Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
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non a = 1 – a. 168<br />
Più difficile algebrizzare il quantificatore per ogni, per cui Boole ricorre a variabili<br />
ausiliarie. Ma non entriamo nei dettagli. Ci limitiamo a sottolineare il semplice fatto<br />
dell’enorme semplificazione dell’impalcatura sillogistica aristotelica, che l’algebra di<br />
Boole riduce, quasi banalizza a calcolo. Con una conseguenza epocale. Se la sillogistica<br />
decade in dignità, anche l’ontologia che essa rappresenta perde di sacralità. Sono gli<br />
scherzi della matematica che non lavora con l’ipse dixit. Ai fini di promuovere<br />
l’epistemologia, obbligando l’ontologia a retrocedere e indebolire la presa sul pensiero<br />
scientifico, ha fatto di più l’algebra di Boole del Cogito cartesiano, anche se è vero che<br />
il calcolo “estensionale” delle classi, inventato da Boole, non sarebbe pensabile senza il<br />
soggetto cartesiano della scienza.<br />
L’approccio fregeano è meno orientato al calcolo e più alla teoria e alla metalogica.<br />
Infatti, ogni teoria matematica può oggi essere assiomatizzata aggiungendo<br />
all’assiomatizzazione di Frege (o a un’assiomatizzazione equivalente), che ne<br />
formalizza l’aspetto logico, gli assiomi propri della teoria. <strong>La</strong> logica assiomatizzata si<br />
presenta allora come la teoria minimale inclusa in tutte le teorie matematiche, un po’<br />
come la topologia è inclusa in ogni geometria. In questa sistemazione concettuale risulta<br />
che la matematica è un estensione della logica. <strong>La</strong> mossa è decisamente antiidealistica<br />
perché pone la logica come parte della matematica e non la matematica come parte della<br />
logica. Se la logica conservasse ancora un’impronta ontologica, questa si perde con le<br />
sue estensioni matematiche, che sono sempre più epistemiche e sempre meno<br />
ontologiche. 169<br />
Come sempre non entriamo nei dettagli. Diciamo solo che esistono diverse<br />
assiomatizzazioni della logica. Fondamentalmente ricadono in due categorie: con<br />
assiomi e regole di deduzione (sistemi alla Frege, Russel, Hilbert, Ackerman, Bernays)<br />
oppure con sole regole di deduzione (sistemi naturali alla Gentzen, alla Beth, alla<br />
Smullyan). In realtà tutta la logica si sviluppa come metalogica, elaborando teoremi sui<br />
teoremi logici. In particolare articola il piano sintattico dell’assiomatizzazione al piano<br />
semantico dell’interpretazione e dei modelli. In logica, infatti, ritroviamo la nozione di<br />
modello, o presentazione della struttura, come quell’interpretazione della teoria che<br />
verifica (rende veri) tutti gli assiomi della teoria. Il teorema fondamentale della logica è<br />
il teorema di completezza di Gödel, <strong>secondo</strong> cui un’espressione vera in ogni modello –<br />
o valida – è un teorema logico. Esso pone in equivalenza gli approcci sintattico e<br />
semantico. Come sappiamo, tale equivalenza si perde per la maggior parte delle<br />
estensioni matematiche della logica: aritmetica, algebra ecc.<br />
<strong>La</strong>can, che non ebbe formazione scientifica ma giuridica, 170 è imbarazzato come un<br />
pesce con una mela, dicono in Francia, di fronte ai teoremi della logica simbolica. In<br />
sacrosanta polemica con l’astrattezza sterile del neopositivismo logico, della logica<br />
168 Nel seminario sull’Identificazione <strong>La</strong>can elucubra a lungo sull’origine, anche etimologica,<br />
della negazione come “non uno”. (Cfr. Seminario del 21 febbraio 1962, inedito).<br />
169 L’ultimo residuo di ontologia in logica è segnalato dal teorema di completezza semantica<br />
(Gödel,1930), per cui ogni espressione valida è un teorema. Per contro, l’aritmetica è<br />
sintatticamente incompleta, nel senso che, se non è contraddittoria, esiste un’espressione A né<br />
dimostrabile né confutabile (Gödel, 1931). Con questo teorema decade il principio logico del<br />
terzo escluso e con esso una buona parte di categoricità ontologica.<br />
170 <strong>La</strong> differenza di formazione dei due personaggi è abissale. Freud, uomo di laboratorio,<br />
prestato alla clinica, è di formazione scientifica. <strong>La</strong>can, uomo di corsia, con vocazione<br />
all’epistemologia, è di formazione giuridica (come ogni psichiatra), quindi prescientifica. Il<br />
famoso “ritorno a Freud” è un Wunsch di <strong>La</strong>can: “Oh, se avessi una formazione scientifica! Mi<br />
risparmierei di predicare certe sciocchezze sulla fuorclusione.”