BOOK ABSTRACT - Simfer
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LA RIABILITAZIONE DELLA<br />
PERSONA CON AFASIA<br />
AFASIA E STILI COMUNICATIVI NELLA COPPIA.<br />
M. de Marco, A. Cavarzan, P. Marchetti, L. Cherubin, S.<br />
Tronco, D. Primon (Padova)<br />
INTRODUZIONE<br />
La ricerca scientifica mette in evidenza che i familiari di<br />
pazienti affetti da patologie croniche risentono della<br />
condizione di malattia del proprio caro. Nello specifico, è il<br />
caregiver la persona che, scegliendo di dedicarsi al proprio<br />
familiare malato, sente ricadere su di sé la responsabilità<br />
della cura e del carico assistenziale, compiti che lo<br />
coinvolgono in modo peculiare. Tale situazione, quando<br />
esasperata, può sfociare in un senso di disagio e stanchezza<br />
vissuto dal caregiver.<br />
In questa ricerca, si è voluto osservare il modo in cui le mogli<br />
di pazienti affetti da afasia percepiscono la patologia del<br />
marito, come vivono il loro ruolo di caregiver e il loro porsi in<br />
relazione a questo tipo di disabilità. In particolare, abbiamo<br />
ipotizzato che i vissuti di queste mogli potevano variare ed<br />
essere in relazione al grado di disabilità del paziente. In tal<br />
senso, abbiamo considerato un campione di dieci mogli<br />
divise a loro volta in due gruppi, numericamente uguali, che<br />
variavano in base al grado di compromissione linguistica del<br />
marito, la quale poteva essere lieve o grave. Questa<br />
suddivisione è stata decisa e valutata attraverso l’AAT<br />
(Aachen Aphasia Test), strumento utile alla diagnosi dei<br />
deficit afasici del linguaggio. Abbiamo quindi proposto<br />
un’intervista di tipo semi strutturato, successivamente<br />
analizzata per mezzo di Atlas.ti, un software per l’analisi<br />
qualitativa dei testi scritti.<br />
Da quanto emerso, si è rilevato che le mogli di pazienti affetti<br />
da afasia grave attribuivano al marito capacità e<br />
intenzionalità comunicative maggiori rispetto a quanto<br />
osservato dall’AAT, tendevano inoltre a mettere in atto una<br />
serie di strategie e comportamenti che avevano la funzione<br />
di compensare la disabilità del proprio compagno. L’altro<br />
gruppo, invece, mostrava una percezione più critica e<br />
oggettiva rispetto alle modalità comunicative di questi<br />
pazienti e la loro disabilità. Queste mogli, inoltre,<br />
intervenivano in modo maggiore e più adeguato affinché i<br />
mariti potessero migliorare i loro deficit e le loro possibilità<br />
espressive. In generale, tutte le partecipanti alla ricerca<br />
affermavano di conoscere la malattia di cui era affetto il<br />
marito e tuttavia, analizzando quanto esplicitato dai due<br />
campioni, è emerso che la percezione della malattia si<br />
modificava in relazione alla sua gravità.<br />
Questi dati ci suggeriscono che le mogli di pazienti affetti da<br />
afasia grave cercano di mantenere le possibilità<br />
comunicative con il proprio congiunto, esprimendo la<br />
convinzione e mettendo in atto una serie di comportamenti<br />
209<br />
che in qualche modo riflettono una continuità espressiva e<br />
relazionale altrimenti gravemente compromessa.<br />
COLLOQUIO NEUROPSICOLOGICO E PROGETTO<br />
RIABILITATIVO: STUDIO INIZIALE.<br />
C. Podella, C. Turano,L. Scalzo, A. Cistaro, E. Farao,M.<br />
Iocco (Catanzaro)<br />
INTRODUZIONE<br />
L’aspetto neuropsicologico rappresenta un aspetto<br />
essenziale da tenere presente nella presa in carico globale<br />
della persona anche in un setting di tipo ambulatoriale.<br />
Nell’ambito dell’aspetto neuropsicologico spesso si<br />
riscontrano alterazioni dell’attività e della partecipazione,<br />
depressione, alterazioni di memoria e di attenzione. Questo<br />
riscontro è ancora più evidente nelle condizioni di disabilità<br />
connesse a patologia del sistema nervoso centrale e<br />
periferico.<br />
Scopo del nostro lavoro è quello di portare la nostra<br />
esperienza seppur iniziale sulla correlazione tra<br />
problematiche di tipo psicologico e intervento riabilitativo.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Abbiamo valutato nel periodo compreso tra il 1 Gennaio<br />
2009 e il 30 Marzo 2009 20 pazienti ( 10 M e 10 F età media<br />
65,43 anni). Questi pazienti giungevano alla nostra<br />
osservazione nella maggior parte dei casi ( circa il 70%) per<br />
valutazione funzionale relativa a disabilità conseguenti a<br />
patologie dell’apparato locomotore.<br />
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad esame clinico iniziale,<br />
a valutazione FIM, a valutazione psicologica attraverso<br />
intervista semistrutturata, a valutazione ICF. Nel 50% dei<br />
pazienti è stata riscontrata alterazione della componente<br />
psicologica ( sia con modifiche delle componenti ICF sia nei<br />
casi specifici con scale di valutazione per la depressione) ed è<br />
stato visto come questa alterazione ha ritardato il recupero<br />
funzionale della persona stessa.<br />
CONCLUSIONI<br />
Questo studio, in fase ancora iniziale, dimostra ancora come<br />
la sola modalità utile per il lavoro nella routine riabilitativa è<br />
la presa in carico globale anche in ambito ambulatoriale. Solo<br />
attraverso questa modalità si identificano problematiche di<br />
ordine neuropsicologico e/o depressivo che incidono<br />
sicuramente sull’outcome riabilitativo. Il nostro gruppo di<br />
lavoro si propone di integrare questi iniziali risultati con una<br />
valutazione neuropsicologica più ampia comprendente<br />
anche testistica sia di tipo manuale che attraverso l’ausilio<br />
del personal computer. Questo è in ottemperanza con<br />
quanto normale previsto in neuropsicologia in cui si parte<br />
prima dal colloquio, successivamente si identifica un<br />
eventuale deficit di una funzione cognitiva e poi attraverso<br />
l’esame neuropsicologico si misura l’entità dello stesso<br />
rifacendosi spesso a modelli cognitivi di tipo teorico.