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BOOK ABSTRACT - Simfer

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dovrebbe essere enfatizzata per prevenire queste gravi<br />

lesioni.<br />

MUSCLE PUMP ACTIVATION SYSTEM: IMPIEGO<br />

NEL TRATTAMENTO DELL’EDEMA E NELLA<br />

PROFILASSI ANTITROMBOEMBOLICA DOPO<br />

LESIONE MIDOLLARE.<br />

I. Russo, S. Negri, E. Chesi, N. Giunta, G. D’Ambrosio, M.<br />

V. Actis (Torino)<br />

INTRODUZIONE<br />

Nelle persone affette da lesione midollare esistono<br />

condizioni legate all’ipomobilità ed alla mancanza della vis a<br />

tergo che determinano stasi veno‐linfatica, edemi distali<br />

specie agli arti inferiori.<br />

Tali condizioni sono favorite dalla crescente complessità<br />

clinica dei pazienti che presentano più frequentemente<br />

polipatologie ed età più avanzata e che, per le stesse<br />

motivazioni, devono essere avviati a procedure meno<br />

invasive ed il più possibile scevre da collateralità.<br />

In questo studio si vuole valutare l’effetto del sistema Muscle<br />

Pump Activation System, (MPA) Flow‐Aid FA 100 sugli edemi<br />

distali e sulla prevenzione delle Trombosi Venose Profonde.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Analisi della letteratura disponibile.<br />

Presa in carico di pazienti con lesione midollare cervicale e<br />

dorsale con vario grado di completezza secondo ASIA, in base<br />

ad un protocollo di trattamento per 20’ die per arto.<br />

Si adotta come unico criterio di esclusione presenza di TVP in<br />

atto all’ecodoppler venoso Arti inferiori effettuato prima del<br />

trattamento.<br />

Si raccolgono i dati di circometria al tempo 0, a 30 e 60 giorni<br />

di trattamento.<br />

Vengono inoltre catalogati gli eventuali sintomi<br />

associati:(pesantezza, dolore, utilizzando la VAS, facile<br />

esauribilità delle componenti motorie presenti).<br />

I parametri di frequenza, intensità, ed ampiezza vengono<br />

settati per garantire una contrazione ottimale.<br />

Si valutano inoltre tollerabilità, sicurezza ed adesione al<br />

trattamento.<br />

RISULTATI<br />

Dai dati preliminari raccolti si osserva una buona tolleranza<br />

soggettiva e cutanea, un’incoraggiante predisposizione<br />

psicologica ed adesione al trattamento al punto tale che si è<br />

ritenuto opportuno un approfondimento (per identificare<br />

aspettative infondate di recupero motorio).<br />

Positivi risultano anche i dati iniziali delle diminuzione della<br />

circometria, dei disturbi lamentati e del dolore (secondo<br />

VAS). Alcuni pazienti ne hanno anche avuto beneficio per la<br />

sensibilità propiocettiva.<br />

82<br />

Sono stati inoltre dedotti criteri di possibile esclusione<br />

secondaria (es eccessivo tempo intercorso dalla lesione,<br />

danno periferico concomitante).<br />

CONCLUSIONI<br />

La stasi e gli edemi periferici sono un problema diffuso nei<br />

medullolesi che predispone a TVP e ulcere croniche,<br />

entrambe condizioni per le quali la metodica ha già<br />

dimostrato efficacia.<br />

Il trattamento si è dimostrato sicuro e semplice, idoneo<br />

anche ad un utilizzo protratto al domicilio previo settaggio<br />

dei parametri, definizione degli obiettivi, addestramento<br />

all’uso.<br />

RECUPERO DEL CAMMINO DOPO IMPIANTO DI<br />

ARTROPROTESI D’ANCA BILATERALE E POMPA AL<br />

BACLOFEN IN PAZIENTE CON TETRAPARESI POST‐<br />

TRAUMATICA.<br />

R. Avesani, Z. Cordioli, L. Salvi (Negrar (VR))<br />

INTRODUZIONE<br />

Presentiamo il caso di un paziente affetto da tetraplegia<br />

post‐traumatica con lesione incompleta (caduta da scala fine<br />

giugno 2008). La RMN cervicale evidenziava una contusione<br />

centromidollare fra C2/C3 e frattura bipeduncolare di C2.<br />

Trattamento conservativo. Giungeva alla nostra osservazione<br />

a metà luglio 2008, presentava movimenti segmentari<br />

conservati ai quattro arti con valori di forza diffusamente<br />

compresi fra 1‐2/5 e rapida esauribilità. Livello neurologico<br />

motorio C4, sensitivo C5, ASIA C. Presentava inoltre una<br />

marcata rigidità delle anche da grave coxartrosi bilaterale<br />

(coxa profunda). Poiché il percorso riabilitativo era<br />

grandemente ostacolato dal dolore e dalla limitazione<br />

articolare, dopo 3 mesi si procedeva con successo, nel giro di<br />

15 giorni, a duplice intervento di artroprotesi d’anca, con la<br />

possibilità di sottoporre finalmente il paziente ad un intenso<br />

trattamento riabilitativo di mobilizzazione, rinforzo e training<br />

del cammino. Il paziente sviluppava anche un importante<br />

ipertono prevalente agli arti inferiori, con scarsa efficacia del<br />

baclofen per os a dosaggio pieno. Pertanto, dopo avere<br />

effettuato un test con esito positivo, si procedeva a<br />

posizionamento di pompa al baclofen intratecale. Liberando<br />

gli arti inferiori dalla grave spasticità, il paziente riacquisiva la<br />

capacità di assumere la stazione eretta da seduto in<br />

autonomia e migliorava notevolmente le proprie capacità<br />

deambulatorie in termini di autonomia, distanza percorsa e<br />

resistenza, riuscendo a deambulare con carrello<br />

deambulatore e semplice supervisione per tratti prolungati<br />

fino a 200 metri. L’andatura era molto più fluida e veloce<br />

rispetto alla situazione pre‐impianto, come evidenziato da<br />

registrazioni video e da numerosi test del cammino pre e<br />

post‐impianto effettuati su una distanza di 50 metri dove<br />

abbiamo valutato la velocità, la frequenza e la lunghezza dei<br />

passi, tutti significativamente migliorati. Anche l'autonomia

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