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Spazio e sapere - La Psicanalisi secondo Sciacchitano

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<strong>La</strong> topologia è un discorso suggestivo e tale deve rimanere. È scorretto privilegiare<br />

una suggestione a scapito di altre. Non è strutturale. <strong>La</strong> struttura è l’insieme di tutte le<br />

presentazioni, non è una presentazione privilegiata come ortodossa. Non è un modello<br />

assunto come standard (o stendardo della struttura). Il discorso strutturalista non è<br />

scolastico. Non è basato sull’ipse dixit, che stabilisce cosa è strutturale e cosa no. <strong>La</strong><br />

parola che indica l’arroganza dell’ignoranza ortodossa è “correttezza”. 59 <strong>La</strong> struttura è<br />

ovviamente corretta, ma non più di altre strutture. Invece, la presentazione di una<br />

struttura non è meno corretta di un’altra, per esempio assunta come standard dalla<br />

scolastica. <strong>La</strong> struttura è l’insieme di tutti i modelli. I modelli sono necessari per parlare<br />

della struttura. Poi vanno messi tra parentesi, affinché emerga la struttura, Freud<br />

direbbe, in absentia. 60<br />

Vale lo stesso discorso in clinica. L’attenzione ugualmente sospesa dell’analista mira<br />

al significante, cioè al ritorno dell’uguale. 61 Supporta 1’interpretazione che non<br />

restituisce il significato, ma isola il significante della ripetizione. <strong>La</strong> mantica freudiana<br />

non è ermeneutica. Non svela il segreto. Semmai lo crea. Non decodifica. Istituisce il<br />

codice o meglio la legge del desiderio. Completa la catena significante raddoppiandola,<br />

affinché il desiderio rimosso torni alla parola. Il desiderio inconscio, può dire <strong>La</strong>can, è<br />

la sua interpretazione. 62 Affermazione isomorfa all’altra che pone l’analista tra le<br />

formazioni dell’inconscio. Lo sperimentò per prima la bella macellaia di Freud, che il<br />

desiderio, in forma anoressica, rimbalzava lungo il quadrilatero completo comprendente<br />

lei, Freud, l’amica e il marito. Il desiderio che l’interpretazione freudiana porta alla luce<br />

è metonimia della mancanza, non istinto né voglia. Si realizza meglio in astinenza.<br />

Domanda. Dobbiamo abbandonare l’idea che gli spazi abbiano caratteristiche<br />

diverse? Pensiamo alla camera d’aria rivoltata. Se supponiamo che non ci sia nessun<br />

punto privilegiato, allora prima è uguale a dopo.<br />

Dobbiamo pensare che le presentazioni si ripartiscono in classi d’equivalenza<br />

disgiunte ed esaustive. Quelle della stessa struttura appartengono alla stessa classe. 63<br />

Quelle di strutture diverse appartengono a classi diverse. Nel primo caso esistono<br />

morfismi che trasformano una presentazione in una equivalente. Nel <strong>secondo</strong> si danno<br />

59<br />

In nome della correttezza la scuola guida la “conformazione” dell’allievo agli ideali di gruppo<br />

ed espelle i renitenti. <strong>La</strong> correttezza copre la violenza dell’istituzione. Porta alla deontologia,<br />

lontano dall’etica.<br />

60<br />

Freud usa il termine in chiusura del saggio Dinamica della transfert (1912). “Nessuno può<br />

essere battuto in absentia o in effige”. In effetti il transfert, come ogni altra formazione<br />

dell’inconscio, dal sintomo al sogno, dal lapsus al desiderio dell’analista, è una presentazione –<br />

una effige – dell’inconscio, non è l’inconscio. Non avrebbe senso privilegiare il sogno sul<br />

transfert, come fa Jung, o il desiderio dell’analista sull’atto mancato. Sarebbe come confondere<br />

il modello con la struttura. In particolare, il transfert è un modello della struttura dell’inconscio<br />

che privilegia l’aspetto epistemico della Cosa. Il Witz l’aspetto di verità.<br />

61<br />

In Situation de la psychanalyse et formation du psychanalyste en 1956 (J. <strong>La</strong>can, Ecrits,<br />

Seuil, Paris 1966, p. 471) <strong>La</strong>can fa notare che nel termine tedesco gleichschwebende<br />

(ugualmente fluttuante), l’accento va posto su gleich (uguale) e non su schwebende (oscillante).<br />

Perciò preferiamo dire “attenzione ugualmente sospesa”. Addirittura sarebbe meglio “attenzione<br />

sospensivamente uguale”, perché si richiede meno di dimenticare il <strong>sapere</strong>, che di porre i suoi<br />

elementi – i significanti – tutti sullo stesso piano, in modo che risultino tutti egualmente<br />

accessibili e disponibili per interpretare.<br />

62<br />

J. <strong>La</strong>can, Le Séminaire. Livre XI, Les quatres concepts fondamentaux de la psychanalyse,<br />

Seuil, Paris 1973, cap. XIV.<br />

63<br />

Ad es. tutte le curve chiuse sono isomorfe. Dal punto di vista topologico non sono diverse.<br />

Cadono tutte nella classe di equivalenza dei cerchi.

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