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BOOK ABSTRACT - Simfer

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SESSIONE SPECIALIZZANDI<br />

EFFICACIA DEI MAGNETI QUADRIPOLARI NEL<br />

TRATTAMENTO DELLE FRATTURE NEGLI SPORTIVI.<br />

C. Costantino, R. Ciraulo, E. Marangio (Parma)<br />

INTRODUZIONE<br />

Nella pratica clinica i campi magnetici sono stati utilizzati per<br />

gli effetti positivi sui tessuti soprattutto per quel che riguarda<br />

la capacità di ridurre l’infiammazione e stimolare la<br />

rigenerazione tissutale. L’effetto terapeutico maggiore si<br />

verifica a livello del tessuto osseo dove la biostimolazione<br />

determina l’attivazione di osteoblasti, l’incremento<br />

dell’apporto di sangue e di PTH e conseguentemente una<br />

ottimale osteogenesi.<br />

E’ stata valutata l’ efficacia dei magneti naturali quadripolari<br />

nell’accelerare la consolidazione di fratture in pazienti<br />

sportivi, con alte richiesta funzionale e necessità di ridurre al<br />

minimo i tempi di immobilizzazione.<br />

Sono stati reclutati 39 sportivi che avevano riportato fratture<br />

di clavicola, scafoide, metacarpo e metatarso. Ciascun<br />

paziente è stato trattato con immobilizzazione in<br />

apparecchio gessato, tutore o bendaggio e applicazione di<br />

magneti quadripolari. I pazienti non hanno presentato alcuna<br />

reazione avversa locale, un effetto antalgico immediato e<br />

soprattutto una significativa riduzione dei giorni di<br />

immobilizzazione.<br />

Il trattamento con magneti quadripolari naturali associato ad<br />

immobilizzazione ha consentito di ridurre i tempi di<br />

immobilizzazione, di minimizzare l’ipotonotrofia muscolare e<br />

la rigidità articolare e di iniziare precocemente il trattamento<br />

riabilitativo con un più rapido recupero funzionale e ritorno<br />

all’attività agonistica.<br />

GESTIONE DELLE MEDICAZIONI IN UN REPARTO<br />

DI RIABILITAZIONE NEUROMOTORIA<br />

POSTACUZIE: PROTOCOLLO OPERATIVO.<br />

V. Di Giuseppe, T. De Bonis, R. Candia, C. Damiani<br />

(Roma)<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel nostro reparto di 86 posti letto, circa il 12% dei pazienti è<br />

inserito a vario titolo nel giro medicazioni. La tipologia delle<br />

lesioni è rappresentata più frequentemente da deiscenze<br />

delle ferite chirurgiche, nella quasi totalità pazienti amputati,<br />

e da lesioni da pressione. La presa in carico del paziente nel<br />

percorso riabilitativo prevede sia la prevenzione (attiva:<br />

postura a letto, mobilizzazioni, nutrizione; passiva: presidi<br />

antidecubito) che il trattamento delle lesioni. Quest’ultimo si<br />

realizza non solo con la gestione delle comorbidità influenti<br />

(diabete, infezioni generalizzate, malnutrizione, vasculopatie,<br />

253<br />

etc..) ma anche con terapie locali tecnologicamente avanzate<br />

applicando nella pratica clinica la Wound Bed Preparation<br />

(WBP‐preparazione del letto della ferita)<br />

MATERIALI E METODI<br />

L’esigenza di fornire in maniera uniforme e condivisa uno<br />

stesso approccio metodologico alla prevenzione e cura delle<br />

lesioni ci ha portato all’applicazione di un protocollo<br />

operativo. Preceduto da un corso di formazione del<br />

personale infermieristico e medico. Strumenti operativi: 1.<br />

quaderno delle medicazioni al piano in cui è contenuto il 2.<br />

protocollo di medicazione, 3. la scheda di valutazione con le<br />

indicazioni terapeutiche ed il timing, 4. il diario settimanale<br />

delle medicazioni con il giudizio clinico sull’andamento, 5.<br />

archiviazione delle immagini digitali. All’accettazione del<br />

paziente in reparto si effettua la stadiazione del rischio (Scala<br />

di Norton), l’applicazione del presidio antidecubito più<br />

adatto, in caso di presenza di lesioni valutazione e<br />

stadiazione sec. National Panel Ulcer Advisory Panel, WBP<br />

attraverso l’applicazione dell’acronimo TIME, effettuazione<br />

di medicazioni di tipo avanzato o interattive, eventuale<br />

applicazione di sistemi a pressione negativa, supporto<br />

nutrizionale, gestione delle comorbidità influenti,<br />

acquisizione delle immagini digitali per il follow up. Dal<br />

gennaio 2007 ad oggi sono stati così trattati 125 pazienti su<br />

1106 ricoverati.<br />

RISULTATI<br />

L’adozione di questo protocollo ha consentito un approccio<br />

globale al paziente con lesioni difficili permettendo di<br />

migliorare la qualità dell’intervento garantendo la continuità<br />

assistenziale e la dimissione del paziente con lesione risolta o<br />

in avviato stato di risoluzione. L’equipe ha mantenuto la<br />

continuità anche in quest’ultimo caso attraverso la<br />

prescrizione delle medicazioni secondo nomenclatore<br />

tariffario e la disponibilità al follow‐up ambulatoriale.<br />

IL TERIPARATIDE NELLA RIPARAZIONE DI<br />

FRATTURE “DIFFICILI”: NOSTRA ESPERIENZA.<br />

L. Di Bisceglie, G. Di Bisceglie,G. E. Fata (Bisceglie (BA))<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel giugno 2006, è giunto alla nostra<br />

osservazione,M.S.,maschio,anni 30,con fratture vertebrali<br />

multiple,secondarie a deflagrazione di ordigno bellico,che<br />

costringevano il paz. al riposo al letto con gravi comorbilità<br />

(piaghe da decubito in regione sacrale, infezioni recidivanti<br />

V.U.,depressione,ipotrofia muscolare etc).La prognosi era<br />

indeterminabile, ma dipendente dalla guarigione delle<br />

fratture.Dopo valutazione del rapporto costo‐benefici, ha<br />

iniziato terapia con TPTD (20 mcg7die) per mesi 2,<br />

monitoraggio radiologico con TC ed analisi<br />

ematochimiche.OBIETTIVO:Accelerare la guarigione delle<br />

fratture,verticalizzare il paziente, carico precoce, autonomia<br />

funzionale adeguata all’età.PAZIENTE e

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