04.01.2013 Views

BOOK ABSTRACT - Simfer

BOOK ABSTRACT - Simfer

BOOK ABSTRACT - Simfer

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

In particolare nel confronto caso‐controllo (gruppo 2B vs<br />

gruppo 2) si sono registrati buoni risultati clinici e funzionali<br />

dopo la terapia con onde d’urto in rapporto alla valutazione<br />

effettuata al termine della sola terapia con ultrasuoni.<br />

DISCUSSIONE<br />

L’analisi dell’andamento dei pazienti del gruppo 2B, valutati<br />

prima e dopo l’esecuzione dell’ESWT, rappresenta uno studio<br />

caso‐controllo entro soggetto, fornendo dati attendibili sulla<br />

valutazione dell’efficacia clinica delle onde d’urto. In<br />

particolare i risultati ottenuti in quest’ultimo gruppo<br />

mostrano una elevata significatività statistica.<br />

CONCLUSIONI<br />

La terapia con onde d’urto mostra dei buoni risultati clinici in<br />

pazienti affetti da fascite plantare, precedentemente trattati<br />

senza successo con altre terapie fisiche. Dato però che la<br />

sintomatologia si riduce in una elevata percentuale di<br />

pazienti dopo la terapia con ultrasuoni da sola, si<br />

raccomanda di prescrive l’ESWT come terapia di seconda<br />

scelta, riservandola ai casi non responsivi alle terapie fisiche<br />

tradizionali.<br />

VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA TERAPEUTICA<br />

DELLA TERAPIA CON ONDE D’URTO NELLA<br />

RIZOARTROSI.<br />

S. Messina, P. Buselli (Lodi)<br />

INTRODUZIONE<br />

Il primo dito è il dito più importante dal quale dipende la<br />

possibilità complessa della pressione caratteristica<br />

dell’uomo. L’instabilità dell’articolazione CarpoMetaCarpica<br />

è collegata con una perdita della stabilizzazione del<br />

movimento, con la deformità dei capi articolari e con<br />

l’insorgenza del dolore.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati indagati 20 pazienti affetti da rizoartrosi al 1° o al<br />

2° stadio secondo la classificazione di Nalebuff. Sono stati<br />

sottoposti a due sessioni di terapia con onde d’urto con un<br />

intervallo di 3 settimane . I pazienti sono stati sottoposti a<br />

valutazione mediante Scala Visuale Analogica (VAS), con<br />

analisi della risposta dolorosa misurata con l’Algometro di<br />

Fisher, con test di forza con dinamometro nel pinch test e nel<br />

palmar test. Le valutazioni sono state eseguite prima della<br />

terapia e quindi a 1 a 3 e a 6 mesi dalla conclusione della<br />

terapia.<br />

RISULTATI<br />

I risultati registrati indicano una riduzione statisticamente<br />

significativa del dolore associata ad un incremento del range<br />

of motion e dei parametri funzionali. Il miglioramento<br />

registrato a un mese si è mantenuto anche a tre mesi dalla<br />

terapia, mentre al follow‐up a sei mesi si è registrato un<br />

decremento degli indici funzionali e delle condizioni cliniche.<br />

180<br />

DISCUSSIONE<br />

Nonostante del fatto che la terapia con onde d’urto non<br />

abbia indicazione nelle sofferenze artrosiche questa sembra<br />

rappresentare un approccio terapeutico interessante per i<br />

pazienti affetti da rizoartrosi da rizoartrosi negli stadi iniziali.<br />

La terapia è stata ben tollerata e non ha fatto registrare<br />

eventi avversi.<br />

Inoltre questo tipo di terapia può ritardare o, in taluni casi,<br />

evitare l’intervento chirurgico, che in un certo numero di casi<br />

non risolve gli aspetti clinici e funzionali della rizoartrosi.<br />

CONCLUSIONI<br />

Dallo studio si trae l’indicazione che la terapia con onde<br />

d’urto può dare un buon risultato clinico e funzionale, con un<br />

miglioramento a medio termine della performance<br />

individuale.<br />

Sarebbe necessario approfondire tale analisi attraverso uno<br />

studio realizzato in doppio cieco sull’applicazione delle onde<br />

d’urto in questa patologia.<br />

VALUTAZIONE METABOLICA DURANTE ESERCIZIO<br />

TERAPEUTICO NEI PAZIENTI AMPUTATI DI ARTO<br />

INFERIORE IN AOCP.<br />

G. Felicetti, R. Dragoni, F. Scarponi, M. C. Caffetti, G.<br />

Bazzini (Montescano (Pv))<br />

INTRODUZIONE<br />

L’amputato di arto inferiore presenta un’ importante<br />

modificazione della statica e soprattutto della dinamica<br />

durante lo spostamento del proprio corpo. Durante gli<br />

spostamenti di questi pazienti viene richiesta infatti<br />

un’attivazione di muscoli superstiti ed una serie di compensi<br />

che determinano un notevole dispendio energetico.(1)<br />

Questo lavoro si pone l’obiettivo di dimostrare che un buon<br />

programma riabilitativo ed un buon allenamento alla<br />

deambulazione con la protesi permettono al paziente<br />

amputato transtibiale di diminuire il dispendio energetico nel<br />

cammino.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Sono stati valutati 5 pazienti affetti da postumi di<br />

amputazione transtibiale di arto inferiore in AOCP. Ognuno<br />

di questi pazienti era provvisto di protesi provvisoria ed era<br />

ricoverato presso il centro di riabilitazione per impostare un<br />

trattamento riabilitativo volto a raggiungere un’ autonomia<br />

nella deambulazione e nelle attività della vita quotidiana.<br />

Durante il ricovero (della durata di 3 settimane) il paziente<br />

veniva sottoposto ad una valutazione iniziale e finale<br />

mediante walking test della durata di 10 minuti (tipo di<br />

percorso ad anello, con pendenze variabili), della lunghezza<br />

di 81,3 m. Per misurare il dispendio energetico del paziente<br />

nel corso del walking test si è utilizzato il sistema di<br />

monitoraggio Bodymedia Sensewear Armband (2,3). Si tratta<br />

di un monitor multisensore a fascia capace di quantificare in

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!