BOOK ABSTRACT - Simfer

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misura utilizzata è stata la “Oswestry Low Back Pain Disability Questionnaire (O)”2. RISULTATI la scala della disabilità utilizzata ha mostrato correlazioni tra peso e disabilità nei gruppi affetti da LBP. Nello specifico i valori evidenziano un’alta correlazione nel gruppo sLBP (R=0,74, p=0,005) e un correlazione, anche se minore, nel gruppo nsLBP (R=0,24, p=0,036) (Figura 1). Nessuna correlazione è stata dimostrata nel gruppo NS. CONCLUSIONI l’obesità correlata alla lombalgia sembra avere un ruolo fondamentale nel processo di disabilità. PRESA IN CARICO E RECUPERO DI UN SOGGETTO CON GRAVE CEREBROLESIONE ACQUISITA: STUDIO DI UN CASO CLINICO. V. Simone, A. Russo, S. Filoni, M.T. Amoruso, L. Rotondo, P. Fiore (Foggia) INTRODUZIONE Il grave trauma cranio‐encefalico (TCE) rappresenta una delle principali cause di disabilità neuro‐motoria. Tale condizione comporta un riscontro emotivo e sociale nell’ambito della famiglia del paziente traumatizzato, oltre, la necessità di elevato impiego di risorse economiche ed umane per l’assistenza. In alcuni studi sul TCE grave è stato riportato che il 10‐15% dei pazienti sopravissuti è ancora in coma al momento delle dimissioni dalla terapia intensiva. La complessità e la variabilità del quadro clinico e le possibili sequele disabilitanti richiedono, quindi, una risposta sanitaria adeguata, da articolare e sviluppare secondo un modello organizzativo a “rete integrata” che identifichi diversi livelli di responsabilità e percorsi di assistenza differenziati in funzione della gravità e degli obiettivi del progetto riabilitativo. Scopo dello studio è stato quello di valutare gli effetti del trattamento riabilitativo da noi proposto in una donna di 65 anni giunta alla nostra osservazione in stato di coma (GCS 3, GOS 6) in seguito a ematoma cerebrale da caduta accidentale. La paziente è stata sottoposta, per due mesi, a trattamento riabilitativo giornaliero di tipo intensivo consistente in stimolazioni neurosensoriali, tecniche di rilassamento, cauta mobilizzazione passiva, rieducazione respiratoria, vescicole, alimentare. Sono state somministrate scale di valutazione dell’indipendenza funzionale (FIM) e dello stato cognitivo (LCR‐R) all’ inizio ed alla fine del ciclo riabilitativo. L’efficacia delle tecniche di rieducazione respiratoria è stata valutate mediante la misurazione della Po2 e della Pco2 e l’esecuzione di EGA. La paziente ha presentata un significativo miglioramento dello stato di coscienza e un miglioramento della performance respiratoria. Dai risultati ottenuti si evidenzia che l’intervento riabilitativo mirato ed adeguato alle richieste del 255 paziente migliora lo stato di coscienza, tratta le complicanze mediche al fine di limitare le disabilità residue e fornisce educazione, consultazione e sostegno ai familiari. Un adeguato nursing, le stimolazioni neurosensoriali, la mobilizzazione passiva e la fisioterapia respiratoria, vescicale e alimentare precoci sono perciò di fondamentale importanza non appena si siano normalizzati o standardizzati i parametri vitali. Un intervento fisioterapico che “accompagna” il riaffiorare della coscienza fin dalla fase acuta in un tutt’uno con il ripristino del movimento e delle funzioni corticali superiori, faciliterà, in un secondo tempo, la reintegrazione e il reinserimento psico‐sociale del paziente. RUOLO DELLA TENDINOPATIA ROTULEA E QUADRICIPITALE NELLA FUNZIONE DEL GINOCCHIO IN PAZIENTI OBESI. M. G. Benedetti, S. Galletti, A. Frizziero, D. Luciani, L. Conti, S. Sergi, N. Melchionda, F. Catani (Bologna) INTRODUZIONE L’obesità è un fattore di rischio per l’osteoartrosi femoro‐ rotulea, e non è chiaro quanto anomalie muscolari e massa grassa ne siano fattori aggravanti. In pazienti obesi è stata descritta addirittura la rottura bilaterale, simultanea e spontanea del tendine quadricipitale. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di valutare se eventuali anomalie del cammino in pazienti obesi generalmente correlate a presenza di osteoartrosi (OA) al ginocchio e a difetti di allineamento femoro‐rotuleo, possano essere anche correlate a tendinopatia rotulea e quadricipitale. Sono stati valutati 16 pazienti obesi (30
otulea e quadricipitale sulla funzione del ginocchio in pazienti obesi, in particolare nelle fasi precoci di gonartrosi in relazione alle ipotesi relative alla debolezza del quadricipite e alla degenerazione entesica nella genesi dell’OA recentemente avanzate. RUOLO DELLE TURBE NEURO‐COGNITIVE E PSICOLOGICHE NELL'EFFICACIA DELLA CONSTRAINT INDUCED MOVEMENT THERAPY. P. Marfella, E. Guettard, H. Dubois, R. Gimigliano, A. Yelnik. (Napoli) INTRODUZIONE La Constraint Induced Movement Therapy (CIMT) dell’arto superiore è una tecnica di rieducazione efficace nel recupero del comando motorio e delle capacità di prensione in alcuni soggetti emiplegici. Obiettivi : analizzare i risultati e le cause di mancato successo della CIMT applicata di routine a pazienti con lesione cerebrale ospedalizzati in un Servizio di MPR. MATERIALI E METODI studio prospettico su tutti i pazienti ai quali è stata proposta la CIMT nel 2008. Criterio d’inclusione: flessione attiva di polso di almeno 30°. Sono state analizzate le cartelle cliniche di 15 pazienti (età media: 52.7 (+/‐ 12.6)): 2 traumi cranici, 7 emorragie cerebrali e 6 ictus ischemici. La CIMT è stata proposta a 47 (ds: 27.3) giorni di distanza dalla lesione cerebrale, utilizzata da 2 a 8 ore al giorno, a seconda della tolleranza, per una durata da 7 a 15 giorni. RISULTATI Per 10 pazienti la Constraint Induced Movement Therapy ha ottenuto un successo obiettivo nel migliorare la prensione (+ 13 cubi al Box and Block Test(p
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INDICE ICF 15 CONOSCENZE E ASPETTAT
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LOMBARDIA: CRITICITA’ DOPO IL PRI
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