BOOK ABSTRACT - Simfer
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JOINT SESSION SIMFER-SIRN<br />
APPROCCIO RIABILITATIVO IN UNA FORMA<br />
PRECOCE DI COREA DI HUNTINGTON.<br />
M. Ranieri, M. Sciuscio, M. Stasi, A. M. Cortese, P.<br />
Chiumarulo, G. Megna, M. Megna (Bari)<br />
INTRODUZIONE<br />
La Corea di Huntington (CH) è una malattia<br />
neurodegenerativa lentamente progressiva, con espressività<br />
autosomica dominante, caratterizzata da anomalie motorie,<br />
alterazioni cognitive e disfunzione psichiatrica.<br />
Tali sintomi sono causati dalla perdita di neuroni e dalla<br />
concomitante gliosi nel nucleo caudato e nel putamen. La CH<br />
non ha un singolo specifico segno o sintomo di<br />
presentazione: nelle fasi più precoci si riscontrano il lento<br />
deterioramento della funzione intellettuale e lieve cambio di<br />
personalità, mentre i segni extrapiramidali quali corea,<br />
ipocinesia e rigidità sono indice di progressione di malattia.<br />
La CH può esordire a qualsiasi età, più frequentemente nella<br />
vita adulta, verso i 40 anni; gli esordi di CH giovanile<br />
costituiscono solo il 10% e si associano a una prognosi<br />
peggiore. Questo gruppo puo' essere ulteriormente<br />
suddiviso in quelli che presentano un'insorgenza infantile<br />
ovvero prima dei 10 anni e quelli con insorgenza<br />
nell'adolescenza da 10 a 20 anni di eta'. I sintomi della forma<br />
giovanile di CH sono a volte diversi dalla forma adulta, e<br />
inizialmente implicano lentezza, rigidità, deambulazione<br />
goffa, difficoltà nella parola e, talvolta, crisi epilettiche che si<br />
manifestano nel 30‐50% dei casi. . Riportiamo il caso di una<br />
ragazza di 15 anni giunta alla nostra attenzione nel febbraio<br />
2009 con CH giovanile, insorta all'età di 3 anni circa, con<br />
sintomi clinici legati alla disfagia ed ai disturbi cognitivi.<br />
Scopo del nostro lavoro è quello di valutare le possibilità di<br />
recupero di tale grave disabilità dopo un intervento<br />
riabilitativo mirato.<br />
EFFETTI DELLA RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DI<br />
INTEGRAZIONE SENSORI‐MOTORIA SULLA<br />
DEAMBULAZIONE: STUDIO SPERIMENTALE IN<br />
PAZIENTI CON SCLEROSI MULTIPLA.<br />
D. Munari, F. Origano, E. Ceriani, M. D. Benedetti, M.<br />
Gandolfi, A. Fiaschi, N. Smania (Verona)<br />
INTRODUZIONE<br />
I disturbi dell’equilibrio rappresentano una delle maggiori<br />
cause di disabilità nei pazienti con sclerosi multipla (SM). Essi<br />
sono dovuti ad alterazioni primitive delle funzioni sensoriali e<br />
motorie e a deficit centrali delle funzioni di integrazione<br />
sensori‐motoria, rilevanti per il controllo posturale<br />
(Cattaneo, 2008). Tali disturbi causano a loro volta instabilità<br />
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posturale e conseguente alterazione dei parametri spazio‐<br />
temporali del passo (Cattaneo, 2007). Lo scopo di questo<br />
studio è quello di indagare gli effetti di un trattamento, volto<br />
alla rieducazione dei meccanismi di integrazione sensori‐<br />
motoria (Smania, 2008), sull’equilibrio e sulla deambulazione<br />
nella SM.<br />
MATERIALI E METODI<br />
Sono stati arruolati 14 pazienti, suddivisi in 2 gruppi<br />
attraverso randomizzazione ristretta. Il gruppo di studio ha<br />
effettuato un trattamento riabilitativo volto alla correzione<br />
dei deficit di integrazione sensori‐motoria; il gruppo di<br />
controllo un trattamento convenzionale, entrambi per 10<br />
sedute di 50 min (3 alla settimana). La valutazione è stata<br />
eseguita prima del trattamento, alla fine e al follow‐up (15<br />
gg) attraverso una visita fisiatrica, le scale cliniche Berg<br />
Balance Scale (Berg, 1992), Activities‐specific Balance<br />
Confidence Scale (Powell, 1995), Fatigue Severity Scale<br />
(Krupp, 1989), il tempo impiegato nel passaggio dalla<br />
posizione seduta a quella eretta, l’esame posturografico e<br />
l’analisi computerizzata del cammino.<br />
RISULTATI<br />
L’analisi statistica ha rilevato un miglioramento significativo,<br />
nel gruppo di studio, per i parametri posturografici:<br />
lunghezza totale del percorso del centro di pressione (CP),<br />
velocità media delle oscillazioni e superficie totale del<br />
percorso del CP ad occhi aperti e ad occhi chiusi; inoltre ha<br />
evidenziato una diminuzione del tempo di passaggio<br />
posturale, un aumento del punteggio alla BBS, una<br />
diminuzione del grado di disabilità alla ABC, una diminuzione<br />
dell’affaticamento alla FSS. I parametri del passo sono<br />
rimasti invariati.<br />
CONCLUSIONI<br />
Un appropriato trattamento finalizzato alla riabilitazione dei<br />
deficit di integrazione sensori‐motoria rappresenta un utile<br />
strumento per migliorare in modo significativo i disturbi<br />
d’equilibrio nei pazienti affetti da SM e, di conseguenza,<br />
ridurre la percezione del rischio di cadute.<br />
EFFICACIA DELLA ATTIVITA’ FISICA ADATTATA<br />
(AFA) IN PERSONE AFFETTE DA SCLEROSI<br />
MULTIPLA (SM).<br />
G. Orecchini, G. Costantini, F. Pierassa , E. Dondi, M.<br />
Massucci (Perugia)<br />
INTRODUZIONE<br />
L’ AFA potrebbe essere efficace nel migliorare il livellodella<br />
qualità della vita nella persona affetta da SM, che a causa<br />
della malattia e dello stile di vita sedentario che la disabilità<br />
impone è basso (1).<br />
Questo studio valuta l’efficacia nella pratica di due<br />
programmi AFA in gruppi con SM a diverso livello di<br />
disabilità