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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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all’insieme potenza si definisce la topologia su un insieme come sottoinsieme<br />

dell’insieme potenza, cioè come insieme di sottoinsiemi.<br />

Più in dettaglio, dato l’insieme X, si costruisca P(X), l’insieme potenza. A ogni<br />

elemento di P(X) si associ una valutazione: aperto o non aperto. Tutti gli aperti, e solo<br />

loro, entrano a far parte della topologia su X. Per abuso di linguaggio si dice che le due<br />

operazioni – passaggio all’insieme potenza e selezione degli aperti – “introducono” in X<br />

una struttura, che trasforma X in uno spazio topologico. In sintesi, lo spazio topologico<br />

X è una collezione di sottoinsiemi privilegiati di X, detti aperti.<br />

Domanda. Con che criterio valuta gli aperti?<br />

<strong>La</strong> scelta degli aperti è largamente aperta, quasi arbitraria, comunque non univoca.<br />

Ogni scelta crea uno spazio topologico a sé, diverso da altri o simile ad altri. Certe<br />

scelte di aperti producono spazi equivalenti; certe altre no. Nulla si può dire a priori. <strong>La</strong><br />

questione va valutata caso per caso mediante opportuni invarianti. <strong>La</strong> topologia, intesa<br />

come <strong>sapere</strong> sullo spazio, è innanzi tutto <strong>sapere</strong> sugli spazi. In risposta alla sua domanda<br />

affermo che la scelta degli aperti sottosta a due soli vincoli: gli assiomi di Bourbaki:<br />

A1. L’unione di aperti è aperta, cioè è un insieme aperto;<br />

A2. L’intersezione finita di aperti è aperta, cioè appartiene alla famiglia degli aperti.<br />

Vale a dire: uno spazio topologico è una coppia: un insieme e una collezione di<br />

sottoinsiemi, da cui non si esce operando quante si vogliono unioni o intersezioni finite<br />

al suo interno.<br />

Se invece di aperti si preferisce parlare di chiusi, i loro complementari, la struttura<br />

non cambia. Cambia la presentazione. Uno spazio topologico è sempre la coppia di un<br />

insieme e di una collezione di sottoinsiemi privilegiati, detti chiusi, i quali soddisfano<br />

assiomi duali dei precedenti:<br />

C1. L’intersezione di chiusi è chiusa;<br />

C2. L’unione finita di chiusi è chiusa.<br />

Un esempio. Sia X = {V, S} con V = verità, S = <strong>sapere</strong>. X può essere strutturato in<br />

spazio topologico in tanti modi. Si tratta di operare sull’insieme potenza {∅, {V}, {S},<br />

{V, S}}, selezionando le collezioni di aperti che soddisfano Al e A2.<br />

T0 = {∅, {V, S}} topologia banale, compresa nelle successive.<br />

T1 = {∅, {V}, {V, S}} topologia dell’inclusione;<br />

T2 = {∅, {S}, {V, S}} topologia dell’inclusione;<br />

T3 = {∅, {V}, {S}, {V, S}} topologia discreta o insieme potenza. Non sono tutte<br />

topologie diverse. T1 equivale a T2 nel senso che ha gli stessi aperti, a prescindere dal<br />

nome degli elementi: l’insieme vuoto, un singoletto e l’insieme dato. 43 Sapere può<br />

essere il nome della verità. Un dire che l’analista non può non sottoscrivere.<br />

IL DISAGIO NELLA MATEMATICA<br />

A questo punto non lo immagino. Ne sono certo. Per molti il disagio è al colmo. Non<br />

senza una vaga sensazione d’essere presi per il c...: quel passare dagli aperti ai chiusi,<br />

43 <strong>La</strong> topologia del vuoto, del singoletto e dell’intero è implicitamente invocata da quanti<br />

confondono il singolare con il particolare. Sono i molti che invano si oppongono all’invadenza<br />

del cognitivismo. Dico “invano” perché sono filosofi, che difficilmente controbattono l’assetto<br />

filosofico del cognitivismo. Come affermava Althusser, il cognitivismo non è frutto dell’attività<br />

scientifica degli scienziati, ma della loro filosofia spontanea, che è idealistica in modo<br />

irrecuperabile. Il filosofo di professione, non avendo esperienza di attività scientifica, non può<br />

controbattere efficacemente la loro indiscriminata produzione.

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