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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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PREFAZIONE<br />

Questo non è un testo divulgativo. Non divulga né la topologia tra gli psicanalisti né<br />

la psicanalisi tra i topologi. Non è neppure un testo interdisciplinare che media tra due<br />

discipline: topologia e psicanalisi. Allora, che cos’è? È il frutto di un lavoro decennale<br />

volto a giustificare il ricorso alla topologia in psicanalisi.<br />

Diverse considerazioni – tra cui originariamente l’imminenza delle giornate di Roma<br />

del movimento “<strong>La</strong>can in Italia” del novembre 1991, che rappresentavano un’occasione<br />

di confronto e di scambio di esperienze di lavoro tra diverse realtà associative lacaniane<br />

– mi hanno convinto dell’opportunità di integrare in un testo né pedante né frivolo il<br />

materiale dei colloqui tenuti il 19.1.91 e il 2.3.91 presso l’Associazione Freudiana di<br />

Torino. Ho voluto ricostruire un testo che, salvati i concetti analitici fondamentali, da<br />

una parte, e riconosciute le linee portanti della matematica moderna, dall’altra, offrisse<br />

lo spunto per riprendere considerazioni strutturali in psicanalisi. Passata la moda<br />

strutturalista, resta la necessità, imposta dalla scoperta freudiana dell’inconscio, di<br />

mettere in struttura essere e dire, come si diceva allora. Oggi si preferisce dire che si fa<br />

l’epistemologia degli spazi soggettivi.<br />

“C’è un <strong>sapere</strong> nel reale”, affermava <strong>La</strong>can nel seminario RSI (18 febbraio 1975),<br />

uno dei più caratteristici per lo sviluppo della topologia delle catene borromee, anche se<br />

non dei più felici a causa del ridondante uso improprio della matematica. L’hapax 1<br />

vuole significare che il <strong>sapere</strong> che interessa l’analista non è nei trattati (o catechismi) di<br />

psicanalisi. Non è neppure nel buon senso né nel realismo ingenuo, vecchio e sempre<br />

nuovo prodotto dei cognitivismi asserviti alla volontà del potere. Il <strong>sapere</strong> inconscio è<br />

nel reale, cioè nell’impossibile, nello stesso luogo dove lo cerca il soggetto della<br />

scienza. Lì andremo a scovarlo anche noi con l’ausilio dello strumento topologico,<br />

maneggiato con più appropriatezza e necessariamente con meno genialità (ma anche<br />

con minore possibilità di strafalcioni) del maestro.<br />

1 Non è un hapax. Analoga affermazione fece <strong>La</strong>can nell’enigmatica lettera agli Italiani del<br />

1974.

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