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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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quel giocare con i sottoinsiemi dell’insieme dei sottoinsiemi ... mah! <strong>La</strong> miscela può<br />

essere esplosiva. Basta una scintilla di paranoia – lui mi vuole fregare – e ... Eppure a<br />

rischio di compromettere la comunicazione, non farò nulla per mettervi a vostro agio,<br />

per rassicurarvi. Vi dirò solo, come il mio professore di anatomia alla prima lezione sul<br />

sistema nervoso: “Ora non capite, ma se mi seguite, alla fine, improvvisamente tutto<br />

andrà a posto”. A modo suo, l’anatomista voleva dire che il sistema nervoso è una<br />

struttura matematica. 44 (Ma, non conoscendo gli isomorfismi cerebrali, non possiamo<br />

affermarlo con certezza assoluta).<br />

Chi mi ha seguito, invece, vorrebbe farmi delle obiezioni, ma è costretto a soffrire<br />

per carenza di strumenti tecnici. Ad es. riguardo alla nozione di struttura, se trovasse il<br />

coraggio direbbe: “Ma come? prima dice che la struttura è la coppia di un insieme e dei<br />

suoi isomorfismi. Poi dice che la topologia è la coppia di un insieme e dei suoi<br />

sottoinsiemi. Ci cambia le carte in tavola”.<br />

L’ipotetico obiettore ha ragione. Non ho ancora introdotto gli isomorfismi topologici<br />

che lasciano invariata la struttura topologica. A lui dico che la coppia strutturale<br />

continuerà a essere (insieme, isomorfismi). Si rassicuri, non cambia nulla. Cambia solo<br />

che l’insieme è a sua volta la coppia formata da un insieme e da una famiglia di<br />

sottoinsiemi. Gli isomorfismi topologici non mutano la coppia.<br />

Eppure, mi sento di dire che obbiettare in modo così pertinente è sintomo di disagio.<br />

Disagio, ripeto, che non voglio ridurre. Perché? Per sadismo? Per dogmatismo? No.<br />

Perché il disagio in matematica, a diversità dal disagio nella civiltà, è segno che si è<br />

arrivati a una posizione feconda. Non che si sta capendo, ma che il soggetto della<br />

conoscenza paranoica, l’io, sta vacillando. <strong>La</strong> matematica è un’impresa del <strong>sapere</strong> fatta<br />

contro la volontà d’ignoranza del soggetto della conoscenza. In quanto ad<br />

antinarcisismo la matematica non è seconda alla psicanalisi. Ma, come durante la<br />

psicanalisi, non si sta male solo per la ferita narcisistica. Se state male nella vostra pelle,<br />

pur comodamente adagiata nelle poltrone del Centro Culturale Francese, non è perché<br />

non capite. Anche, certo, chi capisce sta male. Il disagio nella matematica, dicevo, è<br />

diverso dal disagio nella civiltà. Non è dovuto a repressioni sessuali, a rimozioni<br />

dell’aggressività, all’azione sadica del Superio sull’Io, a rinuncia della soddisfazione<br />

pulsionale. È il disagio, un inizio d’orrore, emergente appena si viene a <strong>sapere</strong> qualcosa<br />

della cosa. <strong>La</strong> matematica, pur nata in ambito platonizzante, mira inesorabilmente a<br />

ridurre l’abbigliamento idealistico della cosa. <strong>La</strong> quale, quando si mostra nuda, forza a<br />

passare ad altro. Non è viltà. Neppure fobia. 45 È più inibizione. È il prezzo da pagare per<br />

un po’ di sublimazione. <strong>La</strong> sublimazione totale è impossibile anche in matematica.<br />

Il grande Eulero, giunto alla fine di una vita operosa, chiedevano come avesse fatto a<br />

riempire ottanta volumi di memorie fisiche e matematiche. Rispondeva: “Non<br />

chiedetelo a me. Chiedetelo alla mia penna”. Della quale, alla fine, essendo diventato<br />

cieco, fu perfino spossessato. Eulero voleva dire che la matematica è una scrittura<br />

automatica. Non nella forma risibile dei surrealisti, che pretesero di inventare<br />

un’estetica sulle associazioni libere.Ma nel senso che la scrittura matematica segue una<br />

legge sua, spesso non scritta, che la sostiene là dove anche il surrealismo, teorizzatore<br />

della scrittura automatica, fallì.<br />

44 Esiste una singolare coincidenza in epoca neoscientifica. Il trattato di anatomia del Vesalio<br />

vede la luce nello stesso anno del trattato del Copernico sulle orbite dei pianeti: 1543.<br />

45 Si sente dire: “Ho la fobia della matematica”. È un abuso di linguaggio. (<strong>La</strong> matematica abusa<br />

abitualmente dei linguaggi). Non esiste fobia della matematica. <strong>La</strong> fobia è l’effetto di un<br />

significante principale, per esempio il cavallo-padre per il piccolo Hans. Ma non esiste<br />

significante principale in matematica. Anche lo statuto del maestro è precario in matematica,<br />

dove attualmente non esistono scuole.

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