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BOOK ABSTRACT - Simfer

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chiamato “Index of Estimated Differences” (IED) che<br />

riassume in termini percentuali il numero di punti con<br />

differenze statisticamente significative riscontrate in<br />

ciascuna variabile temporale considerata sul periodo del<br />

ciclo.<br />

EFFETTI DELLA WHOLE BODY VIBRATION SULLA<br />

VARIABILITA’ CARDIACA: UNO STUDIO PILOTA.<br />

M. Invernizzi, C. Molinari, S. Carda , C. Cisari (Novara)<br />

INTRODUZIONE<br />

la whole body vibration (WBV) ha dimostrato di produrre<br />

numerose risposte metaboliche simili ad altre forme di<br />

esercizio fisico [1]. Per questa ragione è stata proposta sia<br />

come strumento riabilitativo che allenante a livello sportivo<br />

[2,3]. Tuttavia sono poche le evidenze riguardo il possibile<br />

coinvolgimento del sistema cardiovascolare nel soggetto<br />

sottoposto a WBV. Recentemente la variabilità della<br />

frequenza cardiaca (HRV) è stata individuata come metodica<br />

non invasiva in grado di fornire informazioni sul controllo del<br />

sistema nervoso autonomo (ANS) sull’ attività<br />

cardiovascolare [4]. La HRV è stata suddivisa in uno spettro<br />

ad alta frequenza (HF), rappresentante il controllo vagale<br />

della frequenza cardiaca e uno spettro a bassa frequenza<br />

(LF), espressione sia dell’attività vagale che di quella<br />

ortosimpatica. Obbiettivo di questo studio è quindi di<br />

indagare in soggetti giovani e sani le variazioni della HRV<br />

dovute a sessioni su pedana vibrante a diverse frequenze.<br />

MATERIALI E METODI<br />

sono stati arruolati un totale di 12 soggetti sottoposti a tre<br />

sessioni di WBV su pedana vibrante alla frequenza<br />

rispettivamente di 30, 40 e 55 Hz. Gli elettrocardiogrammi<br />

sono stati registrati prima delle sessioni su pedana, durante<br />

ciascuna sessione e alla fine delle 3 sessioni su pedana. I<br />

tracciati ottenuti sono poi stati analizzati con un software<br />

dedicato in modo da ottenere le principali misurazioni<br />

dell’HRV nel dominio del tempo e della frequenza.<br />

RISULTATI<br />

L’età media dei soggetti reclutati è di 21,67 ± 1,37 anni. Le<br />

variabili dell’HRV sono state convertite in unità normalizzate<br />

per facilitarne il confronto. Ad ogni frequenza vibratoria è<br />

stato dimostrato un decremento significativo della<br />

componente LF e un aumento significativo della componente<br />

HF, mentre non sono evidenti differenze significative tra le<br />

registrazioni effettuate prima e dopo le sessioni su pedana<br />

vibrante.<br />

DISCUSSIONE<br />

dai risultati di questo studio pilota si evince che la vibrazione<br />

ha un effetto sul controllo del SNA a livello cardiaco. In<br />

particolare si è evidenziata una diminuzione del tono<br />

ortosimpatico e un aumento del tono vagale a tutte le<br />

frequenze indagate, ma in particolare alla frequenza di 30<br />

183<br />

Hz. Questi dati possono essere un importante punto di<br />

partenza per mettere a punto una tecnica riabilitativa con un<br />

basso carico cardiovascolare in soggetti non altrimenti<br />

sottoponibili ad altri tipi di attività fisica.<br />

ESITO DEL TRATTAMENTO IN RAPPORTO A<br />

COMORBIDITÀ, STATO FUNZIONALE ED ETÀ<br />

NELLA DEGENZA RIABILITATIVA<br />

M. Bejor, F. C. Ramella (Pavia)<br />

INTRODUZIONE<br />

Nel presente lavoro si espongono i dati rilevati, per 6 mesi, in<br />

una struttura Complessa di Riabilitazione Specialistica<br />

MATERIALI E METODI<br />

L’analisi riguarda 199 pazienti (72% femmine), provenienti da<br />

UO per acuti, di età media 78,2±11,3 anni, arruolati<br />

consecutivamente in 6 mesi.<br />

La presa in carico ha previsto la compilazione della scala CIRS<br />

in base ad anamnesi e documentazione clinica. Le<br />

comorbidità sono codificate secondo l’ICD‐9cm. La<br />

compromissione funzionale è stata valutata in ammissione e<br />

dimissione con la scala FIMtm. Sono stati considerati anche<br />

dati demografici, diagnosi d’ammissione e durata del<br />

ricovero.<br />

RISULTATI<br />

5 gruppi diagnostici raccolgono il 93% delle diagnosi<br />

d’ammissione (37,8% traumatismi; 21,1% pat.<br />

osteomuscolari; 19,5% pat. cardiocircolatorie; 11,3% mal.<br />

infettive e 10,3% mal. sist. nervoso).<br />

Il numero totale di comorbidità è 875, in media 4,4 per<br />

paziente: 32,1% dell’app. circolatorio, 13,0% del sist.<br />

nervoso, 7,7% del sist. endocrino.<br />

Il punteggio FIMtm medio in ingresso è 79,3±24,9. Il 39% dei<br />

pazienti ha un deficit funzionale >50% ed il 35% fra il 25 ed<br />

50%. Alla dimissione il punteggio FIMtm medio è 91,9±25,7<br />

mentre il deficit funzionale>50% è presente nel 23% dei<br />

pazienti e quello fra il 25 e 50% nel 23%. La durata del<br />

ricovero media è di 45,9±24,1 giorni.<br />

Dei 199 pazienti arruolati 9 sono deceduti durante il<br />

ricovero, 9 sono stati trasferiti in UO per acuti, 3 si sono<br />

autodimessi e 178 hanno completato il trattamento. L’età<br />

media e la FIMtm in ingresso dei pazienti deceduti è<br />

rispettivamente di 88,2 anni e 50,8 punti, dei trasferiti di<br />

81,4 anni e 71,3 punti e dei regolarmente dimessi di 77,6<br />

anni ed 81,3 punti. La differenza tra età e punti FIMtm è<br />

significativa (p

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