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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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Criterio 2. Il taglio è chiuso. Inizia e termina nello stesso punto, formando un laccio.<br />

Il criterio traduce l’assioma della significazione, che rimanda sempre e solo a se stessa,<br />

in un rimando ciclico infinito e autoriferito, mai alla realtà. 108<br />

Criterio 3. Il taglio è semplice. Non taglia se stesso. Il criterio traduce l’assioma del<br />

significante che non significa se stesso. <strong>La</strong> presentazione omotopica condensa tante<br />

formulazioni equivalenti, almeno due: la semantica, che afferma che il significante non<br />

ha significato, e la sintattica, <strong>secondo</strong> cui non esiste il metalinguaggio che interpreta il<br />

linguaggio. 109<br />

D’ora in poi considereremo solo tagli non degeneri, chiusi e semplici, i quali<br />

trasportano sulla superficie alcuni (non tutti!) effetti soggettivi operati dalla catena<br />

significante nel campo dell’Altro. Il modello di soggettività che sta nascendo è<br />

algebrico. Notiamo, infatti, che i tre criteri abbozzano un’algebra dei tagli. <strong>La</strong><br />

composizione di due tagli è ancora un taglio. Infatti, se a un taglio si fa seguire un<br />

taglio, riaprendo il percorso e tornando allo stesso punto di partenza, si ottiene ancora<br />

un taglio (Fig 38).<br />

Fig. 38<br />

In algebra si direbbe che il mondo dei tagli è chiuso rispetto all’operazione di<br />

concatenazione dei tagli. Ciò corrisponde al fatto linguistico che la significazione della<br />

significazione è ancora una significazione. Ma non svilupperemo il discorso algebrico<br />

“tra” tagli e ci concentreremo sull’effetto “entro” il singolo taglio.<br />

Dal punto di vista topologico un taglio è una piccola catastrofe. In quanto sopprime<br />

degli aperti e ne introduce altri, contigui al bordo, modifica definitivamente la struttura.<br />

In un certo senso, <strong>La</strong>can va alla ricerca delle sovversioni strutturali che un taglio<br />

introduce in una superficie. Il punto di partenza della sua analisi è la superficie sferica.<br />

Osserva che sulla sfera ogni taglio (non degenere, chiuso e semplice) genera due calotte<br />

che, seppure geometricamente diverse – una grande e l’altra piccola – sono omeomorfe.<br />

<strong>La</strong> superficie sferica – intesa come classe di equivalenza di superfici omeomorfe,<br />

comprendente dal pallone da calcio fino alla ciotola senza manici, via il pallone da<br />

rugby – è la sola struttura dove accada ciò. Per estensione si può dire che la sfera è un<br />

modello del narcisismo. Il taglio chiuso, semplice e non degenere produce sempre e solo<br />

la coppia narcisistica, formata daelementi topologicamente equivalenti: l’io e la propria<br />

immagine speculare.<br />

108 <strong>La</strong> psicanalisi, date le origini scientifiche, condivide con la scienza la peculiarità di non<br />

essere cognitiva. Se fosse cognitiva, il rimando della significazione si arresterebbe sul referente,<br />

rendendo impossibile la ripetizione infinita. Che è uno dei quattro concetti fondamentali della<br />

metapsicologia (insieme a inconscio, pulsione e transfert).<br />

109 Nel III Seminario <strong>La</strong>can formula positivamente il principio. Non esiste metalinguaggio,<br />

perché il linguaggio è già la successione infinita del metalinguaggi che tentano di parlare di lui.<br />

Hegelianamente parlando, l’infinito è una negazione della negazione. Essendo andato a scuola<br />

da Kojève, qualcosa di Hegel è rimasto attaccato a <strong>La</strong>can.

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