Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
considerate nello spazio ambiente tridimensionale, ma rimangono costanti se<br />
considerate lungo percorsi sul foglio. Ma se il foglio fosse di gomma, neppure queste<br />
distanze si conserverebbero, mentre le vicinanze continuerebbero a essere invarianti. Per<br />
esempio, con un opportuno omeomorfismo il quadrato (Fig. 19) si dilata in un<br />
rettangolo e i suoi quadratini (gli aperti di base)<br />
Fig. 19<br />
in rettangolini. Ma la struttura topologica non muta con la deformazione, tanto che, per<br />
pigrizia (i matematici sono pigri: fanno calcoli per risparmiare calcoli) continuiamo a<br />
chiamarla struttura del quadrato. Non per questo dobbiamo rimanere affascinati da ciò<br />
che immaginiamo del quadrato, per esempio dalla sua figura metrica con quattro lati e<br />
quattro angoli uguali. <strong>La</strong> topologia sfida l’immaginario perché lo sospende. Qui ha<br />
ragione <strong>La</strong>can.<br />
Intervento. In queste trasformazioni omeomorfe i bordi rimangono sempre gli stessi.<br />
Ben detto. Rimangono, se ci sono. Non si creano dal nulla, se non ci sono.<br />
L’omeomorfismo non può introdurre nuovi bordi non preesistenti. Infatti,<br />
l’omeomorfismo non introduce soluzioni di continuità. In effetti, i bordi di una<br />
superficie sono un suo in variante. Toccano la struttura della struttura. Allora, si<br />
giustifica il pseudoteorema di <strong>La</strong>can: il taglio è la superficie. Una superficie è<br />
caratterizzata dai suoi bordi, che possono essere vuoti. 55 <strong>La</strong>can introduce dei tagli in<br />
superfici che non hanno bordi. <strong>La</strong> metafora del significante come taglio lo porta alla<br />
topologia. Poi la metafora si affranca da se stessa. <strong>La</strong> presentazione si autonomizza<br />
dalla struttura. 56 Le superfici risultano dal taglio. Il significante le determina.<br />
Intervento. Non colgo il discorso dell’aperto. Gli aperti del quadrato sono chiusi.<br />
Contengono qualcosa.<br />
È giusto non cogliere il discorso. Abbiamo diritto a non cogliere il discorso. C’è una<br />
naturale resistenza alla topologia, in generale alla matematica. Anzi, ce ne sono due. C’è<br />
la mia resistenza a esporla. Nel farlo non posso fare a meno di ricorrere ai miei tic<br />
mentali. E c’è la vostra resistenza a accettarla, cioè a farle posto tra i vostri pregiudizi,<br />
che la novità rischia di mettere sottosopra. <strong>La</strong> difficoltà è sana, però. Non le consiglio di<br />
metterla da parte accogliendo le mie definizioni come dogmi. Altrimenti, quando<br />
domani qualcun altro le presenterà la stessa materia in modo diverso dal mio, ma<br />
equivalente, lei rischierà di non riconoscere l’intero discorso. Lo lasci lavorare. il<br />
discorso. Poi capirà, come diceva il mio professore d’anatomia all’inizio dello studio<br />
55 Allora è una superficie chiusa, perché la sua frontiera – vuota – le appartiene.<br />
56 Il fenomeno è tanto più evidente quanto più la struttura è difficile da presentare, come nel<br />
caso sessuale, dove sembra che ci siano più metafore che concetti. <strong>La</strong> sovrabbondanza di<br />
metafore induce a pensare che ci sia un senso latente o metafisico da interpretare. Anche Freud<br />
cadde nell’illusione ermeneutica nella sua Traumdeutung. Se ne liberò solo progressivamente.