BOOK ABSTRACT - Simfer
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IL RUOLO DELL’ETA’ NELLA RISPOSTA AL<br />
TRATTAMENTO RIABILITATIVO MOTORIO E<br />
NEUROPSICOLOGICO NEI PAZIENTI AFFETTI DA<br />
LESIONE CEREBRALE DESTRA.<br />
M. Silingardi, M. P. Panourgia, L. Veronelli, M. Sozzi, L.<br />
Pisani (Milano)<br />
INTRODUZIONE<br />
In questo studio abbiamo analizzato i dati, di un gruppo di 20<br />
pazienti con lesione cerebrale emisferica destra (età 54‐91<br />
aa), ricoverati nella nostra Unità di Riabilitazione circa 15<br />
giorni dopo l’ictus.<br />
Il campione include pazienti con emisindrome sensitivo‐<br />
motoria sinistra, quantificati con la Motricity Index e neglect<br />
sinistro, valutato con una batteria neuropsicologica standard<br />
(barrage di linee, barrage di campanelle, Raven 47 position<br />
preference, Copia Figure Geometriche), sottoposti a<br />
trattamento motorio e cognitivo durante il periodo di<br />
ricovero di 60 giorni e rivalutati alla dimissione.<br />
Il campione è stato suddiviso in 4 gruppi in base all’età:<br />
Gruppo 1 (80 aa).<br />
La gravità della compromissione funzionale è stata stabilita<br />
considerando i punteggi al Motricity Index per l’arto<br />
superiore e l’arto inferiore: grave (arto sup. punteggio 0‐39,<br />
arto inf. 0‐42), media (arto sup. 40‐75, arto inf. 43‐74), lieve<br />
(arto sup. 76‐100, arto inf. 75‐100).<br />
La gravità del danno visuo‐spaziale è stata stabilita<br />
considerando i punteggi nei quattro test: severo (risultato<br />
patologico a più di 3 test); non severo (risultato patologico a<br />
1 o 2 test) assenza di neglect (risultato nella norma nei 4<br />
test).<br />
A ogni gruppo è stata studiata la variazione funzionale<br />
(miglioramento, stabilità, peggioramento).<br />
MATERIALI E METODI<br />
RISULTATI<br />
Gruppo 1 (4 soggetti): il 50% migliora dal punto di vista<br />
motorio, mentre il 25% presenta un miglioramento del<br />
neglect (migliora anche nella funzione motoria).<br />
Gruppo 2 (4 soggetti): il 75% migliora sia dal punto di vista<br />
motorio che per il neglect e il 25% rimane stabile per<br />
entrambi.<br />
Gruppo 3 (8 soggetti): il 25% presenta un miglioramento<br />
motorio, il 25% dal punto di vista cognitivo, il 25% migliora<br />
sia per danno motorio che per il danno cognitivo e il 25%<br />
rimane stabile per entrambi.<br />
Gruppo 4 (4 soggetti): il 25% presenta un miglioramento dal<br />
punto di vista motorio, mentre il 75% presenta un<br />
miglioramento del neglect. L’unico paziente che migliora per<br />
la funzionalità motoria, migliora anche nella funzione<br />
cognitiva.<br />
CONCLUSIONI<br />
107<br />
Il gruppo dei paziente più giovani (Gruppo 1) recupera<br />
meglio dal punto di vista motorio e peggio dal punto di vista<br />
cognitivo, al contrario della quarta età (gruppo 4) in cui il<br />
trend si inverte. Probabilmente questo risultato è dovuto alla<br />
riserva funzionale dell’apparato osteo‐muscolare della<br />
giovane età ed alla capacità di adattamento cognitivo dei<br />
pazienti del quarto gruppo.<br />
INDAGINE SUI PERCORSI ASSISTENZIALI NELLA<br />
DEMENZA IN RELAZIONE ALLA STORIA NATURALE<br />
DI MALATTIA<br />
S. Scalmana, M. L. Giarrizzo, A. Di Napoli, D. Di Lallo<br />
(Roma)<br />
INTRODUZIONE<br />
Indagine sui percorsi assistenziali di pazienti con demenza e<br />
valutazione di fattori associati all’accesso a un servizio<br />
territoriale o residenziale.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Nell’ambito della ricerca finalizzata del Ministero della Salute<br />
è stata studiata una coorte di 1010 pazienti di 5 Unità<br />
Valutative Alzheimer del Lazio. Ai caregivers dei pazienti è<br />
stato somministrato un questionario su: dati socio‐<br />
demografici, clinici, stadio della demenza, valutazione<br />
cognitiva, funzionale e comportamentale, percorsi<br />
assistenziali. La probabilità di accedere a un servizio<br />
territoriale o residenziale, tenendo conto della situazione<br />
clinica dei 12 mesi precedenti, è stata valutata con modelli di<br />
regressione logistica.<br />
RISULTATI<br />
Età media dei pazienti:80 anni (DS=10); 71,7% pazienti<br />
donne; 60,3% affetto da Alzheimer (76,7%:donne) e 10,8%<br />
da demenza vascolare (64,2%:uomini); 44,1% con<br />
compromissione cognitiva moderata (CDR=2); 96,9% con<br />
caregiver (37,9%:figlia). Il 69,1% presenta 2 o più abilità di<br />
base perse; il 90,9% 4 o più abilità strumentali perse. È più<br />
probabile che ricorra ai servizi territoriali chi è affetto da<br />
demenza di grado moderato (OR=1,87;IC95%1,24‐2,82) o<br />
severo (OR=2,74;IC95%1,78‐4,24), da disturbi del sonno<br />
(OR=1,57;IC95%1,10‐2,25). È più probabile che ricorra ai<br />
servizi residenziali una donna (OR=1,56;IC95%1,01‐2,41), chi<br />
assume anti‐psicotici (OR=1,79;IC95%1,19‐2,70), anti‐<br />
depressivi (OR=1,52;IC95%1,05‐2,20), integratori vitaminici<br />
(OR=1,97;IC95%1,16‐3,36). Si associano a un minor ricorso ai<br />
servizi residenziali la presenza di caregiver<br />
(OR=0,10;IC95%0,03‐0,30), la conservazione delle abilità di<br />
base (OR=0,45;IC95%0,27‐0,73) e strumentali<br />
(OR=0,34;IC95%0,14‐0,85), la presenza di 1<br />
(OR=1,56;IC95%1,01‐2,41), 2 (OR=1,56;IC95%1,01‐2,41) o più<br />
comorbidità severe (OR=1,56;IC95%1,01‐2,41), l’assunzione<br />
di inibitori dell’acetilcolinesterasi (OR=0,57;IC95%0,37‐0,88).<br />
CONCLUSIONI