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BOOK ABSTRACT - Simfer

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spesso asintomatica nelle fasi iniziali, costituiscono la base<br />

razionale per l’impiego di misure di profilassi in pazienti a<br />

rischio. Senza profilassi il rischio di TVP varia dal 25% al 30%<br />

per i pazienti sottoposti a chirurgia generale, fino al 70% per i<br />

pazienti che sono soggetti ad interventi di tipo ortopedico.La<br />

profilassi antitrombotica postoperatoria si avvale di mezzi<br />

farmacologici e di mezzi fisici. I mezzi fisici comprendono le<br />

calze elastiche a compressione graduata (caviglia‐coscia),<br />

compressione pneumatica intermittente e la “Foot pump”. Il<br />

loro impiego trova applicazione come modalità unica di<br />

profilassi nei pazienti a rischio emorragico (pazienti<br />

neurochirurgici, pazienti con alterazioni della funzionalità<br />

emostatica, ecc) o in combinazione con mezzi farmacologici<br />

in pazienti a rischio trombotico elevato. Rispetto ai mezzi<br />

farmacologici, i mezzi fisici non incrementano il rischio di<br />

sanguinamento e sono molto utili nei pazienti ad alto rischio<br />

di sanguinamento. Le calze elastiche che vengono<br />

solitamente prescritte nel post‐operatorio, per profilassi nei<br />

pazienti senza patologia varicosa, sono le calze antitrombo.<br />

La compressione esterna riduce la circonferenza dell’arto ed<br />

aumenta la velocità del flusso sanguigno, sia nelle vene<br />

superficiali che nelle vene profonde. Sebbene le calze<br />

compressive siano considerate relativamente prive di<br />

complicanze, vi sono alcuni rischi potenziali legati al loro non<br />

corretto uso, come complicanze soprattutto di tipo<br />

arterioso. Si ritiene quindi opportuno utilizzare una corretta<br />

procedura per l’uso delle calze elastiche e degli altri mezzi<br />

fisici.<br />

RECUPERO DELL’AUTONOMIA DEAMBULATIVA IN<br />

PAZIENTE AMPUTATA AFFETTA DA<br />

IPEROMOCISTEINEMIA E DEFICIT DELLA<br />

PROTEINA C.<br />

F. Zulli, G. Velasquez, E. Pennese, G. Di Giacinto, R.<br />

Lardani (Chieti)<br />

INTRODUZIONE<br />

Tra le cause principali di amputazione di arto inferiore le<br />

malattie vascolari ed infettive rappresentano circa il 70%. Il<br />

sistema idrochirurgico Versajet rappresenta una nuova<br />

tecnologia che impiegando un getto di soluzione salina ad<br />

alta velocità attraverso una finestra operativa unitamente ad<br />

una azione di aspirazione che sfrutta l’effetto Venturi,<br />

permette di realizzare in modo molto rapido, efficace e<br />

veloce la detersione chirurgica/meccanica, rimuovendo tutti i<br />

tessuti necrotici e con abbattimento della carica batterica<br />

favorendo il processo di guarigione della lesione .<br />

Il caso trattato riguarda una paziente di anni 57 con<br />

pregressa amputazione di gamba transtibiale medio‐<br />

superiore sinistra per trombosi venosa profonda e<br />

superficiale della gamba e del piede in Iperomocisteinemia<br />

Moderata e Deficit della Proteina C plasmatici tipo II,<br />

ipertensione arteriosa, obesità II classe, ulcere venose arti<br />

104<br />

inferiori. I pazienti con tali deficit presentano un elevato<br />

rischio per aterosclerosi precoce, formazione di placche<br />

trombotiche oltre a trombosi venose profonde, superficiali<br />

ed infarti cerebrali. Per tali motivi erano falliti tutti i<br />

precedenti tentativi in 12 anni di protesizzazione e la<br />

signora era costretta all’utilizzo della carrozzina per tutti gli<br />

spostamenti.<br />

La paziente è stata sottoposta all’ingresso a tampone<br />

colturale e biopsia della ferita; medicazione giornaliere con<br />

impacco acidificante per una durata di 7‐8gg e bendaggio<br />

non compressivo e relativo trattamento antibiotico mirato,<br />

come da antibiogramma. Dopo questa prima fase è stata<br />

sottoposta ad intervento di amputazione al terzo mediale di<br />

coscia secondo schema classico ma esitata negativamente<br />

per l’insorgenza di trombosi venosa superficiale, necrosi del<br />

tessuto grasso e deiscenza della sutura(con tampone e<br />

biopsia negative).<br />

Dopo la completa delimitazione dei margini della lesione (<br />

circa 20 gg) è stata sottoposta a revisione del moncone con<br />

l’utilizzo del Versajet Hidrosurgery Sistem .La guarigione del<br />

moncone ha cosi’ permesso la protesizzazione della<br />

paziente con successivo training deambulativo,<br />

reinserimento alla vita attiva e recupero del ruolo sociale .<br />

RUOLO DEL TRATTAMENTO MANUALE<br />

MIOFASCIALE NELLE FLEBOLINFOSTASI DEGLI<br />

ARTI INFERIORI.<br />

R. G. Bellomo, G. Barassi, R. Ruggeri, L. Di Pancrazio, V.<br />

Pisciella, R. Saggini (Chieti‐Pescara)<br />

INTRODUZIONE<br />

In Angiologia la riabilitazione si propone di ricostruire, per<br />

quanto sia possibile, tutte quelle funzioni dei vari sistemi<br />

circolatori interessati da una patologia vascolare. Per<br />

Flebolinfostasi, si intende una patologia, meglio conosciuta<br />

come "ritenzione idrica", che interessa<br />

contemporaneamente il sistema venoso e quello linfatico.<br />

MATERIALI E METODI<br />

20 pazienti, ai quali erano stati diagnosticati problematiche<br />

funzionali a livello del sistema linfatico in particolare a livello<br />

degli arti inferiori, divisi in 2 gruppi:<br />

1° gruppo (10 donne):protocollo fisico riabilitativo combinato<br />

di metodiche linfodrenanti manuali, strumentali e regime<br />

alimentare controllato,con una frequenza trisettimanale per<br />

un totale di 24 sedute.<br />

2° gruppo (10 donne): trattamenti specifici di terapia<br />

manuale, mirata a livello dei blocchi funzionali registrati alla<br />

valutazione, con la finalita’ di lasciare esprimere al meglio<br />

tutte le capacita’ terapeutiche intrinseche del sistema<br />

corporeo (anche quelle linfodrenanti), della durata di quattro<br />

settimane con una sola seduta settimanale della durata di<br />

circa 30 minuti per un totale medio di 5 sedute per tutto il<br />

ciclo terapeutico .

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