09.05.2013 Views

Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

poco solerti allievi saranno impiegate al più, se non proprio come metafore, come<br />

schemi riassuntivi, quasi mnemotecnici (uno è la banda di Möbius), delle nuove<br />

posizioni teoriche raggiunte dal maestro, non più messe in discussione come tali e<br />

presentate come ortodossia.<br />

Allora, la domanda del titolo è pertinente e attuale, se vogliamo mettere in<br />

discussione il nostro statuto di allievi di <strong>La</strong>can – e lo dobbiamo mettere in discussione,<br />

se siamo veramente suoi allievi. Sbagliato, invece, è il sovratitolo: giornata di studio.<br />

Oggi non sarà una giornata di studio. Infatti, o fallisce o sarà una giornata di<br />

divertimento. Perché, se è vero che matematica vuol dire <strong>sapere</strong>, anche l’esercizio della<br />

matematica, come di ogni altro <strong>sapere</strong>, è godimento. E forse si può aggiungere che<br />

l’avversione di molti per la matematica è la repulsa, unita all’attrazione, di un<br />

godimento eccessivo, al di là del senso comune. Infatti, i matematici sono, o meglio<br />

erano, considerati un po’ matti. Oggi si integrano meglio di noi nella società della<br />

grande scienza, nella tecnologia dei grandi calcolatori, dei grandi sistemi. Lo dico<br />

perché la distribuzione delle domande d’analisi tra le arti e mestieri è minima in<br />

corrispondenza della matematica. I matematici che chiedono l’analisi sono meno degli<br />

ingegneri e degli psichiatri. Sarà perché non cadono nel tranello medico, che presenta la<br />

psicanalisi come psicoterapia, o perché hanno già pagato il loro debito col <strong>sapere</strong>? <strong>La</strong><br />

questione per l’analista si può riformulare così: cosa sa veramente un matematico?<br />

LA PRIMA RISPOSTA: UNA SBADATAGGINE.<br />

Perché la matematica, allora? <strong>La</strong> domanda è tuttora sensata nei confronti della<br />

scienza, l’unica scienza: la fisica. Perché occorre la matematica in fisica? Gli<br />

epistemologi svicolano dalla domanda apparentemente stupida. Koyré vi vede il<br />

passaggio dal mondo del pressappoco a quello della precisione. È quasi un truismo. È<br />

vero che la matematica offre la precisione. Ma quella della fisica è una precisione<br />

particolare. Non è ideale e neppure in atto. È la precisione, potenzialmente infinita, che<br />

si approssima infinitamente al reale, concepito come inattingibile. Ma sono loro, le<br />

buone approssimazioni, a fare scienza, non la precisione delle misure. L’isocronia del<br />

pendolo, congettura qualitativamente stabilita, inaugura la scienza moderna, non la sua<br />

misura a orecchio. 2 <strong>La</strong> precisione non basta alla scienza. Archimede sapeva<br />

approssimare π a piacere, ma non teneva ancora un discorso scientifico. <strong>La</strong> matematica<br />

antica, la geometria euclidea, per quanto precisa, rigorosa e formale, era ancora arte,<br />

cioè techne, non scienza. <strong>La</strong> scienza comincia solo molto dopo, con Galilei, quasi<br />

all’improvviso, con la sostituzione della scrittura sacra, o della Sacra Scrittura, con la<br />

scrittura laica o matematica. Non a torto Althusser parlava di taglio epistemico. È chiaro<br />

che la matematica da sola non basta a fare di un <strong>sapere</strong> un <strong>sapere</strong> scientifico. Ci vuol<br />

altro per costruire un’epistemologia. Eppure, la scienza pretende il matema come<br />

condizione necessaria, anche se non sufficiente. Ripetiamo: perché?<br />

Allora è ancora più curioso chiedersi: “Perché la matematica in psicanalisi?”, quando<br />

tutti, tranne pochi cocciuti filosofi alla ricerca di fondamenti, sanno – nonostante i<br />

patetici sforzi di Freud di darle una sopravveste scientifica – che la psicanalisi non è<br />

2 <strong>La</strong> leggenda vuole che Galilei misurasse le oscillazioni di una lampada del duomo di Pisa con<br />

il polso dell’orecchio. Leggendariamente, il figlio del musicista Vincenzo scoprì la legge<br />

quadratica della caduta dei gravi, da cui gli orologi moderni dipendono, senza disporre di altro<br />

orologio che il ritmo musicale. Ciò porta Kuhn a sostenere non senza forza di convinzione che<br />

la scienza galileiana è poco diversa dalla pitagorica. In realtà, Galilei, a differenza di Pitagora,<br />

non presuppone un cosmo o un ordine del mondo. Presuppone solo che il mondo sia un libro<br />

che si può leggere perché scritto in caratteri matematici. Oggi si fa la teoria del caos, non del<br />

cosmo.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!