BOOK ABSTRACT - Simfer
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Nel post‐operatorio i momenti flessori sono diminuiti. Il<br />
paragone tra le due componenti del torchio articolare,<br />
estensoria e flessoria, nel piano sagittale dello spazio è<br />
espressione della tenuta funzionale del neo‐legamento. La<br />
correlazione temporale tra momenti articolari e “timing” di<br />
attivazione muscolare consente la “prognosi” del<br />
trattamento riabilitativo. Se l’attivazione muscolare peri‐<br />
articolare è corretta, allora il neo‐legamento rischia il<br />
sovraccarico, ma se alla riduzione dei momenti flessori si<br />
accompagna un alterato “timing” della muscolatura<br />
periarticolare, la tenuta meccanica del neo‐legamento non è<br />
tutelata.<br />
Il monitoraggio strumentale permette di scandire i tempi di<br />
intervento, per rispettare i requisiti biomeccanici del<br />
successo riabilitativo. I dati ottenuti con gait analysis sono<br />
indicativi delle caratteristiche del progetto riabilitativo:<br />
dimostrano che alcuni tipi di esercizi possono sviluppare<br />
linee di forza non coassiali con i punti anatomici deputati alla<br />
corretta tensione funzionale del neo‐legamento.<br />
IL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO CON GRAVI<br />
LESIONI CUTANEE IN UN REPARTO DI<br />
RIABILITAZIONE: UN LAVORO DI EQUIPE. CASE<br />
REPORT.<br />
R. Tramontozzi, P. Martinez, S. Franz, A. Selvanetti , A.<br />
Antonaci (Roma)<br />
INTRODUZIONE<br />
Il trauma maggiore è inteso come quadro clinico<br />
caratterizzato da lesioni mono o polidistrettuali tali da<br />
rappresentare un rischio immediato o potenziale per le<br />
funzioni vitali.<br />
Fa parte delle patologie ad alta complessità, i cui esiti in<br />
termini di mortalità e di disabilità dipendono fortemente dal<br />
fattore tempo e dalla qualità degli interventi assistenziali, dal<br />
territorio all’ ospedale fino alle strutture di riabilitazione.<br />
Si è potuto constatare come lo sviluppo di sistemi integrati di<br />
assistenza per questa patologia consenta il raggiungimento<br />
di risultati significativi sia in termini di salvabilità delle vittime<br />
sia in termini di riduzione delle disabilità residue .<br />
L’interconnessione operativa dei servizi per la gestione in<br />
fase acuta (Ortopedia, Chirurgia vascolare, Chirurgia Plastica,<br />
Neurochirurgia, etc.) con la nostra struttura riabilitativa è<br />
necessaria, allo scopo di assicurare, secondo un principio di<br />
continuità terapeutica, il coinvolgimento precoce dei sanitari<br />
deputati alla riabilitazione nel percorso assistenziale del<br />
malato.<br />
In questo quadro si inserisce la nostra esperienza riabilitativa<br />
con pazienti politraumatizzati caratterizzati, tra l’altro, da<br />
importanti lesioni cutanee e dei tessuti molli da trauma.<br />
L’obiettivo del lavoro è di dimostrare, riportando la nostra<br />
esperienza, come una gestione interdisciplinare possa<br />
portare a ridurre al minimo le eventuali disabilità del<br />
144<br />
paziente politraumatizzato gestendone al meglio tutte le<br />
criticità.<br />
PROPOSTA DI ESTENSIONE A UN SETTING<br />
RIABILITATIVO AMBULATORIALE DI UN<br />
PROTOCOLLO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO PER<br />
UNA PROTESI D’ANCA.<br />
L. Scalzo, L. Iannelli, C. Grillone, G. Tavano, C. Parente,<br />
M. Iocco (Catanzaro)<br />
INTRODUZIONE<br />
La protesizzazione d’anca rappresenta una frequente causa<br />
di presa in carico anche in un setting riabilitativo di tipo<br />
ambulatoriale. In precedenza il nostro gruppo di lavoro ha<br />
più volte sottolineato l’importanza di effettuare un<br />
protocollo integrato basandosi su uno schema generale di<br />
progetto trasformato successivamente in rapporto alle<br />
singole specifiche condizioni in progetto individuale. Scopo<br />
del presente lavoro è quello di estendere questa visione<br />
anche a un setting riabilitativo di tipo ambulatoriale (<br />
struttura ex‐articolo 44).<br />
MATERIALI E METODI<br />
Sono stati valutati nel periodo compreso tra il 1 Gennaio<br />
2009 e il 30 Marzo 2009 20 pazienti<br />
(15 di sesso F e 5 di sesso M età media 63,45 anni ) con<br />
disabilità conseguenti a protesizzazione d’anca.<br />
Tutti i pazienti sono stati sottoposti all’ingresso in<br />
ambulatorio a esame clinico comprendente la rilevazione<br />
della escursione articolare e della forza muscolare ,<br />
somministrazione della scala FIM, 6’WT. Gli stessi parametri<br />
sono stati rilevati in fase intermedia di trattamento e in fase<br />
conclusiva. Questi parametri sono stati scelti per la<br />
semplicità di utilizzo e la facile lettura dei dati<br />
CONCLUSIONI<br />
Nonostante la ristrettezza del campione preso in esame si<br />
possono evidenziare alcuni dati importanti:<br />
1) La maggior parte delle persone che giungono in<br />
ambiente ambulatoriale arrrivano dai reparti per acuti e non<br />
attraversano quello che è il secondo stadio della<br />
riabilitazione<br />
2) In molti persone anche di età più avanzata si assiste<br />
a un cambiamento della richiesta funzionale. La persona<br />
chiede alla struttura non solo l’autonomia nelle ADL<br />
primitive e secondarie ma anche una richiesta funzionale<br />
sportiva( jogging, palestra).<br />
3) Nella maggior parte dei casi si riscontra una stabilità<br />
nei valori dell’escursione articolare e della forza muscolare. Il<br />
maggior incremento si riscontra nei valori di FIM Motoria e<br />
nel 6’WT<br />
4) Anche in ambito ambulatoriale affinché l’intervento<br />
riabilitativo possa essere ponderato, nell’adeguatezza e