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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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<strong>La</strong> topologia è <strong>sapere</strong> sullo spazio, anzi sugli spazi. Chissà che non possa illuminarci<br />

sullo spazio delle malattie mentali.<br />

Non disponendo di topologie, ma solo di topiche, Freud ebbe esitazioni. Cominciò<br />

distinguendo due classi di pulsioni: sessuali e dell’Io, e terminnò con un’altra coppia,<br />

pulsioni erotiche e pulsioni di morte. Poiché era di formazione scientifica, supponeva<br />

che per far muovere il macchinismo pulsionale occorresse un’energia, inventò l’energia<br />

libidica o libido. Come in termodinamica una stessa quantità di energia può assumere<br />

forme qualitativamente diverse, così in metapsicologia, Freud distingue una libido<br />

destinata all’Io e una destinata all’oggetto. Poiché la topologia freudiana è sferica, la<br />

libido oggettuale è supposta derivare da quella egoica come una protrusione del<br />

protoplasma dell’ameba (Introduzione al narcisismo, cap. 1, 1914). <strong>La</strong> distinzione<br />

eredita e conserva la distinzione tra pulsioni sessuali e dell’Io anche quando sarà<br />

soppiantata dalla nuova distinzione tra pulsioni erotiche e di morte.<br />

Corrispondentemente, la nosografia di Freud è semplice e particolarmente adatta alla<br />

forma di azione terapeutica analitica. Le nevrosi sono due: le nevrosi da transfert e le<br />

nevrosi narcisistiche. Le nevrosi da transfert riguardano l’investimento oggettuale, le<br />

seconde l’investimento sull’Io. Poiché l’analista è un oggetto di investimento libidico,<br />

l’azione analitica può realizzarsi solo con le nevrosi di transfert. Le nevrosi narcisistiche<br />

(dementia praecox o schizofrenia) restano escluse dal trattamento analitico. In seguito,<br />

dopo l’invenzione della seconda topica, la classificazione si arricchì. Leggiamo in<br />

Nevrosi e Psicosi (1924): Le nevrosi da transfert corrispondono al conflitto tra Io ed<br />

Es, le nevrosi narcisistiche tra Io e Super-Io, le psicosi tra Io e mondo esterno.<br />

Come abbiamo visto già tante volte, la distinzione tra interno ed esterno non è<br />

assoluta, ma dipende dalla topologia adottata. Vale nella topologia delle superfici<br />

bilatere, non vale in quella delle superfici unilatere. Diciamola tutta. <strong>La</strong> distinzione tra<br />

Super-Io e realtà esterna non ci convince. Il Super-Io è un corpo estraneo nell’Io, tanto<br />

interno che esterno. È un’enclave topologica, direbbe Derrida. <strong>La</strong> realtà esterna, inoltre,<br />

non è solo esterna, se è vero che lo stesso Freud analizzò le masse in termini di<br />

psicologia individuale (1923). Cosa c'è di più pubblico di un sogno incestuoso e di più<br />

privato di un movimento popolare di destra? Le formazioni ideali configurano sia l’Io<br />

sia la cultura di appartenenza.<br />

<strong>La</strong> topologia dei tagli del p.p. o di figure topologiche simili ci suggerisce di<br />

considerare come più “basica” l’originale dicotomia freudiana delle nevrosi. Da una<br />

parte stanno le nevrosi con residuo, dall’altra quelle senza. Le prime sono oggettuali o<br />

transferali, le seconde aoggettuali o narcisistiche. Oggi, questa distinzione<br />

apparentemente psichiatrica ammette una reinterpretazione filosofica interessante alla<br />

luce delle considerazioni già esposte a proposito della transizione tra ciò che c'è, e può<br />

essere conosciuto, e ciò che non c'è e può essere colto solo dall’immaginazione<br />

scientifica. Cambia il rapporto con l’oggetto dopo la coupure epistemologica del XVII<br />

secolo. In regime ontologico, propriamente parlando non c'è oggetto perché c'è<br />

adeguamento tra soggetto e oggetto. Il rapporto oggettuale comincia solo in regime<br />

epistemologico, che instaura una radicale dissimilarità tra soggetto e oggetto, come il<br />

taglio del p.p. che genera un cross-cap e una calotta sferica. Il soggetto esiste perché<br />

pensa (dubita). L’oggetto esiste poco. Esiste come res extensa, sostiene Cartesio. Esiste<br />

come infinito, sosteniamo in base alla nostra esperienza matematica, cioè come una<br />

struttura che si può presentare in modo solo parziale e incompleto. Nosograficamente<br />

parlando, i disturbi mentali intervengono quando il soggetto tenta di “trasferirsi”<br />

sull’oggetto. Si tratta di disturbi epistemici di inefficiente traslazione. O il soggetto<br />

rimane fissato alla perfezione dell’oggetto impossibile, nella nevrosi ossessiva, o<br />

continua a spostarsi da oggetto a oggetto, in cerca della soddisfazione che non c'è,<br />

nell’isteria. I disturbi mentali transferali sono dinamici. Per contro sono statici i disturbi

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