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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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presentazione piana 146 di un nodo (la mise à plat degli autori francesi) in un’equivalente<br />

standard. Diciamo che le mosse non toccano la struttura, ma deformano le<br />

presentazioni, consentendo di passare in modo localmente controllabile da una<br />

presentazione a un'altra, a quella equivalente. Tecnicamente, sono azioni esercitate sui<br />

cappi di una catena (o nodo) per trasformarla in un’equivalente. Sono di tre tipi:<br />

rotazione, spinta e slittamento di un cappio sopra (o sotto) un altro nel piano di<br />

presentazione del nodo.<br />

Rotazione. Consiste nel ruotare un cappio così da introdurre un nuovo incrocio nella<br />

catena oppure eliminarne uno vecchio. In parole povere, si tratta di far apparire o<br />

scomparire un ricciolo.<br />

Fig. R<br />

Spinta. Consiste nel far scorrere un cappio avanti o indietro rispetto a un altro. In<br />

parole povere, si tratta di far apparire, o scomparire, una coppia di incroci gemelli.<br />

Fig. S<br />

146 <strong>La</strong> presentazione piana del nodo è essenziale alla teoria dei nodi. Essa “proietta” il nodo<br />

tridimensionale nel piano del disegno con due artifici: la sostituzione degli archi di curva con<br />

poligonali e la rappresentazione dell’incrocio con l’interruzione del tratto del disegno. <strong>La</strong> teoria<br />

dei nodi è il campo principe dove verificare il principio: “una struttura, più modelli”. In questo<br />

senso dovrebbe risultare formativa per l’analista, abituandolo a sospendere l’attenzione dai<br />

modelli appresi a scuola.

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