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BOOK ABSTRACT - Simfer

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l’efficacia del trattamento della fascite plantare (FP) con OU<br />

a sorgente elettroidraulica. L’esame baropodometrico<br />

permette un monitoraggio dei carichi pressori podalici in<br />

statica e in dinamica la cui variazione è indice<br />

dell’andamento del quadro clinico della fascite plantare e<br />

pertanto del recupero funzionale di tali soggetti.<br />

Sono stati arruolati 30 pazienti di età compresa tra i 40 anni<br />

e i 69 anni, 18 F e 12 M affetti da FP insorta dai 2 ai 48 mesi<br />

prima. I criteri di esclusione sono rappresentati da<br />

gravidanza, presenza di neoplasia e infezione locale, grave<br />

osteoporosi e presenza di pacemaker cardiaco. Tutti i<br />

pazienti sono stati sottoposti ad esame clinico, RX‐grafico , a<br />

scale di valutazione VAS e FIM ed a esame baropodometrico<br />

sia nel pre‐trattamento (t0) che nel post‐trattamento a 30<br />

giorni (t1). Per il trattamento è stato utilizzato il generatore<br />

elettroidaulico EVOTRON della HMT con l’effettuazione di<br />

1500 colpi divisi per 3 sedute (1 a settimana) ad una densità<br />

d’energia compresa tra 0,10 e 0,13 mj/mm2.<br />

I risultati in corso di valutazione sono stati analizzati in base<br />

al tipo di recupero funzionale ottenuto, ovvero:<br />

a)peggioramento del quadro clinico‐funzionale; b)nessun<br />

miglioramento; c)lieve miglioramento; d)miglioramento<br />

soddisfacente; e)recupero funzionale completo.<br />

Allo stato attuale in base ai risultati preliminari acquisiti è<br />

possibile formulare le seguenti considerazioni:la litotrissia<br />

con OU elettroidrauliche rappresenta una metodica di<br />

trattamento della FP non invasiva, ripetibile e con scarsa<br />

percentuale di complicanze;l’esame baropodometrico<br />

effettuato in condizioni di statica e di dinamica permette un<br />

monitoraggio strumentale e funzionale che si affianca e<br />

completa la diagnostica clinica e per immagini effettuata su<br />

tali pazienti nel pre‐ e post‐trattamento; l’ alterazione della<br />

postura sembra essere frequentemente coinvolta fra le<br />

causa di tale patologia.<br />

IL TRATTAMENTO DELLE PSEUDOARTROSI CON LE<br />

ONDE D’URTO.<br />

R. Canero (Napoli)<br />

INTRODUZIONE<br />

L’autore propone una tecnica terapeutica di recente<br />

aquisizione, basata sulla focalizzazione di onde d’urto nell’<br />

area di frattura.<br />

Tale metodica di derivazione urologica e stata introdotta in<br />

campo ortopedico nel 1995.<br />

L’ effetto delle onde d’urto è dato da un’attivazione<br />

ostogenetica con frammentazione dei cristalli di<br />

idrossiapatite e formazione di nuova matrice a cui segue un<br />

processo di mineralizzazione. Gli effetti biologici si traducono<br />

nella liberazione di fattori di crescita e neoangiogenesi per la<br />

liberazione del endotelial stimulating angiogenetic factor e<br />

la formazione di monossido di azoto (NO) .<br />

MATERIALI E METODI<br />

69<br />

Lo studio si propone di valutare gli effetti terapeutici<br />

osservati in 64 casi di pseudoartrosi trattati dal 2006 al 2009<br />

presso l’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale A.<br />

Cardarelli di Napoli utilizzando un litotritore di ultima<br />

generazione, con sorgente elettromagnetica a bobina,<br />

provvisto di un duplice puntamento, radiografico ed<br />

ecografico .<br />

RISULTATI<br />

Il follow‐up è stato effettuato con radiografia standard a 1<br />

mese, 3 e 12 mesi dal primo trattamento.I risultati ottenuti<br />

sono stati: .42% di consolidazione totale, 33% di<br />

consolidazione parziale, 15% nessun risultato.<br />

CONCLUSIONI<br />

Il trattamento con onde d’urto delle pseudoartrosi mostra<br />

effetti terapeutici validi sia nel l’immediato che a lungo<br />

termine.<br />

INIZIALE STUDIO CON TRASFERIMENTO<br />

ENERGETICO CAPACITIVO E RESISTIVO NELLE<br />

PATOLOGIE DEI TRATTI MOBILI DELLA COLONNA<br />

CERVICALE E LOMBARE.<br />

M. D’Andrea, D. Marchese, A. Foceri, S. Caglianone, M.<br />

Iocco (Catanzaro)<br />

INTRODUZIONE<br />

Qualsiasi tipo di alterazione dei tessuti molli, sia a livello<br />

cervicale che a livello lombare, causa una serie di<br />

conseguenze, soprattutto funzionali, che limitano qualsiasi<br />

attività della persona presa in carico.<br />

Con questo lavoro vogliamo cercare di capire le maggiori<br />

disabilità, sia funzionali sia emozionali, che queste alterazioni<br />

possono causare. Per raggiungere il nostro obiettivo<br />

abbiamo utilizzato dei criteri di inclusione/esclusione<br />

abbastanza rigidi onde evitare di avere dei risultati<br />

fuorvianti. I casi sono stati reclutati previa visita fisiatrica<br />

presso il nostro ambulatorio, sono stati somministrati dei<br />

test quali: VAS, NRS, il Brief Pain Inventory e il test SF‐12 sulla<br />

qualità di vita; in più è stato eseguito l’esame a stella di<br />

Maigne. Sono stati eseguiti in aggiunta esami<br />

baropodometrici per valutare le alterazioni di appoggio nelle<br />

due principali patologie trattate. Sono stati divisi in due<br />

categorie i pazienti in maniera da scindere le patologie del<br />

rachide cervicale da quelle del rachide lombare. Per ciascuna<br />

categoria, alcuni pazienti sono stati trattati con<br />

trasferimento energetico capacitivo/resistivo e rieducazione<br />

funzionale del tratto interessato; la rimanente parte di<br />

pazienti sono stati trattati solo con rieducazione funzionale.<br />

Dai primi dati, pur se preliminari, si è evidenziato<br />

miglioramento della percezione soggettiva del dolore, un<br />

miglioramento oggettivo clinico, e una migliore qualità di<br />

vita. Attendiamo di completare in maniera definitiva il lavoro<br />

per ottenere maggiori dati.

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