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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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metapsicologia, rendendo possibile parlare dell’impossibile – di cui pure parlano tutte le<br />

letterature del mondo – in termini non solo accessibili ai geni e ai poeti. In quanto segue<br />

daremo un modello della teoria lacaniana. Avendo acquisito la distinzione<br />

modello/struttura, già sappiamo che il modello non è unico. Infatti, accanto al modello<br />

lacaniano daremo un nostro modello, che per altri versi risulta più soddisfacente, pur<br />

non essendo neppure esso l’unico pensabile.<br />

IL TAGLIO MASCHILE<br />

Riprendendo il modo di dire di <strong>La</strong>can, un insieme è generato da un taglio semplice<br />

sulla sfera e lo si rappresenta con i diagrammi di Eulero. O meglio, come già sappiamo,<br />

sulla sfera un taglio semplice determina due insiemi, precisamente una coppia di calotte,<br />

formata dall’insieme A e dal suo complementare CA.<br />

Fig. 71<br />

<strong>La</strong> topologia sferica è alla base della teoria degli insiemi forte o ingenua. <strong>La</strong> teoria<br />

degli insiemi è la teoria matematica che formalizza la res extensa cartesiana, a due<br />

secoli e mezzo dalla sua invenzione. È interessante che la teoria dia dell’estensione una<br />

rappresentazione non necessariamente quantitativa. <strong>La</strong> falsa contrapposizione tra<br />

qualitativo e quantitativo, con l’assegnazione del primo alle scienze umane e del<br />

<strong>secondo</strong> a quelle della natura, è in gran parte ideologica. Il qualitativo gioca sin<br />

dall’inizio della teoria degli insiemi. Infatti, un insieme è la collezione degli oggetti che<br />

soddisfano una certa richiesta. Cosa c’è di più qualitativo della soddisfazione? A è<br />

l’insieme di tutti i punti x della sfera S, che godono di una certa proprietà caratteristica<br />

φ. In simboli si scrive:<br />

A = {x⏐x∈S ∧ φx = 0}.<br />

∈ è il simbolo di Peano, deformazione dell’iniziale della parola greca εστι, che significa<br />

“è”. Dal punto di vista estensionale essere ed esistere si riducono ad appartenere. 182<br />

Propriamente parlando, non esiste ontologia a livello estensionale. Infatti, per Cartesio<br />

di ontologia si può parlare solo dopo l’introduzione del cogito. Solo se c’è pensiero, c’è<br />

182 È interessante chiedersi come si retrotraduce in greco “appartenere”. Aristotele usa<br />

uparchein, ma non in senso estensionale, bensì intensionale. Non è l’elemento che appartiene<br />

alla classe, definita da una proprietà caratteristica, ma è la proprietà caratteristiche che<br />

appartiene all’elemento, nel senso che gli conviene in modo specifico. Al triangolo “appartiene”<br />

di avere tre angoli nel senso che è proprio del triangolo avere tre angoli. Il triangolo non è tale<br />

perché “appartiene” alla classe dei triangoli. Per guadagnare l’estensionalità Euclide deve fare<br />

costante ed esplicito ricorso all’operatore universale. In ogni triangolo, se si prolunga uno dei<br />

lati, l’angolo esterno è maggiore di ciascuno dei due angoli esterni e opposti. (Elementi, Libro<br />

I, Proposizione 16). In un certo senso, per il greco l’universale non costituisce unità, quindi non<br />

esiste. L’ideologia greca, di stampo platonico, presuppone che l’unità, come il punto<br />

geometrico, non abbia parti. Ma l’universale ha parti, quindi non è unitario, quindi non esiste.<br />

<strong>La</strong> questione medievale intorno agli universali rappresenta il laborioso tentativo di transitare<br />

dalla mentalità classica alla moderna.

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