Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
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Bisogna aspettare gli indiani e gli arabi perché, attraverso l’invenzione del simbolo<br />
dello zero (cipher, la cifra per eccellenza, che significa anche zefiro) combinata con la<br />
scrittura posizionale (le due invenzioni sono indipendenti) il numero “cessi di non<br />
scriversi”. Come in ogni vicenda cruciale per il soggetto, si tratta di guadagnare il<br />
registro simbolico attraversando l’immaginario. Il fatto con tingente assume a posteriori<br />
i caratteri della necessità: prima o poi doveva succedere. Il numero come il fallo. Nel<br />
passaggio si coglie qualcosa di reale, testimoniata per es. dal passaggio dalla “logistica”<br />
(il calcolo) degli abacisti (gli informatici del tempo, detentori, come i nostri, di un<br />
notevole potere economico) alla teoria algebrica dei matematici veri e propri.<br />
Più a loro agio erano i Greci con la misura, espressa per la via dei rapporti, in genere<br />
di grandezze geometriche. L’elaborazione della teoria delle proporzioni doveva<br />
affrontare l’ostacolo degli irrazionali. <strong>La</strong> costruzione di Eudosso non solo aggirò<br />
l’ostacolo, non solo fu sommamente rigorosa, ma anche estremamente innovativa. I<br />
moderni derivano da quel l’algoritmo la nozione di spazio vettoriale, che inquadra la<br />
trattazione di tutta la classe dei problemi lineari. Non è poco, trattandosi di soluzioni<br />
esatte.<br />
Terzo oggetto: le figure, ma dovremmo dire, con un piccolo anacronismo, lo spazio.<br />
Lo spazio è sondato dal greco mediante figure. Le verità dello spazio è la verità delle<br />
figure che lo spazio ambiente ospita. È ciò che Hegel contesta a Euclide, e per due<br />
motivi. Primo, le verità delle figure risultano esterne allo spazio. Secondo, attraverso le<br />
figure la verità matematica compromette la propria purezza e universalità, legando i<br />
propri destini a presentazioni contingenti e particolari. <strong>La</strong> verità euclidea non è la verità<br />
assoluta dello spazio. È una verità che si muove dal particolare al particolare. 14<br />
Notiamo, di passaggio, che all’analista andrebbe bene.<br />
Nonostante fosse un mediocre matematico, Hegel aveva visto giusto. Destino della<br />
matematica è di andare al di là della verità immaginaria delle singole presentazioni e di<br />
raggiungere la verità simbolica della struttura che le diverse presentazioni incarnano,<br />
ciascuna a suo modo. <strong>La</strong> transizione è regolata da una scrittura, che nel caso non è<br />
privata ma algebrica. Tutto il reale della storia della matematica sta in questa transizione<br />
dall’immaginario intuitivo al simbolico scritto. <strong>La</strong> struttura matematica nasce dalle<br />
figure, oggi si direbbe da certe configurazioni o modelli. <strong>La</strong> nascita è imprevedibile.<br />
Non ci sono garanzie che sopravviva a se stessa. <strong>La</strong> certezza dello sviluppo della<br />
matematica sta tutta e solo nel suo algebrizzarsi come scrittura. Se il matematico riesce<br />
a scrivere le coordinate essenziali della struttura, per esempio gli assiomi strutturali, che<br />
giustificano le singole e disparate configurazioni, la struttura diventa ktema es aei,<br />
guadagno imperituro. Così andarono le cose per la teoria dei gruppi di Galois, che<br />
formalizzò la teoria delle equazioni. In un certo senso, l’avvento della struttura cancella<br />
i modelli e le presentazioni che l’hanno preceduta e suggerita. Alla struttura matematica<br />
succede come al soggetto del desiderio, che nascendo cancella le proprie tracce.<br />
Il matematico del XVIII secolo era iconoclasta. Faceva ampiamente a meno delle<br />
figure. <strong>La</strong>grange si vantava di aver scritto un trattato di meccanica razionale senza un<br />
disegno, ma solo con notazioni vettoriali, differenziali e integrali, ancorché rudimentali<br />
e imprecise. Questo lo sottolineo per sfatare il luogo comune della matematica come<br />
luogo della precisione quantitativa, che rifugge dall’approssimazione qualitativa. <strong>La</strong><br />
precisione è una conquista secondaria della matematica. Segnala che lo sviluppo della<br />
matematica ha portato a termine le intuizioni creative delle proprie origini. <strong>La</strong><br />
formalizzazione rigorosa dell’analisi del XIX secolo testimonia il compimento del<br />
14 Per es. il valore della somma degli angoli interni di un triangolo dipende dalla curvatura della<br />
superficie, in cui esso è immerso. Nel piano euclideo la somma è due retti; sulla sfera è<br />
maggiore di due retti; sulla pseudosfera (superficie a curvatura costante negativa) è inferiore a<br />
due retti.