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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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Volume LXV n. 1 – Gennaio-Marzo 2011<br />

esposti alle aggressioni, al freddo, all'umiliazione <strong>di</strong> essere cacciati perché<br />

indesiderati: “nessuno vuole conoscere la loro storia: <strong>di</strong>sturbano e quin<strong>di</strong> vanno<br />

rimossi” (E. Bianchi, 2010, p.25).<br />

Risulta sempre più <strong>di</strong>fficile per le pubbliche istituzioni intervenire, progettare<br />

delle misure risolutive al fenomeno. Il che non significa che si debba rinunciare ad<br />

agire, significa se mai agire <strong>di</strong> più e soprattutto agire <strong>di</strong>versamente, dotarsi <strong>di</strong><br />

strumenti sempre più precisi <strong>di</strong> conoscenza e <strong>di</strong> analisi del fenomeno, seguire da<br />

vicino i problemi, monitorarne l’evoluzione, agire con accortezza nella<br />

pianificazione degli inse<strong>di</strong>amenti sul territorio, potenziare il ruolo dei servizi.<br />

Significa anche valutare i problemi in un’ottica non solo nazionale ma europea, con<br />

la partecipazione e il coor<strong>di</strong>namento dei <strong>di</strong>versi Paesi.<br />

Ma per compiere questo salto <strong>di</strong> qualità occorre <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> dati aggiornati,<br />

mettere in campo tutte le forze e i mezzi possibili per rendere agevole il processo <strong>di</strong><br />

rilevazione del fenomeno arricchendo il più possibile il patrimonio informativo al<br />

fine <strong>di</strong> pervenire alla formulazione <strong>di</strong> adeguate politiche e per l’adozione <strong>di</strong><br />

interventi mirati.<br />

4. Le risultanze delle anagrafi<br />

Un nuovo tentativo ufficiale <strong>di</strong> misurare la consistenza dei senza fissa <strong>di</strong>mora è<br />

stato fatto dall’Istat nel 2010 utilizzando lo stesso strumento usato per effettuare il<br />

calcolo della popolazione residente: le anagrafi comunali della popolazione. I dati<br />

sono stati raccolti inserendo due nuovi quesiti nei modelli della rilevazione annuale<br />

del “movimento e calcolo della popolazione residente”, riferiti al 31 <strong>di</strong>cembre<br />

2009. Nel primo si è chiesto ai Comuni (i rispondenti sono gli uffici <strong>di</strong> <strong>statistica</strong> e/o<br />

gli uffici anagrafe dei Comuni) <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care se fosse stata istituita la “via fittizia”<br />

prevista dall’Istat (cfr nota 4). I risultati ottenuti hanno in<strong>di</strong>cato che:<br />

- solo 1.044 Comuni (pari al 13%) hanno istituito la via fittizia per l’iscrizione<br />

dei senza fissa <strong>di</strong>mora;<br />

- in 172 Comuni (pari al 2%) sono stati in<strong>di</strong>viduati altri criteri per l’iscrizione;<br />

- la maggior parte dei comuni (pari al 85%) <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non aver mai iscritto<br />

persone senza fissa <strong>di</strong>mora.<br />

I poco più <strong>di</strong> 1.200 Comuni che hanno in<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> avere iscritto nelle loro<br />

anagrafi persone “senza fissa <strong>di</strong>mora” ne conteggiano circa 40mila, <strong>di</strong> cui più della<br />

metà nel solo Comune <strong>di</strong> Roma.

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