maggiore attenzione verso i neonati stava<br />

ancora faticando a <strong>di</strong>ffondersi nelle classi popolari e nelle aree rurali.<br />

Sembra strano, perciò, che queste due cause concomitanti: l’aumentata<br />

attenzione verso i bambini e gli elevati tassi <strong>di</strong> natalità presenti nell’ottocento,<br />

associati con un livello <strong>di</strong> mortalità infantile che, all’epoca, cominciava a<br />

<strong>di</strong>minuire, possano aver così male inciso sulla struttura per età delle popolazioni da<br />

potere, ad<strong>di</strong>rittura, avere l’effetto opposto <strong>di</strong> restringere la base delle pirami<strong>di</strong>.<br />

Appare, al contrario, più fondata l’ipotesi che in alcuni <strong>di</strong>stretti non siano stati bene<br />

censiti i bambini e le bambine delle primissime classi <strong>di</strong> età.<br />

5. Il modello stabile<br />

Tra il 1840 ed il 1900, tutte le province del Veneto registrano una abbastanza<br />

regolare <strong>di</strong>minuzione del tasso <strong>di</strong> mortalità e del tasso <strong>di</strong> mortalità infantile, mentre<br />

non appare ancora ben evidente l’inizio del declino della fertilità (Clerici, 1991).<br />

Poiché il periodo interessato, dal 1857 al 1881, è sufficientemente breve e in questo<br />

intervallo, inoltre, il movimento migratorio nel Veneto risulta essere abbastanza<br />

contenuto (Lazzarini, 1981), si è deciso <strong>di</strong> avanzare, sia pure con cautela, l’ipotesi<br />

<strong>di</strong> stabilità della popolazione. Le strutture della popolazione del 1857, del 1871 e<br />

del 1881, riportate nella Tabella 1, rivelano una sensibile somiglianza, a<br />

testimonianza <strong>di</strong> mutazioni limitate e graduali e della modesta influenza della<br />

<strong>di</strong>namica demografica sulla <strong>di</strong>stribuzione per età della popolazione. L’ipotesi <strong>di</strong><br />

stabilità è rafforzata anche dalla vicinanza tra le probabilità <strong>di</strong> sopravvivenza<br />

ricavate dai dati osservati e quelle calcolate tramite le tavole tipo, previste dai<br />

modelli <strong>di</strong> popolazione stabile (Coale e Demeny, 1966). La buona adattabilità dei<br />

modelli <strong>di</strong> popolazione stabile alle popolazioni censite nel 1871 e 1881 permettono<br />

<strong>di</strong> sostenere l’ipotesi <strong>di</strong> stabilità anche per i quin<strong>di</strong>ci anni precedenti. Sono stati<br />

considerati i dati del 1871, perché interme<strong>di</strong> tra il 1857 e 1881, e adottati i<br />

quozienti <strong>di</strong> natalità e mortalità dell’anno 1871 per tutto il Veneto e quelli del<br />

periodo 1869-1873 per le singole province. Si sono poi utilizzati anche i quozienti<br />

<strong>di</strong> mortalità infantile del Veneto e delle province come me<strong>di</strong>a dei valori assunti nei<br />

perio<strong>di</strong> 1866-1870 e 1871-1875 (Residori, 1984). I modelli <strong>di</strong> popolazione stabile<br />

che meglio si adattano alla popolazione del Veneto del 1871 sono quelli del

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