BOOK ABSTRACT - Simfer
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appositamente costruita per evocare errori semantici.<br />
Inoltre, la paziente è stata valutata in prove di lettura di<br />
forme flesse di nomi, verbi e aggettivi, nella lettura di nomi<br />
modificati tramite suffissi valutativi e pseudomodificati<br />
(lettino vs. cervello) e nella lettura di nomi composti nome‐<br />
nome (e.g., astronave) e verbo‐nome (e.g., aspirapolvere).<br />
Nelle prove di base la lettura è particolarmente<br />
compromessa per funtori e non‐parole, mentre vi è effetto<br />
concretezza nella lettura di parole di contenuto. Gli errori<br />
commessi sono in larga parte di tipo morfologico (macchina ‐<br />
> macchinette) e semantico (secchio ‐> pozzo). Negli altri<br />
compiti si evidenziano effetti di complessità morfologica<br />
(miglior prestazione per parole morfologicamente semplici<br />
rispetto a complesse); vengono inoltre rilevati effetti di<br />
frequenza d’uso nella lettura delle diverse forme lessicali di<br />
una stessa parola. RG risulta infine gravemente deficitaria<br />
nella lettura di verbi, siano essi presentati in modo isolato o<br />
all’interno di parole composte.<br />
La paziente manifesta la costellazione di sintomi tipici della<br />
dislessia profonda (Marshall & Newcombe 1971)<br />
confermando la sostanziale interdipendenza di effetti<br />
semantici e morfologici in questo disturbo. I risultati saranno<br />
discussi in due distinte prospettive: da un lato si<br />
considereranno i meccanismi neurali e funzionali che<br />
causano la dislessia profonda; dall’altro si discuteranno i<br />
principi di trattamento riabilitativo del disturbo dislessico<br />
profondo.<br />
LA PERCEZIONE DEL TEMPO IN PAZIENTI CON<br />
TRAUMA CRANICO ENCEFALICO: UNO STUDIO<br />
SULLA RIPRODUZIONE TEMPORALE.<br />
G. Mioni, F. Stablum, N. Valsecchi, A. Cantagallo<br />
(Ferrara)<br />
INTRODUZIONE<br />
Buone capacità temporali sono necessarie per agire in modo<br />
corretto e bene finalizzato nell’ambiente. Azioni come<br />
pianificazione e coordinazione richiedono una buona<br />
percezione del tempo e distribuzione delle risorse attentive.<br />
Studi con pazienti e di neuroimmagine hanno evidenziato la<br />
relazione esistente tra percezione del tempo e carico<br />
cognitivo impiegato. In questo studio siamo interessati ad<br />
analizzare l’effetto di un compito secondario sulla<br />
riproduzione temporale in un gruppo di pazienti con Trauma<br />
Cranico Encefalico (TCE) e adulti di controllo. Allo studio<br />
hanno partecipato 12 pazienti TCE e 12 adulti di controllo.<br />
Ogni partecipante svolgeva un compito di riproduzione<br />
temporale semplice e con distrattore. In entrambe le<br />
condizioni lo stimolo compariva al centro dello schermo in<br />
tre possibili durate: 4000, 9000, 14000 ms (ogni stimolo<br />
veniva visto 12 volte per un totale di 36 stimoli). Ad ogni<br />
partecipante veniva chiesto di premere la barra spaziatrice e<br />
211<br />
riprodurre la durata delle stimolo precedentemente visto.<br />
Nella condizione con distrattore al centro dello stimolo<br />
comparivano dei numeri da leggere a voce alta. Sono stati<br />
calcolati gli Errori Assoluti (differenza in valore assoluto tra il<br />
tempo target e il tempo riprodotto) e gli Errori Relativi (si<br />
divide il tempo riprodotto per la durata target ottenendo un<br />
coefficiente di sottostima o sovrastima). Non sono emerse<br />
differenze significative tra le durate nella condizione<br />
semplice per il gruppo di controllo, mentre i pazienti TCE si<br />
sono dimostrati meno accurati nel riprodurre tutte le durate.<br />
I risultati hanno evidenziato un effetto del distrattore sulle<br />
prestazioni dei TCE in tutte le durate, mentre il gruppo di<br />
controllo risulta compromesso dal distrattore solo con le<br />
durate maggiori. Si evidenzia inoltre un effetto della durata<br />
per entrambi i gruppi: all’aumentare della durata da<br />
riprodurre aumenta la grandezza dell’errore, con un effetto<br />
maggiore nella condizione con distrattore. Infine dall’analisi<br />
degli Errori Relativi si evidenzia una sottostima di tutte le<br />
durate per entrambi i gruppi, con un aumento dell’errore<br />
maggiore nella condizione con distrattore. Come ipotizzato<br />
entrambi i gruppi hanno evidenziato delle prestazioni<br />
peggiori nella condizione con distrattore. In particolare i<br />
pazienti con TCE si sono dimostrati meno accurati e<br />
maggiormente compromessi dalla durata degli stimoli.<br />
LA RIEDUCAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI VERBI<br />
NEI PAZIENTI AFASICI<br />
S. Bonifazi, F. Tebaldi, C. Biondi, A. Cantagallo, L.<br />
Craighero, M. Coccia, L. Provinciali, P. Marangolo<br />
(Ancona)<br />
INTRODUZIONE<br />
Nell’ambito della riabilitazione dei disturbi afasici, alcuni<br />
studi mostrano come il riferimento alle azioni favorisca il<br />
recupero della classe dei nomi e dei verbi corrispondenti<br />
(1,2). Tale evidenza rispecchia una serie di risultati ottenuti<br />
con tecniche neurofisiologiche, di neuroimmagine e<br />
comportamentali che indicano l’esistenza di un substrato<br />
neuronale comune all’elaborazione linguistica e alla<br />
produzione/comprensione di azioni, che coinvolge in modo<br />
particolare l’area di Broca (3,4,5,6). Scopo del presente<br />
lavoro è stato quello di verificare se diverse modalità di<br />
accesso alla rappresentazione motoria del verbo potessero<br />
promuovere una maggiore o minore facilità nel recupero<br />
lessicale delle parole corrispondenti. Un gruppo di soggetti<br />
afasici con un deficit anomico per la classe dei verbi, è stato<br />
sottoposto ad una rieducazione intensiva che prevedeva tre<br />
sessioni quotidiane, per due settimane consecutive, nelle<br />
quali venivano utilizzate tre procedure riabilitative differenti.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Per ogni paziente, da una lista di 128 verbi transitivi e<br />
intransitivi sono stati selezionati i verbi non denominati<br />
durante l’indagine iniziale. Gli stimoli sono stati quindi