Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano
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Topologeria corrisponde a “linguisteria”, termine coniato da <strong>La</strong>can stesso per designare<br />
la “scienza” della lalingua, quella parte del linguaggio dove dominano incontrastate, e<br />
anche un po’ selvagge, le regole del processo primario: condensazione e spostamento,<br />
selezione e combinazione, metafora e metonimia. Come la linguisteria verte sugli<br />
artifici enigmistici dell’inconscio, così la topologeria tratterebbe gli artifici spaziali<br />
dell’apparato psichico, grazie ai quali, su piani diversi ma omologhi ai linguistici, lungo<br />
bordi duplici ma unitari (come il bordo della banda di Moebius), attraverso linee<br />
d’identificazione e di traslazione (come l’autointersezione del piano proiettivo, 66<br />
immerso nello spazio tridimensionale), giocano le figure tipiche della topica lacaniana:<br />
soggetto e significante, fantasma e pulsione, oggetto e <strong>sapere</strong>. In nome di una certa<br />
religione dell’artificio, ancora viva tra i professori di matematica dei licei di provincia, i<br />
quali la trasmettono regolarmente ai loro solerti allievi, la topologia di <strong>La</strong>can è vista<br />
come un coacervo di trucchi. Nel caso migliore si tratterebbe di trucchi mnemotecnici,<br />
un misto (sic), di struttura e presentazione, di reale e immaginario, per meglio<br />
“memorizzare” i passi più scabrosi della teoria. Ad es. la bottiglia di Klein è il modello<br />
della catena significante. S1 e S2 sono rispettivamente i meridiani e i paralleli che<br />
circoscrivono la non-cavità della bottiglia. Il piano proiettivo, tagliato in due parti:<br />
cross-cap e calotta sferica, sostiene la struttura del fantasma articolato, in due superfici<br />
non omeomorfe, una del soggetto, l’altra dell’oggetto. Con la propria unilateralità la<br />
banda di Moebius mette in continuità verità e <strong>sapere</strong>, simbolico e immaginario, lungo il<br />
bordo reale della soggettività. È tutto giusto. Ma se fosse solo la, pur interessante,<br />
modellistica di un complesso di fatti psichici, la topologia lacaniana sarebbe poca cosa.<br />
A rigore la topologia lacaniana non esiste. <strong>La</strong>can non era topologo. Era un<br />
matematico dilettante, che il più delle volte della matematica faceva un uso improprio. 67<br />
<strong>La</strong>can non ha dimostrato un solo teorema topologico. Non ha inventato, neppure per<br />
sbaglio, una nuova struttura: uno spazio, una superficie, un nodo. Non ha aperto nuovi<br />
campi di studio topologici. Semmai, il contributo di <strong>La</strong>can alla topologia fu di<br />
sollecitare nuove “mostrazioni” di strutture note, in particolare le superfici<br />
bidimensionali, affinché ospitassero i giri del suo discorso, per es. le peculiari doppie<br />
inversioni simboliche e immaginarie dello schema L, dello schema R e del troppo<br />
lodato Grafo. Se esistesse, la topologia di <strong>La</strong>can sarebbe prestrutturalista, perché<br />
privilegia le figure rispetto alle strutture. <strong>La</strong> borsa che ho perso conteneva un grosso<br />
tomo intitolato Essais de topologie lacanienne, scritte da un solerte allievo, che si è<br />
incaricato di presentare la topologia ortodossa di <strong>La</strong>can. Non è l’unico nel suo genere.<br />
Se se ne parla, l’ortodossia topologica lacaniana deve esistere, pensano i francesi che, in<br />
fatto di glorie nazionali, non sopportano la mancanza. <strong>La</strong> mia sbadataggine denuncia<br />
l’ingenuità. <strong>La</strong> topologia lacaniana è persa per sempre.<br />
D’altra parte la topologia lacaniana ex-siste. Ex-siste, cioè sta fuori dal detto, nel<br />
momento in cui <strong>La</strong>can pronuncia, a suo modo, enunciati topologici, appellandosi al<br />
reale, che riconosce come impossibile. <strong>La</strong> sua topologia è tutta nel far posto al dire.<br />
<strong>La</strong>can rimane clinico anche da teorico. <strong>La</strong> sua finezza clinica sta nell’aver operato un<br />
transfert. <strong>La</strong> topologia, la matematica, è scrittura. Scrive matemi, cioè <strong>sapere</strong><br />
trasmissibile. <strong>La</strong> clinica, essendo dire, non si scrive, perché il dire si perde nel detto.<br />
<strong>La</strong>can fa passare la topologia – questo è il suo transfert – dal detto al dire. Attraverso il<br />
66 Ecco un bell’esempio di proprietà non invariante. L’autointersezione del piano proiettivo non<br />
esiste in sé. È un effetto di immersione. Scompare immergendo la struttura in uno spazio a più<br />
di tre dimensioni. Chi, come <strong>La</strong>can, ci costruisce sopra una teoria del transfert, rischia di fare un<br />
buco nell’acqua.<br />
67 Appreso forse dal teologo della dotta ignoranza, Nicolò da Cusa, vescovo di Bressanone.<br />
L’errore di <strong>La</strong>can fu di credere che per fare matematica, anche impropria, bastasse un po’ di<br />
intelligenza. <strong>La</strong> matematica è innanzi tutto duro esercizio. Perciò non la si ama.