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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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LA LOGICA SIMBOLICA, OVVERO DE-ONTOLOGICA<br />

Secondo Kant la logica nacque perfetta e immodificabile dalla testa di Aristotele,<br />

come Atena dalla testa di Zeus. Con una piccola precisazione Kant aveva ragione.<br />

Aristotele inventò la logica ontologica che è perfetta e immutabile come l’essere di cui<br />

risponde. <strong>La</strong> logica aristotelica si basa sui tre principi di identità (l’essere è), di non<br />

contraddizione (il non essere non è) e del terzo escluso (oltre a essere e non essere non<br />

ci sono altre possibilità). Capolavoro di logica ontologica è la grande logica dialettica di<br />

Hegel, che sfruttando obliquamente il principio del terzo escluso riesce a sistemare una<br />

nozione ostica ad Aristotele e a tutta la classicità: quella di infinito, rappresentandola<br />

come negazione della negazione. Nel nostro secolo, le Ricerche logiche di Husserl<br />

rappresentano – speriamo – l’ultimo exploit di logica ontologica. Da esse emerge<br />

chiaramente il telos, il fine, di ogni logica ontologica, che è cognitivo. <strong>La</strong> verità<br />

cognitivo-ontologica è sempre l’adeguamento del logos alla cosa. 167 L’onto-logico mira<br />

a conoscere ciò che c'è. In questo senso è prescientifico. Infatti, non si interessa, come si<br />

interessano Galilei, Desargues, Shakespeare, Freud, del passaggio da quel che c'è a quel<br />

che non c'è (o c’è meno). Tanto meno si preoccupa del rinnovamento del <strong>sapere</strong> che il<br />

passaggio disontologico comporta. Per lui, se l’essere è uno, anche il <strong>sapere</strong> è uno e<br />

ontologicamente dato. <strong>La</strong> verità ontologica, condita in tutte le salse dai preti ai pastori<br />

dell’essere, rimane l’antica eleatica: “una cosa è pensare e essere”, madre di tutte le<br />

ortodossie. Non c'è progresso di pensiero in onto-logia, come non c'è progresso di<br />

essere. <strong>La</strong> profezia di Kant, in un certo senso, è scontata all’interno del discorso<br />

ontologico.<br />

Per fortuna la retroprofezia di Kant da lì a mezzo secolo diede segni di insufficienza<br />

mentale e cominciò a incrinarsi. Con Boole e Frege la logica imboccò irreversibilmente<br />

la strada dell’indebolimento ontologico. Gli strumenti dei due matematici furono<br />

diversi, ma già ben collaudati. Il primo operò con l’algebrizzazione della logica. Il<br />

<strong>secondo</strong> con l’assiomatizzazione. Per entrambi il modello restava la geometria. Cartesio<br />

algebrizzò la geometria e ispirò l’algebrizzazione della logica da parte di Boole. Euclide<br />

assiomatizzò la geometria e ispirò l’assiomatizzazione della logica da parte di Frege, la<br />

sua famosa Ideografia. Boole osservò che l’operatore logico et e l’operatore logico vel<br />

si comportavano (quasi) come la moltiplicazione e la somma ordinarie, a patto di<br />

“quantificare” i valori di verità, vero e falso, rispettivamente come uno e zero. <strong>La</strong><br />

scrittura algebrica diventa:<br />

a et b = ab<br />

a vel b = a+b – ab.<br />

In questa algebrizzazione della logica la negazione diventa il complemento all’uno.<br />

In simboli<br />

167 Non avendo il termine per indicare la Cosa, gli antichi Greci non potevano mettere in<br />

discussione il principio della omoiosis (adeguamente o omologazione). I <strong>La</strong>tini disponevano del<br />

termine ma non della filosofia “adeguata” alla critica ontologica. Nell’intervallo della doppia<br />

impossibilità greco-romana si installò la teologia cattolica, che salvò il programma<br />

dell’adeguamento ontologico (insieme all’impero romano), codificandolo nel discorso dell’Uno.<br />

Ma osserviamo che la verità teologica è trinitaria. Per garantire e valutare l’adeguamento del<br />

soggetto all’oggetto occorre un terzo: la burocrazia vaticana. Meno polemicamente, possiamo<br />

dire che all’interno del discorso ontologico la funzione epistemica è ridotta a mero controllo<br />

della conformità all’ortodossia.

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