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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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L’importanza di questa struttura, pur così semplice, sta nel fatto che individua una<br />

un’impossibilità precisa del piano euclideo, praticamente quella che lo definisce. Infatti,<br />

sul piano non si può completare il disegno dell’esagramma senza incrociare un tratto già<br />

disegnato. Per contro la stessa struttura si può disegnare (“immergere”) sulla superficie<br />

toroidale senza incorrere in autointesezioni. Ma ecco qual e il problema. Per il modo in<br />

cui abbiamo presentato la struttura, ossia un insieme più i suoi morfismi, ci troviamo di<br />

fronte al problema pratico del riconoscimento. Un modello piano, con intersezioni, e<br />

uno toroidale, senza intersezioni, sono chiaramente diversi. Come possono<br />

rappresentare la stessa struttura? I due disegni (Fig. 17)<br />

Fig. 17<br />

sono presentazioni della stessa struttura, trasformata da due isomorfismi diversi o sono<br />

effettivamente due strutture diverse che non si possono trasformare luna nell’altra<br />

mediante alcun isomorfismo?<br />

Nel caso della fig. 17 è facile uscire dal dilemma con verifica diretta. Le relazioni<br />

sono le stesse ma presentate in modo diverso. In termini più precisi, tra i vertici del<br />

disegno esiste una corrispondenza biunivoca tale che, se due vertici sono correlati, lo<br />

sono anche i corrispondenti. Ad esempio, posta la corrispondenza:<br />

A → 1<br />

B → 2<br />

C → 3<br />

D → 4<br />

E → 5<br />

F → 6,<br />

si verifica che, se A e F sono sullo stesso lato, anche 1 e 6 lo sono nell’altro, e così via<br />

per tutte le combinazioni.<br />

Il problema della presentazione si pone con strutture complesse. Un gruppo di 120<br />

elementi ha una tabellina di moltiplicazione con 120x120=14400 posizioni. Può essere<br />

difficile controllarle tutte. Se poi fosse infinito...<br />

Il metodo degli invarianti dà una risposta parziale al problema dell’identificazione<br />

delle strutture. Si tratta di estrarre dalla presentazione un tratto significativo, che sia<br />

abbastanza caratteristico della struttura, e di utilizzarlo per discriminare strutture<br />

diverse. Ad es. il numero minimo di incroci è un invariante della struttura topologica del<br />

nodo. Un nodo a quattro incroci (numero minimo) è sicuramente diverso da (non<br />

omeomorfo a) un nodo a cinque. Il numero minimo di incroci è un invariante. Non varia<br />

come non varia la materia di un sistema fisico: né si crea, né si distrugge. Fuor di<br />

metafora, se l’invariante di due strutture è diverso, anche queste sono diverse, essendo<br />

la struttura ciò che costituzionalmente non varia. Tuttavia, se gli invarianti sono uguali,

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