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BOOK ABSTRACT - Simfer

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QUALE SETTING RIABILITATIVO PER IL PAZIENTE<br />

“CRONICAMENTE CRITICO” ? IL RECUPERO DI “<br />

GESTIBILITA’ ”: UN NUOVO OUTCOME IN<br />

RIABILITAZIONE.<br />

M. Bertini, C. Salina, L. Gazzani, E. Gandolfi, C. Varini, F.<br />

Zaro (Gallarate)<br />

INTRODUZIONE<br />

Esito di grave cerebrolesione acquisita, stato vegetativo<br />

persistente, sclerosi laterale amiotrofica e patologia<br />

neurodegenerativa in fase avanzata, insufficienza<br />

respiratoria e scompenso cardiocircolatorio avanzati.<br />

Il paziente “cronicamente critico” rappresenta un fronte<br />

nuovo con il quale il fisiatra e gli altri componenti il team<br />

riabilitativo devono confrontarsi in area acuta e in<br />

riabilitazione intensiva ed estensiva. La ridefinizione degli<br />

obiettivi riabilitativi rappresenta una sfida nella presa in<br />

carico di persone affette da patologie croniche e cronico<br />

degenerative, ad alto rischio per complicazioni su diversi<br />

fronti: clinico, relazionale, etico e sociale. Tale sfida può<br />

essere giocata sul campo dell’integrazione delle risorse, dei<br />

ruoli professionali e dei saperi. La ricerca di strumenti e<br />

metodi innovativi deve ampliarsi in senso transdisciplinare,<br />

con riferimenti alla cultura dell’acuzie e della palliazione. La<br />

riabilitazione rilegge il suo outcome non come “recupero di<br />

funzione”, ma come “recupero di condizioni di gestibilità” a<br />

tutto campo e partecipazione al domicilio e negli ambienti<br />

quotidiani protetti.<br />

Al fisiatra viene chiesto di tradurre i propri principi, la propria<br />

organizzazione, metodologia e competenza sui bisogni<br />

emergenti.<br />

I modelli gestionali e organizzativi del Dipartimento di<br />

Riabilitazione e dell’azienda sanitaria vengono messi alla<br />

prova da situazioni che chiedono risposte innovative,<br />

flessibili e articolate. Le criticità che emergono nella<br />

creazione di setting, non ultime quelle legate all’allocazione<br />

delle risorse, devono trovare soluzioni integrate e inclusive<br />

che coinvolgano sanitari, amministratori e rappresentanti del<br />

terzo settore (volontariato e associazioni di pazienti e<br />

familiari). Il setting riabilitativo all’interno dell’ospedale per<br />

acuti e successivamente al ritorno al domicilio e negli ambiti<br />

di vita quotidiana deve tradursi in nuovi percorsi terapeutici<br />

e di accompagnamento e tutela.<br />

Vengono descritti percorsi terapeutico‐riabilitativi,<br />

metodologia, strumenti su casi clinici esemplari.<br />

UN QUESTIONARIO PER I PROBLEMI ETICI?<br />

PERCEZIONE E VALUTAZIONE DEI PROBLEMI ETICI<br />

FRA RIABILITATORI MEDICI E NON MEDICI.<br />

M. G. Di Stefano, D. Bonaiuti, C. Cerri (Varese)<br />

INTRODUZIONE<br />

236<br />

La rilevanza dei problemi etici in riabilitazione è sempre più<br />

evidente a livello generale, meno evidente è invece la<br />

percezione che della rilevanza degli stessi nell’attività<br />

quotidiana sembrano avere gli operatori del settore.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Al fine di verificare quali fossero i problemi etici ritenuti<br />

rilevanti dai riabilitatori italiani, abbiamo tradotto ed<br />

adattato agli aspetti tipici organizzativi del nostro Servizio<br />

Sanitario Nazionale un questionario già utilizzato in un<br />

recente studio americano sulla rilevanza per gli operatori dei<br />

singoli problemi etici, sommistrandolo ad un campione di<br />

medici e fisioterapisti.<br />

RISULTATI<br />

L’analisi delle risposte raccolte ha permesso di rilevare una<br />

differente percezione della tipologia e dell’importanza<br />

relativa dei problemi etici rispetto alla propria attività fra<br />

medici e fisioterapisti. Probabilmente la maggior esposizione<br />

a problemi di ordine gestionale ed amministrativo fa sì che la<br />

componente medica della riabilitazione abbia un<br />

atteggiamento di tipo giuridico nei confronti della<br />

valutazione etica, mentre nel caso dei fisioterapisti<br />

sembrerebbe prevalere un atteggiamento più di tipo<br />

emotivo affettivo, forse in relazione ai possibili legami<br />

empatici col paziente che si possono sviluppare durante<br />

l’attività.<br />

CONCLUSIONI<br />

I dati preliminari da noi raccolti consentiranno la messa a<br />

punto di uno strumento di rilevazione adattato alla<br />

situazione italiana che possa chiarire se effettivamente vi è<br />

una diversa percezione dei problemi etici “pratici” fra le varie<br />

figure professionali operanti nell’ambito riabilitativo e quali<br />

effetti possa una tale percezione avere sul servizio offerto<br />

alle persone assistite.

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