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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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“Tutti i tratti sono verticali” vale in due casi diversi: là dove esistono solo tratti<br />

verticali e là dove non esistono tratti. Il ragionamento poggia su un postulato di<br />

continuità, <strong>secondo</strong> cui i tratti non spariscano, ma da qualche parte mutino direzione.<br />

Per esempio se diventassero ortogonali al piano del foglio non si vedrebbero più. Infatti,<br />

la figura completa di Peirce è (Fig. 77)<br />

Fig. 77<br />

Ma <strong>La</strong>can va oltre. Dimostrandosi una volta tanto buon matematico generalizza.<br />

Sistemato l’universale universalizzante – che trasforma in un insieme, cioè in un<br />

universale “buono”, anche l’insieme vuoto – si chiede se esistano anche altri universali,<br />

per dir così, “vuoti”, cioè non universalizzanti, ossia privi di effetti totalizzanti, ma non<br />

di altri pur interessanti effetti dal punto di vista soggettivo. <strong>La</strong> mossa teorica di <strong>La</strong>can<br />

non va giudicata per il buon adeguamento alla pratica. <strong>La</strong>sciamo la verità<br />

dell’adeguamento ai filistei. Il nostro criterio di giudizio non è tecnologico: è la<br />

fecondità. <strong>La</strong> teoria di <strong>La</strong>can è buona se genera nuova pratica. <strong>La</strong> nostra esperienza ci<br />

suggerisce che i due universali inducano due modi diversi di operare in analisi<br />

attraverso due varianti (o, nella nostra terminologia, attraverso due modelli) della regola<br />

analitica fondamentale. Da una parte troviamo il modo di procedere freudiano,<br />

prevalentemente maschile, dall’altra il modo lacaniano, prevalentemente femmininile.<br />

Vediamone alcune differenze.<br />

Il comandamento freudiano della pratica analitica recita: “comunicare tutto”, alles<br />

mitteilen. Il tutto di Freud è maschile. Si realizza nell’insieme dei fratelli. Che è<br />

drammaticamente rappresentato in Totem e tabù: tutti sono castrati, tranne il padre.<br />

Perciò, chiamando a testimone il padre che loro stessi hanno ucciso, i fratelli possono<br />

stringere un patto e costituirsi come insieme, soggetto unicamente alla legge. Nasce lo<br />

Stato. Nascono le associazioni analitiche. Il modello è sempre lo stesso: un tutto da cui<br />

qualcosa di trascendentale sta fuori: la legge nel caso dello Stato; Freud, nel caso delle<br />

associazioni analitiche.<br />

Dopo i fratelli, i detti. <strong>La</strong> regola freudiana li vuole tutti. L’Edipo è lì. Non va oltre,<br />

perché l’oltre ha la funzione di reggere il tutto. Se vuoi analizzare tutto, non puoi andare<br />

oltre l’Edipo. Onestamente Freud lo segnala. C’è un limite logico che la sua analisi non<br />

supera: è lo strato roccioso del rifiuto della femminilità. Il risultato è coerente con la<br />

funzione dell’operatore maschile. Ad esso la femminilità sfugge. Perché non è<br />

un’estensione, delimitata da un concetto, ma un’intensione. 199 Come un filo<br />

significante, l’intensione aderisce ad altri fili significanti, intrecciandosi in un discorso.<br />

199 <strong>La</strong> semantica maschile è estensionale, la femminile intensionale. <strong>La</strong> distinzione tra extensive<br />

e intensive risale a Galilei. Verso la fine della prima giornata del Dialogo dei massimi sistemi,<br />

Galilei paragona la conoscenza scientifica alla divina. Afferma che extensive la prima è inferiore<br />

alla seconda, ma intensive si equivalgono. <strong>La</strong> distinzione ritorna nell’epistemologia cartesiana<br />

delle due res e in varie occasioni è riproposta da Kant, ultimamente nella Critica del giudizio,<br />

con la distinzione tra giudizio determinante (estensionale o deduttivo) e riflettente (intensionale<br />

o induttivo).

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